Se Salvini lasciasse un attimo i porti e salvasse le spiagge dal beach party di Jovanotti?

Dopo la resistenza eroica del fratino di Ladispoli, un decreto del ministrone potrebbe proteggere le nostre coste dall’assalto del barbuto e saltellante cantore. Una task-force gialloverde sventerebbe quel che rimane del Jova Beach Party.

Jova Beach Salvini

INTERAZIONI: 841

Il Jova Beach Party sta battendo le coste italiche. Malgrado i tentativi di ambientalisti e prefetti la festa continua. La resistenza non resiste. Quel gesto del fratino eroico, l’uccellino raro, che come il cinesino di Piazza Tienanmen si mise davanti alle truppe di Jovanotti scacciandole da Ladispoli, è stato vano. Messner è stato vano. Il volatile sottovalutato contro il cantante sopravvalutato. Lo scalatore di montagne contro lo scalatore di biglietti. E Jovanotti vince a avanza, sbarca sulle coste, come in un continuo D-Day sotto le mitraglie di ornitologi, entomologi, sabbiologi e difensori di vincoli paesaggistici. Ministro Salvini, non si faccia distrarre dai barconi, dalle ONG, le coste adesso sono soggette ad un pericolo più grave, Jovanotti. Ci aiuti.

Ma come siamo arrivati fin qua? Gli Italiani, a parte la memoria corta, hanno un debole per quelli che ‘partosvantaggiato e poi per strada divento figo’. Li accompagnano proprio, li finanziano come fosse una tassa autoimposta. Jovanotti, Argentero, Rovazzi, Matano, Ricky Memphis, e via a venire, questi li ho scritti di getto ma in Italia ce ne sono a secchi. Tutti personaggi che all’inizio non gli dai due lire e che poi gradualmente e inspiegabilmente ricevono i gradi, è un attimo e ti li ritrovi al tavolo da Fazio (anche lui della schiera) con tutti gli onori dei fenomeni culturali. Una cosa che nessuno mi leva dalla testa è che tutti questi, quando tornano a casa la sera, lì da soli con se stessi, si fermano e per un attimo pensano alla lotteria che hanno vinto. Sarà così per Memphis quando gli arrivano i bonifici delle produzioni, per Fazio mentre guarda il suo homebanking, per Rovazzi quando guarda il saldo del bancomat, etc. Sono sicuro, ci pensano e si passano il dorso della mano sulla fronte. Perché laggiù, in un buio e remoto anfratto delle loro sovrastimate menti, sanno bene di non valere quel contrappeso, che c’hanno fregati tutti.

Ma torniamo a lui, Jovanotti. Scappato quel dannato giorno dal cestino dei funghi di Cecchetto, ce lo ritroviamo dunque anche in spiaggia. Basta palazzetti, non sono più cool, Jovanotti volta pagina e va avanti. Inventa posti da invadere, mappe alla mano, novello Saraceno da scorribanda. I testimoni di Jova lo aspettano tra le dune, devono incontrarsi e saltellare tutti insieme per toccarsi l’ombelico sudato del mondo. Dopo l’esperimento estivo marchigiano con il dannato Marcoré (che non si poteva falicazzisua) Lorenzone ha capito che si poteva fare casino anche di giorno e in mutande. Si poteva dribblare il declino dei concerti, le tempeste salzanesche e l’aria pesante di città che tira cupa sulla musica.

Ma perché stiamo subendo l’assalto dei musicanti?

C’era un’epoca in cui gli ‘artisti’ li vedevi meno, se ne stavano in panciolle nelle loro depandance, producevano la loro arte, la consegnavano pigramente alle case discografiche e quelle gliela vendevano. Un’ospitata di qua, una di là, poi buon ascolto a tutti e grazie. Ma ecco il digitale, itunes, la pirateria, lo streaming e… buonanotte ai suonatori, davvero. La crisi della discografia ha dipinto per un’intera categoria uno scenario horror, ha svuotato le casse e chiamato molti latranti allo scoperto, fuori dai rifugi. Per fame, a procurarsi il cibo, a barattare canzoni anche per un pezzo di formaggio.

