She is coming di Miley Cyrus è il manifesto anarcoide di una popstar (recensione)

La voce di Wrecking Ball ritorna e ci racconta il sesso, l'amore e la libertà personale


INTERAZIONI: 67

“She is coming” di Miley Cyrus è arrivato, ma prima della pubblicazione ci eravamo ritrovati a visionare un’immagine emblematica della popstar di Nashville, nata come una stella della televisione e diventata, negli anni, un fenomeno mediatico fatto di provocazione e “parental advisory”. Nell’immagine, che poi abbiamo scoperto essere la copertina dell’EP, abbiamo visto Destiny Hope Cyrus – questo il suo nome di battesimo – indossare la t-shirt con l’artwork di “Never mind the bollocks” dei Sex Pistols e l’intento è stato subito sbattuto in faccia a chiunque: Miley Cyrus ha intenzione di fare ciò che si sente di fare, e questo EP ne è la prova.

“She is coming” di Miley Cyrus è il primo capitolo di una trilogia che includerà 18 brani e che sarà raccolta sotto il titolo di “She is: Miley Cyrus” in uscita nei prossimi mesi. L’antipasto di questo EP ci porta all’ascolto di 6 tracce eterogenee, seppur legate insieme dal filo rosso del dance-pop. Non troviamo ballate come Adore you, bensì un prontuario di collaborazioni, sperimentazioni e idee su ciò che è il suo percorso in continua evoluzione. Discostati i fumi del gossip e gli impegni con la nuova stagione di Black Mirror, ritroviamo l’artista che canta, nel suo stile, il sesso protetto e l’amore appassionato.

Dall’acquisto della versione digital download dell’EP, infatti, i fan riceveranno un preservativo che, nella confezione, riporta il titolo della trilogia e del primo capitolo. Nel menu di “She is coming” di Miley Cyrus l’assortimento è anche tra i nomi dei produttori: Andrew WyattMark RonsonJohn CunninghamRZAMake WiLL Made-It. Il risultato è un’insalatona pop audace e accurata nella selezione di suoni e scaletta. Non esistono ancora videoclip estratti dall’EP, anche se la popstar ha già lanciato un teaser provocatorio che preannuncia qualcosa di nuovo, chiaramente a sfondo sessuale.

Mother’s daughter non lo manda a dire: «Non scherzare con la mia libertà», e la base pop con synth nello stile degli anni ’80 crea la fortezza sonora per un singolare inno alla libertà che in realtà è l’ostentazione delle proprie facoltà. Andrew Wyatt, produttore che si muove negli ambienti alternative, ha potenziato nelle dinamiche e ha reso al nostro ascolto un’opening track esplosiva. Unholy è uno sfogo per rispondere alle critiche e gli adulatori: «Mi odiate, mi amate, vorreste toccarmi, sto solo cercando un po’ di pace, lasciatemelo fare», e il testo si appoggia su una base leggermente più morbida rispetto a Mother’s daughter, con un taglio r’n’b.

DREAM (Drugs rule everything around me) ospita il rapper Ghostface Killah nella seconda parte e, nel titolo, è un tributo a CREAM (Cash rule everything around me) dei Wu Tang Clan, anche se in questo caso ci ritroviamo con una ragazza alle prese con i postumi di un party, che si sveglia con uno sconosciuto nel suo letto, nuovi tatuaggi e che riflette sulla sua abitudine di essere sempre l’ultima persona a lasciare le feste. La pseudo-malinconia del beat si rigenera nei cori del ritornello e diventa un irriverente hip hop in Cattitude, che ospita le rime di RuPaul e il doppio senso: «I love my pu**y, that means I got cattitude». Il fraseggio frenetico e il beat sincopato si posano con dolcezza quando arriva Party up the street, che si apre con il cantato di Swae Lee e si appoggia su un arrangiamento che attinge dagli anni ’90, con archi sintetici, synth minimali e atmosfere da club quasi oniriche.

The most chiude il disco ed è l’unica vera canzone d’amore del disco. Non una ballad, bensì una dedica appassionata al marito, scandita da una ritmica che potrebbe fare il verso a Close to me dei Cure per l’apparente velocità delle dinamiche, ma Miley canta con lentezza e scandisce ogni vocabolo. Scappa qualche graffiato, perché solo un cuore che pulsa può ricordarsi di quanto il proprio amore sia presente anche nei momenti più neri. Ciò che sentiamo dopo l’ascolto di “She is coming” di Miley Cyrus è un’opera in sospeso che troverà completamento nei mesi a venire, un primo assaggio dal gusto forte e dal retrogusto vivace, stesse qualità che appartengono alla giovane popstar dai tempi di Wrecking ball.