La pessima idea alla base della nuova serie di Gaten Matarazzo di Stranger Things per Netflix, Prank Encounters

C'è qualcosa di urticante nelle premesse alla base della nuova serie di Gaten Matarazzo di Stranger Things per Netflix


INTERAZIONI: 472

Mentre si attende il debutto della terza stagione della serie cult dei fratelli Duffer, arriva la notizia di una nuova serie di Gaten Matarazzo di Stranger Things per Netflix: la baby star, attore e musicista noto ai più per il ruolo di Dustin nel thriller ambientato tra Hawkins e il Sottosopra, farà da produttore esecutivo per la piattaforma di streaming in uno spettacolo dal titolo Prank Encounters, la cui idea di fondo, però, lascia decisamente perplessi.

Netflix ha annunciato che produrrà e distribuirà la serie in otto parti già in lavorazione, il cui debutto è previsto entro la fine di quest’anno, descrivendola come “uno scherzo da candid camera in cui due sconosciuti pensano che sia il loro primo giorno in un nuovo lavoro“. Lo show seguirà quindi due persone che credono di aver ottenuto un impiego, ma sperimenteranno una serie di ostacoli: “Tutto sembra normale finché i loro percorsi si scontrano e questi lavori part-time si trasformano in incubi a tempo pieno“.

Creata da Ben Silverman e dalla Propagate di Howard Owens, la serie sarà presentata da Gaten Matarazzo che ne è anche produttore. La regia sarà affidata a Anthony Gonzalez, che ha già esperienza in questa tipologia di format dopo aver diretto Boss Undercover.

Ora, tralasciando il fatto che il genere candid camera sia talmente abusato e superato da spegnere ogni entusiasmo sin dalla lettura della sinossi di questa nuova produzione, c’è qualcosa di urticante nell’idea di base di questa serie: perché dovrebbe essere divertente e/o interessante seguire persone che pensano di aver trovato lavoro mentre sono solo vittime di uno scherzo? E perché dovrebbe essere esilarante vedere due persone che – magari dopo averlo aspettato a lungo – si vedono rovinare il primo giorno di quello che credono essere un nuovo impiego? E perché mai la scoperta dello scherzo da parte della povera vittima dovrebbe risultare piacevole per il pubblico?

Ci si aggiunga anche che la serie è prodotta da un ragazzino che a soli sedici anni è un divo dal patrimonio milionario (il cachet delle baby star di Stranger Things va dai 200 ai 250mila dollari a episodio, come per i suoi giovani colleghi) e l’idea di prendersi gioco di due impiegati al loro primo giorno di lavoro risulta ancora più urticante. Vedremo se la realizzazione saprà smentire le pessime premesse.