Li vedi chiudersi ansiosi in sale d’incisione e poi, ancora col disco caldo tra le mani uscire famelici per le vie, per i centri commerciali, per i palazzetti. Con le facce da tossici a vendere i propri lamenti per pane e selfies, per sfamare se stessi e i propri piccoli in lacrime, che aspettano là nel nido, con il becco spalancato.

Ma Jovanotti scansa i disperati e se ne va per spiagge. Atecheffei, e guarda come piove, e guarda come mi diverto, e guarda come nommannoio e guarda come rompo il cazzo. E su le mani con la mamma, la figlia e pure la nonna. Ecco il suo prezioso pubblico trigenerazionale, tutti assiepati dinanzi a ciò che la dottrina chiama L’Artista trasversale, ed è così che viene venduto agli sponsor. Ma nessuno sa o dice che, una bella parte di noi, trasversalmente, non ce la fa più. 

Trasversalmente osserviamo il degradato panorama artistico dei nostri figli e ci stracciamo le vesti per il loro ipersocialismo, iperconnessionismo, per la loro tossica alimentazione musicale. Noi, satolli e serviti da quella che fu invece una vera cornucopia musiculturale. Ma sono alti e bassi, cicli e ricicli. Così dicono i tranquilli, si ritornerà su, aspettiamo di toccare il fondo, diamo la culata e poi si risale.

Intanto, aspettando la culata, continuiamo a cadere, come Alice, e ci becchiamo Jovanotti che ci propina il suo disco più costoso, creato con il produttore-leggenda Rick Rubin. Ma in quanti hanno avuto l’ardire di mettere una mano sulla spalla dello zeppolato e sussurrargli: Loré, lo dico a te e lo dico pure a Rick, questo disco fa cagare abbestia, probabilmente è il più brutto che hai fatto, tra tutti quelli che avresti non dovuto fare, cioè più o meno tutti

Ma ce lo vedete Rubin seduto a terra nella posizione del loto hippie-chic con la barba bianca, mentre quell’altro gli salta davanti in stile Masai lagnandosi con Oh Vita, Oh Vita, e Comepoffoioo. Roba che se Rubin fosse improvvisamente in un film der Monnezza, si sarebbe alzato, avrebbe chiuso l’altoparlante e urlato: ma come puoi tee? ma come posso IO sorbirmi sta robba! ma li mortacci tua! Ma levate de torno! (con un bel tribute a Christian De Sica nel gesto di spingerlo via).

Rick Rubin, uno che passa da Johnny Cash e Hot Chili Peppers a…Comepoffoioo. Eddaii. È come quando vedi Red Ronnie che fa interviste indimenticabili a Bowie, McCartney, Vasco, finanche a Fidel Castro e poi ti fa due palle con ore di girato su Valerio Scanu. Ripeto lentamente per chi non lo sapesse: Va-le-ri-o-Sca-nu. 

Qualcosa non va, è l’invasione degli ultracorpi, facciamo l’appello e contiamoci, noi, la minoranza silenziosa, quelli che ancora se ne accorgono. Riuniamoci nelle cantine e pensiamo ad una rivolta, ma senza tanta concitazione, niente sangue, una cosa pigra, da anziani, con in sottofondo un pezzo di De Gregori.

#JesuisFratin

Per l’eventuale task-force del ministro Salvini, ecco le date dei prossimi JBParties:

20 Luglio – Barletta, Lungomare Mennea
23 Luglio – Olbia, Molo Bonaria
27 Luglio – Albenga, Lungomare Colombo
30 Luglio – Viareggio, Spiaggia Muraglione
03 Agosto – Lido di Fermo, Lungomare Fermano
07 Agosto – Praia a Mare, Dino Beach
10 Agosto – Roccella Jonica, Natura Village
13 Agosto – Policoro, Torre Mozza
17 Agosto – Vasto, Lungomare Degli Abruzzi
20 Agosto – Lido Estensi, Porto Canale
24 Agosto – Plan de Corones, cima
28 Agosto – Lignano Sabbiadoro, Spiaggia Bell’Italia
31 Agosto – Viareggio, Spiaggia Muraglione