Alessio Bernabei canta Mi Sono Innamorato Di Te di Tenco con una lettera a cuore aperto

"Non vi ho mai detto che un sorriso o una lacrima che vedo sotto ad un palco mi dona un attimo di vita in più".

Alessio Bernabei mi sono innamorato di te

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Alessio Bernabei canta Mi Sono Innamorato Di Te di Luigi Tenco, un brano datato 1962.
Contenuto nell’album Luigi Tenco, il brano racconta l’amore e fece scalpore per le sue dichiarazioni semplicistiche successivamente spiegate dall’autore nel corso di diverse interviste nelle quali sosteneva la verità e la veridicità di tali affermazioni, semplici ma pure e reali.

Alessio Bernabei canta Mi Sono Innamorato Di Te di Luigi Tenco, a corredo una lettera a cuore aperto che non ci saremmo mai aspettati, una lettera nella quale si scopre un ragazzo insicuro e timoroso ma fragile e forte allo stesso tempo, la cui forza deriva dagli insegnamenti che ha assimilato negli ultimi mesi.

C’è la famiglia, protagonista di immagini estive serene, rifugio e porto sicuro dell’artista nei suoi momenti di debolezza.
Ci sono i suoi nonni, che ha perso di recente e ai quali era molto legato, nel rammarico di non aver goduto abbastanza il tempo in loro compagnia, di non aver registrato i loro ricordi di guerra per riascoltarne le voci all’infinito.
C’è la paura di non sentirsi adeguato, tra ipocondria, attacchi di panico e partite a calcio saltate con le peggiori scuse.
C’è la paura di crescere in una società bastarda che si ciba dell’invidia nascosta tra la gente ma c’è anche l’accettarla come esistente.
C’è la paura di perdere tutto e l’accettazione dell’aver perso già qualcosa, persone che credevano in lui “perché molte volte non riesci a mostrare chi sei veramente”.
C’è la solitudine della domenica e la speranza di ricostruire tutto dal lunedì mattina. 
C’è la ricerca della verità e la volontà di vivere seguendo solo questa.
C’è il desiderio di non bruciarla questa vita, dopo non essere riuscito ad apprezzare fino in fondo i momenti felici che offriva. “Ho capito che i momenti persi non terneranno mai più perché una macchina del tempo non l’abbiamo inventata”.
C’è la speranza di essere dei tre porcellini quello con la casa di mattoni che mette in fuga il lupo cattivo dopo un lavoro faticoso.
C’è la necessità di riparare, rifare, ricomporre, ricreare, o forse fare, comporre, creare per la prima volta qualcosa di vero che faccia sentire Alessio Bernabei realmente nei panni di Alessio Bernabei, per la prima volta.

Ci sono i fan, i palchi e quegli attimi di vita donati da un sorriso o da una lacrima versata da chi ci crede davvero: “Non vi ho mai detto che un sorriso o una lacrima che vedo sotto ad un palco mi dona un attimo di vita in più”.

Cara musica e cara gente,

Non sono mai stato veramente sincero con voi.
Non ho mai fatto uso di droghe, ho sempre odiato l’alcool. Perché qualunque cosa che mi renda fuori controllo, fuori di me, mi fa sempre paura. Ho sempre voluto essere lucido.
Mi sono sempre preoccupato per ogni minimo male o dolore, sono un insopportabile ipocondriaco. Però ogni persona possiede una caratteristica che la rende unica da tutto il resto. E ho imparato ad accettarmi. Ho imparato ad accettare che mi annoia il calcio, che quando i miei amici prendevano un pallone, io facevo finta che la mamma mi avesse chiamato per cena.
Ho imparato ad accettare che i personaggi dei film e dei cartoni animati non esistono e mai esisteranno, così ho sempre fatto finta che la mia vita fosse un film. Soprattutto quando mi viene da piangere sopra ad un palco.
Ho imparato ad accettare che mi sento solo la domenica sera e che amo più il lunedì perché mi da la speranza che c’è sempre qualcosa da ricostruire.
Ho imparato a vedermi sincero allo specchio.
Ho imparato che svegliarmi la mattina mi fa sentire vivo perché svegliarsi il pomeriggio ti fa bruciare mezza vita.
Ho imparato ad amare vedere la mia famiglia, in cucina, d’estate, abbronzata, col ventilatore acceso e sentirmi al sicuro.
Ho imparato che gli attacchi di panico tornano quando nella vita devo morire e poi rinascere un’altra volta perché è sempre un ciclo che si ripete.
Ho imparato che nella vita esiste l’invidia delle persone e ho cominciato ad amarla perché in fondo in fondo invidiosi un po’ tutti almeno una volta lo siamo stati.
Ho imparato ad accettare il mio disagio in mezzo alle persone e sentire la voglia di voler essere sempre in un altro posto.
Mi pento di non aver registrato i miei nonni che mi parlavano della guerra prima che se ne andassero da me.
Mi pento di non aver detto “ti amo” alla vita tante volte.
Ho accettato la paura di dover diventare uomo e non essere più un bambino. Perché questa società non vuole che giochiamo. Noi tutti non giochiamo più. E forse giocare in realtà è la cosa più adulta che sia mai esistita.
Ho imparato ad accettare le persone che credevano in me ed ora non lo fanno più, perché molte volte davanti ad alcuni non riesci a mostrare chi sei veramente.
Ho imparato a suonare la chitarra quando sembrava impossibile ma era la folla nella mia testa che mi dava la forza.
Ho capito che arrivare fino a qui in realtà è stato faticoso e che spero dei tre porcellini io sia quello con la casa fatta di mattoni.
Ho imparato che essere tristi serve ad assaporare al meglio la felicità.
Ho capito che l’arma più forte è mettere il dolore dentro una canzone.
Ho capito che essere troppo buoni permette alla gente di farsi il gioco di te. Ma come fai a cambiare chi sei?
Ho capito che i momenti persi non torneranno mai più, perché ancora una macchina del tempo non l’abbiamo inventata.
Non vi ho mai detto che un sorriso o una lacrima che vedo sotto ad un palco, mi dona un attimo di vita in più.
Sto imparando a volermi bene.
Mi sono innamorato di te.

TESTO

Mi sono innamorato di te
Perché
Non avevo niente da fare
Il giorno
Volevo qualcuno da incontrare
La notte
Volevo qualcosa da sognare
Mi sono innamorato di te
Perché
Non potevo più stare solo
Il giorno
Volevo parlare dei miei sogni
La notte
Parlare d’amore
Ed ora
Che avrei mille cose da fare
Io sento i miei sogni svanire
Ma non so più pensare
A nient’altro che a te
Mi sono innamorato di te
E adesso
Non so neppur’io cosa fare
Il giorno
Mi pento d’averti incontrata
La notte
Ti vengo a cercare