Per molta musica Black Metal, Gothic Metal e Dead Metal, l’ispirazione arriva dai racconti di Tolkien

Il male alberga ovunque. Quello che puoi trovare nell’epica, nella mitologia e nelle narrazioni fantastiche a volte ispira più di quello quotidiano e metropolitano.


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Molti pensano che la musica rock, e tanti generi che da essa derivano, traggano ispirazione dalla vita metropolitana, da un mondo fatto di asfalto, ferro, palazzi, stabilimenti e centrali elettriche. In realtà, c’è una cospicua parte del mondo rock che ricava le  proprie storie e le proprie suggestioni dalla poesia onirica e visionaria, dalla mitologia e dalla letteratura fantasy, insomma da mondi e paesaggi assai lontani da quello della metropoli. Il Signore degli Anelli, ad esempio, e gli altri racconti di Tolkien – opere fondamentali dell’epica fantasy – hanno ispirato molta della produzione rock tra la fine degli anni ’60 e i primi anni ’70, e molto del filone metal anche in tempi più recenti. Il saggio di Fabrizio Giosuè dal titolo “Tolkien Rocks – Viaggio musicale nella terra di mezzo” racconta come tanti gruppi storici come i Cream, i Grateful Dead o gli Allman Brothers abbiano attinto ai personaggi, alle storie e alle suggestioni del grande scrittore inglese.

In un’intervista pubblicata nel 2005, il bassista dei Black Sabbath, Geezer Butler, rivelò come il celebre brano “The Wizard” fosse interamente ispirato alla figura di Gandalf, così come altri brani della band fossero tratti dal mondo di Tolkien. Nel brano dei Led Zeppelin “Ramble On”, uno dei classici del rock, la voce di Robert Plant canta: “Fu nelle più oscure profondità di Mordor che incontrai una ragazza così bella. Ma Gollum, con il suo ego malvagio, si avvicinò silenziosamente e se la svignò con lei…”. Evidentemente i testi non sempre sono fedeli ai racconti originali di Tolkien, ma ne subiscono il fascino, e trovano nei mondi misteriosi e inquietanti creati dallo scrittore una formidabile ambientazione gotica e visionaria. Atmosfere ambigue, peraltro, nelle quali il bene e il male si fronteggiano ma a volte si mescolano, così che il seme della malvagità possa albergare anche nelle persone buone e qualche retaggio di bontà possa trovarsi anche negli esseri degenerati. Atmosfere nelle quali qualche rocker “maledetto” può anche scegliere di parteggiare, senza esitazione, per le forze oscure. Se così non fosse, non avremmo una proliferazione di temi tolkieniani in gruppi di “black metal”, “gotic metal” e “dead metal” che pescano nell’occulto ed anche nel satanico, e non sarebbero nati gruppi musicali che portano il nome dei luoghi corrotti e delle creature malvagie dei racconti di Tolkien. Tra queste band troviamo gli “Amon Amarth”, i “Balrog”, i “Gorgoroth” ad esempio, e poi “Minas Morgul”, “Nazgul”, “Saruman”, “Mordor” e persino “Sauron”, un nome scelto da più di un gruppo metal (se ne contano uno americano, uno polacco, uno argentino, uno olandese ed uno croato) che notoriamente identifica il potente spirito maligno, antagonista dell’armonia e della pace, primo servitore di Melkor, che nell’epica di Tolkien è l’essenza stessa del male.

Insomma, la metropoli è torbida e pericolosa, ma il male alberga ovunque, e quello che puoi trovare nell’epica, nella mitologia e nelle narrazioni fantastiche a volte ispira di più.