Playing for the Planet: PS5, Xbox e Stadia unite per l’ambiente

Alcuni dei più grandi nomi dell'industria videoludica si uniscono all'iniziativa Playing for the Planet. In partnership con le Nazioni Unite, si lavorerà per ridurre l'impatto del settore sull'ambiente

PS5 per Playing for the Planet

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PS5, è questo il nome da segnare per quanti guardano al futuro del gaming. Almeno per quelli che si dichiarano fedeli all’universo Sony, colosso giapponese che si prepara ad annunciare al grande pubblico la prossima console della grande famiglia PlayStation. Non solo, il quinto device casalingo made in Japan – per cui sono già state ufficializzate alcune delle caratteristiche tecniche e delle feature integrate – strizzerà l’occhio anche a chi ha a cuore la salvaguardia dell’ambiente e più in generale lo stato di salute dell Terra.

Sì perché, nelle ultime ore, Sony Interactive Entertainment ha infatti annunciato di aver stretto una partnership con Playing for the Planet, ente che ormai da anni porta avanti la sua causa per limitare gli effetti dei cambiamenti climatici sul nostro pianeta. Si partirà proprio con la futura PS5, che a sentire il CEO della compagnia Jim Ryan vanterà una modalità di stand-by più avanzata di quella di PlayStation 4, capace quindi di consumare un quantitativo di energia inferiore rispetto a quanto accade attualmente:

La nuova generazione di PlayStation permetterà di sospendere il gioco con un consumo di energia minore rispetto a quanto accade su PS4, con un risparmio pari a 0.5 watt.

Come riportato dal sito Games Industry, se anche solo un milione di giocatori utilizzeranno tale funzione, si andrà a risparmiare un quantitativo di energia tale da poter alimentare addirittura 1.000 case negli Stati Uniti. Per limitare l’inquinamento, poi, Sony promette maggiore attenzione nelle fasi produttive, riducendo l’utilizzo di cartone e carta per realizzare confezioni a più basso impatto ambientale e smaltibili in modo più snello.

A dare man forte alla causa di Playing for the Planet ci sono poi tanti altri protagonisti del settore videoludico. Tra le aziende coinvolte figurano nomi del calibro di Ubisoft, Sports Interactive, Twitch, Niantic, Supercell, Playmob, Rovio, Sybo, Space Ape, Wild Works, Green Man Gaming, Creative Mobile, Reliance Games, iDreamSky, E-Line Media, Strange Loop, Pixelberry e Internet of Elephants. Senza dimenticare i giganti Microsoft con la sua Xbox e Google con Stadia, servizio in abbonamento dedicato al gaming in streaming e al debutto a novembre. La prima, in particolare, si impegna a ridurre entro il 2030 le emissioni della sua catena produttiva, per un valore stimato di circa il 30% in meno. L’azienda di Mountain View, invece, andrà a lanciare pubblicamente una guida per gli addetti ai lavori, utile per lo sviluppo sostenibile dei videogiochi, così come a finanziare direttamente ricerche in questa virtuosa direzione.

PS5, Xbox Scalett e Google Stadia, assieme alle diverse case di sviluppo coinvolte, dovrebbero così segnare non solo il grande inizio della next-gen, ma anche quello di una nuova era. Un’era in cui lo sviluppo responsabile sarà un tema primario, assieme ad una maggiore attenzione alle esigenze dell’ambiente. Non a caso, si stima che tutte le compagnie firmatarie per Playing for the Planet contino un bacino effettivo d’utenza di quasi un miliardo di persone, e potenzialmente potrebbero ridurre le emissioni di CO2 di ben 30 milioni di tonnellate da qui ai prossimi dieci anni.

Insomma, Playing for the Planet – iniziativa per altro avviata nientemeno che dalle Nazioni Unite – rappresenta un passo importante per l’intera industria. A partire dai produttori hardware e software, ma anche per gli stessi appassionati, che potranno godersi i propri titoli preferiti certi di un impatto ambientale sensibilmente ridotto. Voi cosa ne pensate? Scatenatevi poco più sotto nella bianca lavagna dei commenti.