Laura Pausini cannibalizza il MEI invece di studiarlo per fare una musica migliore

Il Meeting delle Etichette Indipendenti a Faenza è stato un successo malgrado le cadute di stile di chi tenta di oscurarlo


INTERAZIONI: 1275

Piccolo sillogismo.

L’indie è il nuovo pop.

L’indie va in classifica.

I cantanti pop, quelli già affermati, non vanno più in classifica, o ci passano fugacemente.

I cantanti pop, quelli già affermati guardano all’indie per cercare di rimanere a galla.

Fine del piccolo sillogismo.

Iniziamo.

Rullo di tamburi.

Laura Pausini si attacca al MEI.

Lo fa con la sua solita grazia, così, senza preoccuparsi troppo dei danni collaterali. Chi è Divina, in genere, poco si occupa delle cose di questo mondo. Così succede che il giorno dopo la fine del MEI 25, il Meeting delle Etichette Indipendenti di Giordano Sangiorgi, edizione sposata da numeri importanti, oltre trentamila presenze in una Faenza tirata a lucido, grandi nomi della musica indipendente, di fatto o moralmente, lì sul palco in Piazza del Popolo come al Teatro Masini, penso ai Negrita, a Cristina Donà e Ginevra Di Marco, a Petra Magoni, a Morgan, a Riccardo Sinigallia, a Paolo Benvegnù, davvero chi più ne ha più ne metta, comprese quelle tante realtà indipendenti e indie che in questi mesi si stanno mettendo in evidenza, penso a un Fulminacci, ai Viito, a Giovanni Truppi, a Margherita Zanin, a Irene Ghiotto, ai tanti artisti che hanno preso parte al Premio dei Premi, ecco, il giorno dopo la fine di questo MEI qui, un Meeting delle Etichette Indipendenti davvero sgargiante, in qualche modo ritrovato, pronto per le celebrazioni di questo anno che porteranno dritte dritte all’edizione 2020, questo l’anno del venticinquennale, arriva la notizia non-notizia di un concerto proprio a Faenza, sempre a fine estate 2020 di Laura Pausini, celebrità cittadina.

Rullo di tamburi, di nuovo.

Laura Pausini suona nella sua Faenza.

Faenza.

Venticinquennale.

Segnatevelo.

Di colpo, ca va sans dire, siti e quotidiani spostano lo sguardo dall’edizione appena terminata e non ancora compiutamente celebrata del MEI, edizione del venticinquennale, per concentrarsi su un concerto non-concerto di Laura Pausini, a Faenza.

Un modo, questo della Pausini, per cannibalizzare un evento che ha regalato a Faenza un momento importante, sia culturalmente, perché la musica indipendente punta ancora a fare cultura, cosa che il pop ha da tanto tempo smesso di fare, e sia da un punto di vista di mero intrattenimento, con Piazza del Popolo invasa di gente per la Notte Bianca animata da Morgan e dai Negrita.

Cannibalizzare.

Segnate anche questo.

Perché la Pausini cannibalizza il MEI?

O meglio, perché sostengo che la Pausini cannibalizzi il MEI?

Semplice, perché l’ha fatto, sfacciatamente.

Perché il concerto improvvidamente annunciato dalla Pausini proprio nel giorno del MEI è un concerto rivolto al proprio fan-club, per festeggiarne il venticinquennale. E è un concerto che si terrà a settembre 2020.

Quindi qualcosa di privato, non aperto alla cittadinanza, e qualcosa che in tutti i casi avrebbe potuto serenamente annunciare più avanti, fosse anche tra una settimana.

Chi si occupa di musica ben sa che esiste una regola non scritta per cui, in genere, per una mera faccenda di serena convivenza, più ancora che di galanteria, gli uffici stampa degli artisti tendono a non far uscire in contemporanea notizie che si potrebbero annullare a vicenda. Di più, è una consuetudine non impallare una conferenza stampa con un’altra conferenza stampa, al punto che è noto che gli uffici stampa comunichino tra loro in una sorta di non-luogo dove le agende vengono condivise. Del resto a chi verrebbe comoda l’uscita contemporanea di più notizie destinate agli stessi giornali e nello stesso momento.

Di questo, ovviamente, a Laura Pausini non è interessato affatto, infatti la notizia ha in qualche modo oscurato quella del successo del MEI.

Del resto, dopo la fine del tour, aveva annunciato un suo momentaneo ritiro dalle scene, ritiro che, come sempre in questi casi, si veda l’annuncio di imminente stand-by da parte di Jovanotti, ancora lì a postare foto e video, non ha mai un reale seguito.

Ora, intendiamoci, la fine del tour, che l’ha vista in compagnia di Biagio Antonacci, non è stata esattamente quella che i due si sarebbero aspettati quando hanno ipotizzato questa avventura insieme.

Nessuno sfoggio di numeri giganteschi, forse perché questi numeri non ci sono stati.

