Cordata Huawei, Xiaomi, Oppo e Vivo per l’anti-Play Store, l’unione fa la forza

Il risultato di una partnership ora attiva potrebbe impensierire e non poco Mountain View

Huawei

INTERAZIONI: 507

L’unione fa la forza e Huawei insieme al concorrente Xiaomi ma pure a Oppo e Vivo sta lavorando ad una partnership che dovrebbe partorire il cosiddetto anti-Play Store: si tratterebbe di uno store unico alternativo a quello di Google e condiviso da tutti i produttori cinesi appena menzionati.

Huawei , Xiaomi, Oppo e Vivo già stanno lavorando insieme da tempo nell’ambito della Global Developer Service Alliance (GDSA). La piattaforma in questione è stata pensata per rendere il lavoro più semplice agli sviluppatori di app, giochi e musica, permettendogli di avere un interlocutore unico per la pubblicazione dei loro lavori e dunque una diffusione massima degli stessi.

L’anti-Play Store di Huawei, Xiaomi e degli altri amici concorrenti sarà presto realtà? In un primo momento si era parlato di lancio del nuovo servizio a marzo ma la ben nota diffusione del Coronavirus in terra asiatica e non solo potrebbe spostare in avanti l’appuntamento.

Va chiarito, in ogni caso, che il progetto dello store alternativo a quello di Mountain View si collocherebbe un gradino più in altro dell’App Gallery di Huawei ad esempio, già alternativa utilizzata dopo il ban USA dal produttore cinese. Il nuovo progetto godrebbe degli sforzi di tutti i produttori qui menzionati messi insieme e pure di una base di utenti ben più vasta e dislocata geograficamente in diversi punti del pianeta. Non è un mistero che la parte di clienti maggiore per Xiaomi risiede in India, quella di Vivo e Oppo nell’area sud-est asiatica e infine quella di Huawei in Europa. Insomma, lo sforzo comune potrebbe già impensierire, in fase di partenza, proprio Google al quale potrebbe mancare decisamente del terreno sotto i piedi.

La notizia odierna segue quella delle scorse ore riferita alla volontà di Huawei di preinstallare sui suoi nuovi smartphone ben 70 app proprietarie, tutte alternative a quelle dei servizi Google, proprio nell’ottica di rendersi indipendente dall’azienda di Mountain View dopo il ban. L’accelerazione inferta dal futuro Play Store alternativo in questa direzione sarà senz’altro notevole.