3 anni fa la morte di Chester Bennington, la voce dei Linkin Park che ci ha liberati dall’horror vacui

Il 20 luglio 2017 moriva Chester Bennington, voce dei Linkin Park e di una generazione che cercava un senso nel nuovo millennio

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La morte di Chester Bennington è ciò che nel mondo delle rockstar viene ricordata come la scomparsa della voce di una generazione. Suona un po’ strano cercare emblemi sociali dopo 40 anni in cui abbiamo salutato con dolore Kurt Cobain, Jim Morrison, Jimi Hendrix, Janis Joplin e tanti altri, perché quando sono nati i Linkin Park vivevamo l’illusione di aver già avuto tanto e questo ci faceva paura.

Dalle prime note inquietanti di Papercut, però, ci siamo accorti che non era così. I Linkin Park hanno fatto irruzione nella nostra vita che era appena scoccato il 2000, un anno di rottura con il quale si chiudevano i meravigliosi e confusi anni ’90. Dopo il primo ascolto di Hybrid Theory credevamo di avere a che fare con l’ennesima band nu metal e c’era anche ci considerava i Linkin Park una boyband che aveva scoperto il distorsore.

Chester Bennington non aveva, forse, la figaggine di Nick Carter né i muscoli di Robbie Williams, ma di certo aveva il dolore necessario a tenersi ben lontano dai dancefloor e dai poster dei teenager con l’esplosione ormonale. La sua voce sapeva commuovere e distruggere. Ora ti faceva a pezzi con Faint e Given Up, ora ti distruggeva con Breaking The Habit e In The End e ora ti abbracciava con Numb.

Gridava e sussurrava, Chester, e ci aveva fatto capire che quella rabbia e quel tormento ci mancavano, in quei 2000 in cui tutte le più grandi band maledette avevano già dato il massimo. Il 20 luglio 2017 decise di farla finita e lo fece proprio nel giorno in cui il suo amico e collega Chris Cornell avrebbe compiuto 53 anni. Lo stesso amico e collega che si era tolto la vita due mesi prima.

Sì, la voce dei Linkin Park è stata quella di una generazione, la rockstar che i 2000 meritavano. Dopo la morte di Chester Bennington ci resta il dolore, e anche un po’ di sensi di colpa.