Una promessa molto specifica quella fatta tempo fa da Bandai Namco ai fan in attesa di Dragon Ball Z Kakarot: proporre un titolo esaustivo che ripercorresse l’intera narrazione della saga Z. Un obbiettivo alquanto ambizioso, ma che di certo non ha scoraggiato il sinergico duo costituito dal publisher e dal team di sviluppo, i ragazzi di CyberConnect 2.
Il risultato, apprezzabile ormai da un paio di settimane abbondanti, è sotto gli occhi di tutti, e parla alquanto chiaro. Il target è stato centrato dagli addetti ai lavori, che con Dragon Ball Z Kakarot sono riusciti nel proprio intento. Offrire ai fan della saga (e alle nuove leve) una produzione videoludica che toccasse tutti i momenti più importanti della saga Z.
Chiaramente ciò non vuol dire che siamo di fronte a un prodotto perfetto, anzi. Le lacune ci sono – senza concentrarci sul comparto tecnico, che non siamo qui a giudicare – sebbene non siano fondamentali ai fini del prosieguo della storia. Bisogna però essere onesti e chiari: quali sono quindi le mancanze in questo titolo del franchise?
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Dragon Ball Z Kakarot, quali archi narrativi mancano?
Quando si parla di assenze all’interno di Dragon Ball Z Kakarot non ci riferiamo di certo alle parti fondamentali della storyline. Quelle, compresi tutti i più importanti villain che Goku e soci hanno affrontato puntata dopo puntata, ci sono tutte.
No, intendiamo invece quel contenuto che potremmo definire “riempitivo”, e che servivano più che altro a fungere da collante tra le puntate più calde. Il momento ideale per i combattenti Saiyan per tirare il fiato nell’attesa che la situazione precipitasse immancabilmente ancora una volta.
La Via del Serpente
La prima delle assenze all’interno del nuovo titolo di Bandai Namco è senza dubbio La Via del Serpente. Nel corso di queste puntate un Goku fresco di uccisione (morto per fermare il pericoloso Radish) è chiamato a percorrere la strada che si snoda sulla schiena di questo serpente, immerso tra le nuvole. Una storia che, come lecito aspettarsi, offrirebbe ben poco mordente in termini di giocabilità, e che quindi giustamente è stata tagliata via dai ragazzi di CyberConnect2.
Saga di Garlic Jr.
Anche qui la decisione del team di sviluppo è stata quella di non inserire il contenuto tra quelli disponibili in Dagon Ball Z Kakarot. Una scelta condivisibile innanzitutto in virtù della relativa brevità della storia narrata (si parla di dieci puntate dell’anime). Poi la stessa inclusione a posteriori nella saga animata (come sequel della pellicola cinematografica Dragon Ball Z: La vendetta Divina) può essere considerato come un ulteriore motivo di esclusione. Se a questo poi aggiungiamo anche il fatto che il tutto è stato partorito da Toei Animation e non dalla mente di Akira Toriyama, il tutto assume una forma decisamente più digeribile.
Saga del Torneo delle Quattro Galassie
Anche questa esclusione da Dragon Ball Z Kakarot è alquanto comprensibile. La scelta di CyberConnect2 in questo caso può essere relazionata all’esigua quantità di puntate impiegate dall’anime per raccontarla (cinque). Il tutto unito alla non-necessarietà di includere questo arco narrativo nel gioco finale. Non necessariamente una perdita, visto che comunque le potenzialità in termini di gameplay erano alquanto scarse, per non dire marginali.
A queste saghe specifiche, che vi abbiamo appena elencato, andrebbero aggiunte tutte le pellicole cinematografiche che hanno coinvolto il franchise nel corso del tempo, anch’esse escluse dal gioco base. Una lista bella lunga, e che non è stata inclusa volontariamente in Dragon Ball Z Kakarot, sebbene non sia mai troppo tardi per invertire la rotta. Le potenzialità offerte dai servizi online consentono infatti al publisher di calibrare di volta in volta le proprie mosse. Non è quindi da escludere che Bandai Namco possa operare in tal senso sfruttando i DLC per infarcire di espansioni il suo titolo.