Tranquilli, cari appassionati geek, la console Google Stadia è stata effettivamente annunciata tra le luci e i colori della GDC 2019 di San Francisco. Semplicemente, la visione sul futuro del gaming del colosso di Mountain View è assai diversa da quella che si aspettava una certa frangia di utenza. In particolare quella più conservatrice. Stadia, infatti, non è una console tradizionale: come vi ho spiegato in questo articolo, si presenta come una piattaforma in streaming dotata di un controller dedicato, che consente di giocare su ogni dispositivo; cambiandolo velocemente alla bisogna.
La console Google Stadia è quindi di per sé una chimera, almeno tecnicamente. Chi sognava di stringere tra le mani un dispositivo di ferro e silicio rimarrà deluso, in favore di una filosofia tutta fondata sulla connessione di rete e la versatilità dell’offerta. Interrogato dai colleghi del portale IGN USA durante la Game Developers Conference di San Francisco, Phil Harrison di Google ha quindi ribadito che la console della big G, propriamente intesa, non è mai esistita e non esisterà mai:
Google Stadia non è una console, non lo è mai stata e non lo sarà mai. Il nostro punto di forza è che non siamo una scatola, non siamo legati ad un solo dispositivo e questo è il futuro.
Harrison pare consapevole che molti fan possono essere rimasti interdetti, ma allo stesso tempo ribadisce come la console Google Stadia sia sempre stata concepita come una piattaforma per i videogiochi in streaming. Non solo, il VP della compagnia californiana fa sapere nella stessa intervista che la latenza non sarà un problema per la piattaforma. Questo significa che anche chi non dispone di connessioni estremamente performanti potrà godersi al meglio questa esperienza, tutto fuorché avveniristica. Stadia, di conseguenza, adatterà i giochi alla velocità della linea, i giocatori non avranno lag e rallentamenti di alcun tipo e tutto sarà gestito in base alle potenzialità della propria rete. Voi cosa ne dite, siete incuriositi da questa “scommessa” targata Google?