Recensione Avengers Endgame, la fine di un’epoca Marvel celebrata con nostalgia in un’opera mastodontica

Avengers Endgame, ovvero la conclusione di un'epoca cinematografica destinata a restare negli annali di storia: la nostra recensione spoiler free del film Marvel.


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Whatever it takes, a qualunque costo, è il mantra celebrativo di Avengers Endgame, film che chiude un’epoca Marvel e segna anche l’inizio di un nuovo capitolo. Non potevano che esserci i Vendicatori originali a riportare la pace nell’universo, e affinché ogni cosa torni al suo posto, spetta a Iron Man (Robert Downey Jr.), Captain America (Chris Evans), Thor (Chris Hemsworth), Hulk (Mark Ruffalo), Vedova Nera (Scarlett Johansson) e Occhio di Falco (Jeremy Renner) ristabilire l’equilibrio – con l’aiuto di qualche supereroe in più – e sconfiggere Thanos, che si è dato alla vita campestre dopo aver distrutto il 50% della popolazione mondiale.

A qualunque costo vale sia per chi ha qualcosa da perdere (come Tony, che ha fin troppo da sacrificare), sia per chi non ha più nulla per cui lottare (come Steve, sconfitto moralmente che incoraggia coloro a cui è stato tolto tutto). Ma come la Marvel ci insegna, il destino dell’eroe deve compiersi, e come tale il richiamo al sacrificio per qualcosa di più grande (l’amore, che tutto muove) è più forte di qualunque arma forgiata ad Asgard.

Il tempo è infatti leitmotiv del film, che si trasforma in un’opera dal sotto testo filo-religioso: la malinconia del passato, la nostalgia di ciò che si era, tutti questi fattori si uniscono in una concatenazione di eventi che rendono Avengers Endgame un film mastodontico, anche più di Infinity War – dove la gestione dei personaggi era già complessa – e alla fine si ha la sensazione che ogni pezzo del puzzle è tornato al suo posto. Affinché tutto si compia, i personaggi si mettono a nudo, abbandonano scudi e corpi scultorei, mostrando dubbi, fragilità e debolezze, componenti che li rendono umani.

I rapporti sono ormai predefiniti (si parla di famiglia piuttosto che di squadra), e come da tradizione, non mancano i siparietti comici – il procione Rocket su tutti è lì a ricordarci che la Marvel non è il dark universe della DC; Thor, invece ha ormai abbracciato lo stile umoristico di Ragnarok – ripetizioni di gag storiche (“Ho tutto il giorno libero”, frase ripetuta da Steve Rogers in diverse occasioni), nomignoli (ci si riferisce ad Ant-Man chiamandolo Stuart Little) e inside jokes (Tony chiama il Doctor Strange “il mago di Baker Street”, la via di Sherlock Holmes, interpretato da entrambi sullo schermo).

Avengers Endgame è un film corale che elogia i grandi protagonisti di questi ultimi dieci anni, a cominciare da Tony Stark/Iron Man, colui che ha dato il via all’universo cinematografico Marvel, ma allo stesso tempo apre spiragli e speranze per il futuro. Insomma, i giochi si sono conclusi per Thanos & company, ma il mondo ha ancora bisogno di nuovi Vendicatori.

Con Avengers Endgame, i fratelli Russo chiudono letteralmente il sipario su un’epoca cinematografica che resterà per sempre nell’immaginario collettivo.