Il 10 aprile 1970 Paul McCartney comunicò alla stampa lo scioglimento dei Beatles

Un ultimo "no" all'ultima domanda, quella di un futuro nella discografia dei Fab Four, decretò la fine di un sogno


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50 anni fa lo scioglimento del Beatles passò sul piano mediatico. Portavoce di questo punto di rottura della storia della musica fu il bassista Paul McCartney dopo lo scioglimento formale avvenuto il 31 dicembre 1969. Tutto avvenne all’improvviso e da quel momento ci fu un prima e un dopo i Beatles. Così pochi anni di attività e così tante rivoluzioni contenute in ogni singolo disco.

Non sappiamo se mentre Paul McCartney comunicava la fine dei Fab Four tutto il percorso gli scorreva dinanzi agli occhi come un lungometraggio mortuario, ma era chiaro che Macca stava riscrivendo la storia del mondo. Sicuramente nella sua testa c’era quella sfuriata durante le registrazioni di Let It Be, quell’occhiata furtiva a Yoko Ono durante le registrazioni di Get Back: “Get back to where you once belong” oppure quell’ultimo concerto sui tetti della Apple che addirittura fu interrotto dai bobbies.

In ogni caso, Paul era pronto e consegnò la sua confessione a Don Short, giornalista del Daily Mirror che portò il dattiloscritto in redazione gettando l’intero staff nel panico. Paul is quitting the Beatles”, titolò il quotidiano britannico e per una volta lo scenario divergente tra Tories e Labours fu downgradato a una notizia di nicchia. Si erano sciolti i Beatles e la notizia arrivava da uno dei diretti interessati.

Sul Secondo Canale, in Italia, annunciarono la fine dei Beatles così: “Paul McCartney ha deciso di volersene andare perché non va più d’accordo con gli altri 3. Se non si tratta di una trovata pubblicitaria i 4 sceglieranno ognuno la propria strada. Lo scioglimento dei Beatles era il fondale di una lunga spirale discendente. Già nel 1967 la morte dello storico produttore Brian Epstein lasciò i Fab Four in una sorta di smarrimento artistico e da quel momento il toto-nomi per l’ingaggio di un nuovo produttore divenne uno dei tanti motivi di discordia in casa Beatles.

Si vociferava, inoltre, che proprio Yoko Ono e Linda Eastman, rispettivamente compagne di John Lennon e Paul McCartney, avessero gettato le basi per le prime tensioni all’interno della band. I Beatles erano abituati a lavorare nell’intimità degli studi senza altre persone, ma le due donne avrebbero iniziato a diventare ospiti fissi delle loro sessioni. C’era poi quel White Album (1968) per cui John Lennon lamentava di sentirsi come l’unico artista con un gruppo spalla, o quell’Abbey Road che suonava come un perfetto requiem prima dell’ultimo schianto d’arte con Let It Be (1970), registrato prima di Abbey Road ma lanciato successivamente all’annuncio di Paul.

Prima di inviare il dattiloscritto alla stampa, Don Short fece alcune domande a Paul:

Prevedi che verrà un tempo in cui Lennon-McCartney torneranno a collaborare nella scrittura dei pezzi?
No.
Hai qualche progetto per apparire in pubblico dal vivo con i Beatles?
No.
Il tuo allontanamento dai Beatles è temporaneo o permanente, dovuto a divergenze personali o musicali?
A divergenze personali ed economiche, ma soprattutto al fatto che sto meglio con la mia famiglia. Temporaneo o permanente? Non so.
Hai in previsione un nuovo album o un singolo con i Beatles?
No”.

Con quell’ultimo secco e assordante “no” Paul McCartney decretò lo scioglimento dei Beatles.