Blinded By The Light, come salvarsi la vita con le canzoni di Bruce Springsteen

Partendo da una storia vera, la regista Gurinder Chadha ripete la formula di "Sognando Beckham". Un timido ragazzo anglo-pakistano, spronato dalle canzoni del Boss, trova il coraggio per inseguire i suoi sogni. Accattivante e superficiale

Blinded By The Light

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Frizzante, superficiale, divertente Blinded By The Light, della regista Gurinder Chadha. Che più o meno ripete la formula del fortunatissimo Sognando Beckham, disegnando un feel-good movie multietnico e pop. La storia ruota intorno a un’altra icona globale, dopo il calciatore del Manchester United, Bruce Springsteen. Figure che fungono da ispirazione per ragazzi nati in Inghilterra ma appartenenti a famiglie immigrate asiatiche, solidamente radicate nelle loro culture di provenienza, qui il Pakistan.

Dietro Blinded By The Light, cui in italiano è stato aggiunto il titolo Travolto Dalla Musica, c’è la storia vera del giornalista Sarfraz Manzoor, trasfusa nella biografia Greetings From Bury Park. Non che questo rappresenti una garanzia di realismo per un film che s’impegna comunque per tenere in equilibrio l’ottimismo corroborante da commedia con uno sfondo storico che restituisca la complessità sociale e politica dell’Inghilterra degli anni Ottanta.

Siamo infatti nel 1987, a Luton, cinquanta chilometri a nord di Londra, e la distanza dalla capitale si sente tutta. Javed (Viveik Kalra) è un pakistano musulmano di sedici anni, un rapporto difficile col padre Malik (Kulvinder Ghir), operaio immigrato che ammonisce sempre il figlio a considerarsi pakistano e non inglese. Il ragazzo ha altre aspirazioni, una passione per la scrittura e la voglia di evadere da un mondo senza prospettive. Bisogna fare però i conti con la realtà: il microcosmo del suo quartiere, che rifiuta gli stranieri – gli atti piccoli e grandi di razzismo non si contano – e il macrocosmo britannico, sono gli anni della politica conservatrice di Margaret Thatcher e di una dura crisi economica, della quale fa le spese anche Malik, licenziato dopo quindici anni.

Sarfraz Manzoor, autore del libro da cui è tratto il film, insieme al suo idolo Springsteen

Un amico fa scoprire a Javed il rock di Bruce Springsteen. In quelle canzoni il ragazzo trova raccontata la sua esistenza, il senso di sfiducia, le sofferenze della working class da cui anche il Boss proviene, con in più le parole che incitano al riscatto, a saltare trepidanti l’ostacolo. Jared trova il coraggio di avvicinare per la prima volta una ragazza, perseguire i suoi sogni, rammendare la relazione col padre, dando una risposta alla sua complessa identità anglopakistana.

Il pregio di Blinded By The Light è nell’eclettismo senza assilli autoriali con cui mescola toni e generi diversi: di volta in volta il film è un dramma a sfondo politico e razziale, una commedia sentimentale, un teen movie scolastico, un musical proletario in cui, per evadere dal mondo come è e dare forma al mondo come vorrebbe che fosse, Javed canta e balla seguendo il filo delle parole delle canzoni di Springsteen. Le quali, letteralmente, appaiono sullo schermo – i classici Born To Run, Thunder Road, The River, Born In The Usa, naturalmente Blinded By The Light – con la loro poesia del quotidiano che fotografa sentimenti e tensioni del protagonista.

Blinded By The Light, momenti da musical proletario

La difficoltà sta nel dare una cifra stilistica riconoscibile a questo affastellamento di generi. La messinscena è la scrittura sono prevedibili, con ogni sequenza meccanicamente annunciata da una nuova canzone, e i troppi personaggi privi d’una caratterizzazione spiccata, funzionali alla storia del protagonista – la professoressa di letteratura che sprona Javed, l’anziano vicino di casa antirazzista che crede al suo talento, gli incontri-scontri con l’amico del cuore, la ragazzina politicamente impegnata di cui s’innamora. Fortunatamente c’è Springsteen: la forza emotiva delle sue canzoni è così autentica da riuscire a mascherare i difetti di una commedia di buoni sentimenti col messaggio troppo in vista.