Serie tv tratte dai libri, 10 successi letterari che sogniamo di ritrovare sul piccolo schermo

Da Le correzioni a 1Q84, una lista di imperdibili romanzi che vorremmo veder volare dalla pagina allo schermo.

Le correzioni di Franzen tra le serie tv tratte dai libri che sogniamo di guardare

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La televisione ha sempre attinto alla letteratura in quanto fonte inesauribile di storie, ma è soprattutto negli ultimi anni che abbiamo assistito a un fiorire di adattamenti televisivi da romanzi classici e contemporanei. In questa Giornata mondiale del libro vogliamo fermarci a riflettere su quali
serie tv tratte dai libri potrebbero essere sviluppate dai network e diventare i grandi successi di domani. Se potessimo dire la nostra sceglieremmo, tra tanti, dieci casi editoriali italiani e internazionali. Eccoli.

Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay

Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay è il romanzo grazie al quale Michael Chabon ha vinto il premio Pulitzer per la narrativa nel 2001. È la storia di Joe Kavalier e Sam Clay, due giovani ebrei – il primo cecoslovacco, il secondo statunitense – uniti dalla passione per i fumetti. Joe è uno straordinario vignettista, Sam un visionario narratore, e in una New York solo sfiorata dalle tragedie della seconda guerra mondiale i due vivono e respirano a ogni ora del giorno le storie degli eroi a fumetti, e fra sacrifici personali ed economici, tentativi falliti, amori tormentati e passioni sopite riescono infine a cambiare la loro vita.

Una serie tv tratta da Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay sarebbe una pomposa celebrazione della cultura pop americana, fatta di fumetti e autori celebrati quali Stan Lee, Jack Kirby e Joe Shuster; celebrità come Orson Welles, Harry Houdini e Salvador Dalì; romanzi pulp da pochi soldi divorati dai ragazzi dell’epoca e superereoi fittizi ma perfettamente verosimili, come l’Escapista, di cui gli stessi Joe e Sam sono i creatori.

Sarebbe una serie per i nostalgici delle grandi epopee a fumetti, ma anche per gli amanti della storia e della cultura a stelle e strisce, che nel romanzo emergono in forma epica dal racconto di un sogno americano dapprima vagheggiato e poi ottenuto al netto di profonde perdite e sofferenze.

Le correzioni

Trasposto sul piccolo schermo, il capolavoro di Jonathan Franzen darebbe vita a un’intricata e accattivante rappresentazione della decadenza dei valori morali dell’America di oggi, delle piccole grandi ossessioni di ognuno e dei vani tentativi di correggere le imperfezioni proprie e altrui. Le correzioni è la storia di Enid e Alfred Lambert, una coppia di anziani aggrappata con le unghie e con i denti alla propria cittadina del Midwest, agli oggetti quotidiani, ai ricordi, alle convinzioni di una vita. Il loro unico desiderio – trascorrere un ultimo Natale tutti insieme nella casa di famiglia – si scontra con le vite problematiche dei tre figli.

Gary, dirigente nel settore bancario, si ritrova escluso dalle dinamiche familiari della moglie e dei due figli e rifiuta di ammettere di essere clinicamente depresso. Chip, scrittore inconcludente e lampante esempio di talento sprecato, perde il proprio impiego da professore universitario e cerca un facile e fraudolento successo economico in Lituania per ripagare i propri debiti. E per ultima Denise, promessa dell’alta cucina, è vittima delle proprie scelte sbagliate, di relazioni fallimentari e di una sessualità scoperta in ritardo.

Nel 2012 si è pensato che HBO avrebbe prodotto una serie tv basata su Le correzioni, scritta dallo stesso Franzen, con un cast che avrebbe dovuto comprendere Chris Cooper, Dianne West e Ewan McGregor, ma per motivi non ben precisati il progetto è stato abbandonato.

A volte ritorno

A volte ritorno è un romanzo del 2011 di John Niven. In questo concentrato di ironia e cultura pop, Dio torna al lavoro dopo una vacanza di quattro secoli e scopre che la Terra è prossima a un’apocalisse a causa di guerre, genocidi e catastrofi varie. Incerto se distruggere l’universo e ricominciare da capo, decide alla fine di mandare suo figlio Gesù sulla Terra perché convinca il genere umano a vivere una vita migliore.