Nessuno scoppiettante esibizione di sold out.

Un finale tiepidino, dimesso, di quelli stanchi, forse oscurato proprio dal tour nelle spiagge di Jovanotti, insieme ai sei San Siro di Vasco il vero evento dell’estate 2019.

Loro sì che si possono vantare di un successo senza precedenti.

Per altro, chi scrive ben lo ricorda perché era proprio in compagnia di Vasco al momento dell’accaduto, quando il rocker di Zocca ha festeggiato i numeri del suo fanclub, sostenendo a ragione che fosse il più numeroso in Italia, la Pausini ha ben visto di contraddirlo, cercando di prendersi lo scettro da regina, salvo poi dover immediatamente fare marcia indietro, cancellando post sui social assolutamente fuoriluogo, conscia che i numeri dicevano appunto altro.

La Pausini è fatta così, vorrebbe vincere facile, e quando non le riesce si incazza e smania.

Quindi, prima di prendersi questa benedetta, almeno da chi scrive, pausa, vuoi che una Divina come Laura Pausini non voglia almeno per un po’ riguadagnare il proscenio?

Eccoti quindi questo annuncio che, un fanclub come quello della Pausini è uno dei più attivi sui social, ben lo so io che spesso mi sono trovato a dover fronteggiare vere e proprie shit storming da parte di alcune frange più animate, si pensi al famoso caso del “dito medio” esibito dalla cantante di Solarolo con la sua solita eleganza in quel di San Siro, erroneamente addebitato a me e quindi a più riprese spammato dai suddetti fan sui miei social, con grande divertimento da parte mia, divertimento poi sfociato in rottura di palle, perché esiste quella cosa chiamata misura che andrebbe presa sempre in considerazione. Del resto, se ti piace una cantante che canta modulando così la voce, la misura non devi proprio sapere cosa sia, me ne sono da tempo fatto una ragione.

Ma torniamo a oggi.

Eccoti quindi l’annuncio, e eccoti la grande eco dell’annuncio. Annuncio cafone e intempestivo, che si attacca clamorosamente all’eco del MEI. Perché, lo dicevamo ieri, in questi giorni non sta davvero succedendo nulla, MEI escluso.

Una festa per Faenza, ha gridato qualcuno, inconsapevole, forse, che al limite a festeggiare saranno gli albergatori, che vedranno qualche migliaia di persone accorrere in loco, non certo la cittadinanza, che di quel concerto potrà al limite sentire il rimbombo da fuori la location che la Pausini ha scelto per il tutto.

Non festeggeranno sicuramente le tante realtà indipendenti e emergenti che al MEI hanno guardato e guardano come a una realtà che si è ormai consolidata a livello nazionale, rimanendo però saldamente ancorata al proprio territorio.

A festeggiare, credo, potrebbero essere invece sì, alcuni abitanti di Faenza, ma non per le ragioni su indicate. Talmente tanto la faccenda è irrituale da risultare quasi voluta, come se le imminenti elezioni locali e regionali fossero parte integrante della faccenda.

Vuoi vedere che a spingere la notizia non sia stato qualcuno che ha a cuore più l’offuscare il MEI, fiore all’occhiello della città, da sempre di centrosinistra?

Del resto, non sono mica io a dirlo, la musica indipendente è sempre stata più incline a questa parte politica, e il lavoro fatto sapientemente da Giordano Sangiorgi, patrone del MEI, in tutti questi anni ne è in qualche modo conferma, tanto quanto il pop immobile nei suoi canoni della Pausini è decisamente accomunabile a un’idea restauratrice che farebbe la gioia dei sovranisti tutti.

Chi dovrebbe essere più caro ai sovranisti della cantante che da sempre viene indicata come la nostra ambasciatrice in giro per il mondo, neanche fosse il Parmiagiano Reggiano o la Pizza Margherita di Napoli?

Divina, si scherza, ovviamente.

O meglio, si ride per non piangere, perché i fatti narrati son tutti lì, sotto gli occhi di chi vuole vedere.

Ora, che la musica della Pausini non rientri nei miei canoni estetici direi che è cosa risaputa, come che il mio predirne un certo arretramento in fatto di consenso e numeri, perché a livello artistico direi che più arretrata di così è davvero difficile, è andato puntualmente realizzandosi, le classifiche degli ultimi album lo attestano, come, ripeto, i numeri non sfavillanti dell’ultimo tour con Biagio “cavallo che affoga” Antonacci. Se però da una parte mi viene da incoraggiarla a guardare al MEI, non tanto per cannibalizzarne i risultati quanto per provare a capire che esistono musiche assai più interessanti delle sue, evidente invito a dedicarsi alla famiglia invece che al pop, dall’altra mi viene da dire che provare a oscurare un grande risultato per una realtà davvero indipendente è gesto vile tanto quanto villano. Prenditi questa lunga pausa, Pausini, se non vuoi farlo per te, fallo almeno per noi.