Le serie tv rivelazione premiate agli Emmy Awards 2019 che vale la pena recuperare

Sono tante le serie tv rivelazione premiate agli Emmy Awards 2019 come Miglior Serie o per i loro interpreti principali che vale la pena scoprire


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Mai come quest’anno, l’ultima edizione degli Emmy Awards, la n.71 della storia dell’Oscar della Tv, ha riservato più di una sorpresa premiando delle vere e proprie serie rivelazione, titoli ed interpreti fuori dal solito – e un po’ stantio – circuito dei prevedibili vincitori. Non c’è stato il plebiscito per Game of Thrones, nonostante le 32 candidature e l’addio alla serie terminata quest’anno, anche se la saga fantasy ha portato a casa la statuetta più ambita, quella per la Miglior Serie Drammatica: un trionfo contestatissimo, viste le polemiche per la stagione finale che ha deluso i fan al punto da spingerli a chiedere ad HBO di girarla di nuovo. Ha vinto anche Peter Dinklage, come Miglior Attore non Protagonista in una Serie Drammatica per il suo ruolo di Tyrion Lannister, ma per il resto a spiccare in quest’edizione degli Emmy sono stati dei validissimi outsider.

Finalmente, viene da dire. L’ormai archiviata egemonia del Trono di Spade ha lasciato spazio a titoli innovativi, audaci e dal linguaggio decisamente contemporaneo, premiando serie rivelazione di grande qualità che non sempre possono contare sulla visibilità garantita da emittenti giganti come HBO (ad eccezione della serie-evento Chernobyl) ma perlopiù si sono fatte strada debuttando a volte anche un po’ in sordina tra i cataloghi delle piattaforme streaming come Netflix e Amazon Prime Video.

Titoli che vale la pena recuperare se non ancora visti, perché per una volta le decisioni dell’Academy of Television Arts & Sciences sono andate davvero incontro ad un rinnovamento auspicabile della lista dei premiati. Ecco 5 esempi di questa ventata d’aria fresca arrivata dal palco degli Emmy Awards 2019 che traccia un bilancio positivo per la serialità in quest’anno che volge ormai al termine.

Chernobyl – Miglior Mini-Serie Tv, Miglior Regia, Miglior Sceneggiatura ed altri premi

Un magistrale esempio di narrativa d’inchiesta applicato alla tv: la serie HBO/Sky creata da Craig Mazin e tratta dal libro-testimonianza Preghiera per Chernobyl di Svjatlana Aleksievič ha drammatizzato gli eventi del disastro della centrale nucleare del 1986 nell’allora Unione Sovietica con accuratezza, sensibilità e uno standard qualitativo eccezionale per scrittura, regia, fotografia. Non da ultimo, il cast di super talenti composto da Jared Harris, Stellan Skarsgard ed Emily Watsonha contribuito a rendere questa serie un piccolo capolavoro nel suo genere.

Fleabag – Miglior Serie Commedia e Miglior Attrice Protagonista di una Commedia a Phoebe Waller-Bridge

Dal talento ormai universalmente riconosciuto di questa interprete, scrittrice e produttrice, è nato un gioiello di ironia, satira sociale, dramma sentimentale che si incrociano nella vita dell’incasinata ed imperfetta protagonista alle prese con i bivi che la vita le presenta davanti ai suoi trent’anni. Il tutto condito da un linguaggio brillante, incisivo e politicamente scorretto, nonché da un femminismo contemporaneo che oltrepassa le etichette e gli abusati stereotipi sul genere femminile.

Killing Eve – Miglior Attrice Protagonista di una Serie Drammatica a Jodie Comer

Il thriller tutto al femminile con Jodie Comer e Sandra Oh, anch’esso ideato da Phoebe Waller-Bridge ma passato alla penna di Emerald Fennell nella seconda stagione, è una sensuale, dinamica e sorprendente caccia reciproca tra una detective (Eve Polastri) e una serial killer psicopatica (Villanelle). Lo scorso anno la Oh aveva mancato la vittoria come Miglior Attrice in favore di Claire Foy, quest’anno ha ceduto il passo alla co-star Jodie Comer. In attesa di tornare a rincorrere Villanelle nella terza stagione.

Pose – Miglior Attore Protagonista in una Serie Drammatica a Billy Porter

Una statuetta che fa la storia, quella a Billy Porter per Pose, visto che è il primo uomo apertamente gay a vincere l’Emmy come miglior attore in una serie drammatica. Come a suo modo fa la storia della tv la serie di Ryan Murphy: con decine di personaggi gay e transgender, è un inno alla diversità e alla libertà: col cast LGBT+ più ampio della storia affronta i temi dell’emarginazione, dell’omofobia, dell’HIV, raccontando le lotte per l’affermazione della sottocultura LGBT+ a partire dalla storia di un eccentrico collettivo di artisti che vive ai margini della New York degli Anni ’80.

When They See Us – Miglior Attore Protagonista in una Miniserie a Jharrel Jerome

La miniserie creata e diretta da Ava DuVernay per Netflix racconta con profonda sensibilità lo spinoso caso della corritrice brutalmente aggredita a Central Park nel 1989, quando cinque giovani, di cui quattro neri e uno ispanico, furono condannati sulla base di una confessione estorta e in mancanza di prove certe della loro colpevolezza, per essere poi scagionati solo nel 2002 in seguito alla confessione del vero colpevole. Una serie che affronta i temi irrisolti delle falle del sistema giudiziario americano, soprattutto in relazione alla sua esposizione a fenomeni di razzismo e discriminazione etnica.