Gli effetti di Stranger Things sulla vita di Millie Bobby Brown: “Soffro di ansia per l’odio della gente”

La fama improvvisa arrivata a dodici anni con Stranger Things ha stravolto la vita di Millie Bobby Brown. E non soltanto in positivo


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Per una dodicenne che si trasforma in una star dall’oggi al domani, le conseguenze della popolarità improvvisa non sono mai del tutto innocue: Stranger Things ha travolto la vita di Millie Bobby Brown, che da bambina col sogno della recitazione quando ha fatto il suo provino per interpretare Eleven nella serie dei Duffer Brothers si è trasformata, già con la prima stagione, in una giovanissima promessa della tv e del cinema nel giro di un paio d’anni, calcando red carpet e ottenendo proposte di lavoro come una vera diva.

In molti ricorderanno le polemiche sui suoi look considerati troppo “adulti” durante alcune premiazioni,quelle sul suo cachet o quelle intorno alla gestione della sua nascente carriera, con polemiche relative anche al modo in cui la stampa si è fiondata su questa ragazzina appena adolescente osannandola o criticandola (dai paragoni con Natalie Portman ai commenti sulla sua femminilità) come fosse una donna adulta e non la bambina che in realtà era almeno fino a qualche anno fa.

Le conseguenze si sono fatte sentire: insieme alla fama e agli elogi sono arrivate le critiche, gli insulti, l’odio degli odiatori di professione, tanto in rete quanto nella vita quotidiana.

Lo ha raccontato la stessa Brown, oggi sedicenne ambasciatrice Unicef per l’Infanzia, in una recente intervista a Glamour UK in cui ha raccontato il ritorno alla vita di tutti i giorni dopo l’esperienza sul set di Stranger Things, che le è valsa già due nomination agli Emmy Award per il ruolo di Eleven.

Ho sofferto il bullismo quando sono tornata a scuola in Inghilterra. In effetti è stata una situazione che mi ha causato molta ansia e problemi che sto ancora affrontando. Nella vita reale e on-line, ho avuto a che fare con situazioni che colpiscono le persone, fa davvero male leggere alcune cose. Voglio per combattere la negatività nei social network, l’ho vissuta, è come una malattia, l’odio è orribile.

La Brown vuole farsi portavoce di una campagna di informazione e sensibilizzazione sul tema del bullismo, che lo scorso anno l’aveva spinta a lasciare Twitter.

Le vite dei giovani sono sempre più sotto pressione, e voglio assicurarmi in primo luogo che i bambini siano protetti dalla violenza e dallo sfruttamento.

La Brown è solo una delle tante star che non ha paura di parlare degli effetti della fama e di ammettere che questa ha avuto ripercussioni sulla sua salute mentale: prima di lei lo hanno fatto anche altre ex baby-star come Selena Gomez, Ariana Grande, Demi Lovato, tutte cresciute sotto i riflettori e tutte, oggi, alle prese con problemi di ansia. Una questione che andrebbe posta a più ampio raggio, oltre il mondo dei social, coinvolgendo tutti i mass media e chiamando in causa le responsabilità di chi fa giornalismo e comunicazione.