Troviamo così Gesù a New York. In compagnia di un gruppo di individui emarginati e disadattati, decide di partecipare al talent show American Popstar per avere una piattaforma dalla quale trasmettere a un maggior numero di persone il proprio messaggio di amore. Superate le selezioni, conquista il pubblico e vince il contest, e sfrutta il premio in denaro per fondare una comunità in Texas retta da valori di ispirazione hippy: marijuana libera, autosostentamento alimentare e libertà di autodeterminazione.

Purtoppo il genere umano non sembra davvero pronto ad accogliere il suo messaggio. Considerandolo una minaccia alla sicurezza del Paese, l’FBI lo arresta e lo condanna a morte. Prima di morire, Gesù dichiara: insomma, la Bibbia è quasi tutta una scemenza, ma non c’è altro modo per dirlo, ragazzi… voi non sapete quello che fate. Però cercate di ricordarvi questo: fate i bravi.

Con la sua potentissima carica ironica, A volte ritorno potrebbe facilmente diventare un nuovo caso televisivo, sulla scia della comedy NBC The good place ma con un potenziale divisivo ben più ampio. Perché dietro una completa disinibizione e un’apparente sovversione dei messaggi evangelici tradizionali si scorge un chiaro messaggio di amore, accettazione e inclusione delle minoranze spesso relegate ai margini della società.

1Q84

1Q84 è uno dei più celebri romanzi del giapponese Haruki Murakami. Al centro della storia troviamo Aomame, killer spietata che vendica le donne vittime di violenza, e Tengo, ghost writer incaricato della riscrittura di un libro dai risvolti sinistri. I due vivono vite completamente diverse e apparentemente inconciliabili, ma sotto la luce di una seconda luna scoprono di essere uniti da un filo sottilissimo in un mondo onirico e inspiegabile.

Le incertezze della vita contemporanea, le difficoltà di un amore difficilmente appagabile, il confine labilissimo tra sogno e realtà sono i temi prevalenti del capolavoro letterario di Murakami e sarebbe interessante scoprirne le potenziali rese sul piccolo schermo. In anni in cui la razionalità è spesso svanita da universi narrativi retti da princìpi indecifrabili – The OA ne è uno dei casi più recenti – una serie tv tratta da 1Q84 potrebbe trovare il suo posto senza troppe difficoltà. Riuscire a trasmettere le impalpabili riflessioni di Murakami sulla vita e la morte, la solitudine, l’amore, il caos, sarebbe certo una grande sfida anche per i migliori sceneggiatori del settore.

Cavie

Fra i tanti libri dell’eccentrico Chuch Palahniuk, Cavie spicca per la sua propensione a un racconto corale e una comoda divisibilità in capitoli. Il romanzo, infatti, è composto da 23 storie raccontate dai rispettivi protagonisti. Sono tutti aspiranti scrittori dalla vita complicata, incuriositi da un annuncio su un giornale che promette un ritiro di tre mesi durante i quali immergersi nel lavoro e staccare la spina da qualsiasi altra occupazione. L’annuncio, però, è una trappola tesa dal malvagio Whittier, un sadico sulla sedia a rotelle che vuole sfruttare le loro storie e le loro vite.

Se diventasse una serie tv, Cavie sarebbe un titolo perfetto per un pubblico di nicchia amante dell’horror, dell’humour nero e della satira. Perché come in molte altre opere di Palahniuk, anche qui la storia conduce al trionfo del grottesco, in un tripudio di dettagli comici e al contempo oscuri e disgustosi, specchio di una società odierna così affamata di celebrità istantanea.

Dannazione e Sventura

Palahniuk è autore anche di Dannazione e Sventura, due romanzi fantasy in cui, ancora una volta, prevale un approccio bizzarro e oscuro ai temi della vita e della morta. Perché in fondo la morte, proprio come la vita, è ciò che ciascuno decide di farne. Per avvalorare questa tesi Palahniuk narra la storia di Madison Spencer, una ragazzina che si ritrova all’inferno dopo essere morta per un’overdose di marijuana. Qui incontra degli altri adolescenti, Leonard, Patterson, Archer e Babette, e con loro inizia a esplorare i dintorni.

