Lino Guanciale da La Porta Rossa a L’Aquila, 10 anni dopo il terremoto tra ricordi e ferite ancora aperte

Da attore a conduttore, Lino Guanciale racconta il terremoto de L'Aquila, a 10 anni dal sisma che ha sconvolto il centro Italia. Lo speciale andrà in onda su Rai2.


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Da attore a conduttore, Lino Guanciale presenta “L’Aquila, 03:32 – La generazione dimenticata”, un documentario per ricordare il sisma che ha colpito il centro Italia. Lo speciale, diretto da Simona Ercolani e Felice Cappa, andrà in onda su Rai2 il 5 aprile, in occasione del decennale dal terremoto.

Attraverso le testimonianze di alcuni sopravvissuti, Lino Guanciale ripercorrerà gli eventi della notte del 6 aprile 2009, con approfondimento sugli appartamenti degli studenti in cui persero la vita 55 ragazzi provenienti da tutto il mondo. Perché proprio lui alla conduzione dello speciale?

L’attore è nato ad Avezzano, sito a pochi chilometri dalla città. Anche lui quella sera ha vissuto un incubo. In un’intervista al settimanale Oggi, Guanciale ricorda quella notte: “La prima scossa è stata molto forte, ma non mi sono svegliato subito. Ho sognato di essere in treno e tutto intorno traballava. Poi ho aperto gli occhi e ho visto la libreria che mi stava cadendo addosso”.

La notte del 6 aprile 2009, Lino sarebbe dovuto andare lì proprio con degli amici, ma il destino ha deciso diversamente e così sono rimasti ad Avezzano. “La gente ha continuato a dormire in auto per due mesi. Ad Avezzano c’è la psicosi del terremoto, perché nel 1915 un sisma ha provocato più di 30mila morti”.

Cosa bisogna fare ora? Lino Guanciale ha concluso al settimanale: “Bisogna riportare la vita in centro. Durante il giorno c’è movimento, ma di notte Piazza Duomo, dove si concentrava la movida, è deserta. Anche perché le sedi universitarie sono state spostate in periferia. Ci vorrà tanta determinazione per restituire vitalità al centro storico”.

Camminando tra le strade de L’Aquila, Lino Guanciale condurrà gli spettatori nei luoghi simbolici della vicenda, incontrando e intervistando i sopravvissuti, ovvero ragazzi e ragazze che sono riusciti a scappare nella notte attraverso i corridoi sospesi nel vuoto o sono rimasti ore e ore sotto le macerie delle palazzine delle strade diventate ormai tristemente celebri: via XX settembre 46, via Campo di Fossa 6/B, via Poggio di Santa Maria 8, via Don Luigi Sturzo 39, via Generale Rossi 22 e via D’Annunzio 24.