I cinque ragazzi sono accomunati da stupide morti e da altrettanto stupide condanne all’inferno, dovute per esempio all’aver gettato a terra dei mozziconi di sigaretta o aver suonato il clacson. Pur scoprendo di non essere morta davvero per un’overdose ma a causa di un’asfissia erotica, Madison trova nell’inferno un habitat ideale e diventa un punto di riferimento spirituale per una moltitudine di dannati.

Anche in questo caso, se Cavie finisse tra le serie tv tratte dai libri potrebbe trovare una collocazione presso un piccolo network e un pubblico di nicchia, ma saremmo ugualmente curiosi di ritrovare sullo schermo le improbabili vicende di Madison e compagni.

Ti prendo e ti porto via

La lista di serie tv tratte dai libri che sogniamo di guardare, prima o poi, non può non far posto al talento di Niccolò Ammaniti. Dopo il grande successo de Il miracolo, non ci dispiacerebbe immaginare una produzione televisiva basata sul grande successo di Ti prendo e ti porto via, romanzo pubblicato nel 1999.

Ambientato nell’immaginaria Ischiano Scalo, il libro ruota attorno alle vite di Pietro e Graziano. Il primo è un ragazzino timido e problematico, innamorato di una compagna di classe figlia di una famiglia borghese. Il secondo è un playboy ancorato all’adolescenza, che, tornato nel suo paesino d’origine, s’innamora della professoressa Flora, ma ben presto la relazione naufraga e un giorno la uccide. A confessare il delitto, però, è Pietro, che anni dopo rivela di averlo fatto per sfuggire al degrado della sua vita familiare.

Diventato un caso editoriale subito dopo la sua pubblicazione, Ti prendo e ti porto via potrebbe modellarsi sui canoni di una serie tv riflessiva e intima, carica di rimandi alla condizione di degrado della provincia italiana, alla difficoltà dei rapporti di coppia, alla complessità delle relazioni tra adolescenti. Non per nulla ne è stato conquistato anche Vasco Rossi, che proprio in onore del romanzo ha inciso l’omonima canzone e ha persino pensato di svilupparne un film.

Cari mostri

Nella ricca produzione letteraria di Stefano Benni, Cari mostri spicca per un approccio spiazzante alla paura. Si tratta di una raccolta di racconti pubblicata nel 2015 e ascrivibile al genere horror e umoristico, in cui la paura viene celebrata come una grande passione. Se è vera, deve essere smisurata e crescente. Di paura si deve morire. Il resto sono piccoli turbamenti, spaventi da salotto, schizzi di sangue da pulire con un fazzolettino.

Nel loro svolgersi assurdo e grottesco, è difficile non immaginare il potenziale successo televisivo di racconti come Sonia e Sara o Hansel@Gretel.com. Nel primo, Sonia e Sara sono due giovani fan di una boyband che, dopo molte difficoltà, riescono a racimolare un solo biglietto per il concerto del loro gruppo preferito. Per stabilire chi potrà parteciparvi si affidano alla roulette russa con una pistola.

Nel secondo, Hansel e Gretel sono due ragazzini grassi, viziati e odiosi, abbandonati dal padre che non può più mantenerli. Dopo averli catturati, una strega li mette a dieta per farli dimagrire e rivenderli ad abbienti pedofili, ma Gretel riesce a ucciderla, a derubarla e tornare col fratello dal padre, che li riaccoglie in cambio di un cellulare in regalo.

Vita

Pubblicato nel 2003, Vita di Melania Mazzucco è la rivistazione fantastica di una saga familiare, basata sull’emigrazione a New York di Vita e Diamante, rispettivamente nove e dodici anni, che lasciano il Sud per abbracciare una nuova vita in una metropoli moderna ma ostile. Nel romanzo dominano i temi della fatica, della perdita e della distanza, ma anche del riscatto, dell’amicizia e dell’amore.

Vincitore del premio Strega, Vita ha riscosso un grande successo anche in Spagna, in Canada e negli Stati Uniti, e proprio per questo è semplice immaginarne una costola televisiva di successo, sulla scia del fascino suscitato da altri pezzi forti del made in Italy, come L’amica geniale o il sempreverde Commissario Montalbano.