La Fortuna Sia Con Me di Anna Tatangelo è un labirinto di specchi sulle mille facce dell’amore, la recensione

Il disco contiene il brano sanremese e una nuova edizione di "Ragazza di periferia" in un featuring con Achille Lauro, ma si potrebbe fare di meglio


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“La Fortuna Sia Con Me” di Anna Tatangelo è il disco del dopo: quattro anni dopo “Libera” (2015) e qualche giorno dopo la sua nuova apparizione al Festival di Sanremo con il brano Le nostre anime di notte. Quando parliamo della “ragazza di periferia” per antonomasia restiamo ancora troppo ancorati all’immaginario di una giovane cantante legata sentimentalmente a Gigi D’Alessio, subendo in un certo modo l’ombra della sua vita privata che pare voler cancellare il suo talento.

Anna Tatangelo è quella che “sembra più grande della sua età”, quella che “è famosa grazie a Gigi D’Alessio” ma raramente le bocche di chi inveisce contro la sua persona si pronunciano sulla sua capacità di restare intonata in ogni occasione, specialmente al di là dello studio. Quando parliamo di “La Fortuna Sia Con Me” non possiamo farlo in termini di sorpresa esplosiva, perché non abbiamo a che fare con un disco degno ricco di novità né di particolari picchi: il nuovo album di Anna Tatangelo è il classico disco di musica pop leggera italiana, con influenze elettroniche e testi freschi. Le liriche esplorano tutte le facce dell’amore, quella scarica elettrica che ogni anno presenzia sul palco dell’Ariston e nelle autoradio italiane.

Funzionano i pezzi più movimentati, forse, a partire dall’opening track Chiedere scusa che ripropone i colori e i fluidi sonori degli anni ’80 “disturbati” dalla dance anni ’90 scelti per raccontare la parte più enigmatica dell’amore: quella del senso di colpa e della lontananza, ma soprattutto del tiro alla fune tra la fine di una relazione e la rinascita. Tutto ciò che serve, dance e soft, sa essere malinconica ed estiva, celebrativa nell’esplosione di un sentimento senza limiti: «Ti verrò a cercare in tutti i posti in cui tu voglia amare». Il brano è perfetto per essere ascoltato sulla spiaggia con un tramonto di fine estate, un po’ cupo se parliamo di tonalità e soffocante se parliamo di nostalgia. Quel tramonto è un po’ l’attesa che arrivi la notte seguita da un nuovo giorno, quell’istante sospeso che troviamo ne La vita che vive, a metà tra la ballad e il secondo capitolo di revival anni ’80 presente nel disco. La vita che vive potrebbe essere arrangiata dai Thegiornalisti per le sonorità che attingono dalla canzone italiana degli ultimi trent’anni.

Il brano interpreta il “carpe diem” come una corsa contro il tempo, una vita che non attende e che se presa in tempo è la migliore cura per ricominciare a respirare. La voce di Anna Tatangelo si fa piena e vigorosa nel ritornello, e dimostra la sua grande capacità di modulazione, ben coniugata con il rullante sintetico e le tastiere.

Astronauti ospita chitarre in muting e chitarre acustiche, creando un’atmosfera che ricorda gli U2 di Pride, poi arriva anche la distorsione nel ritornello che tuttavia non fa esplodere il pezzo in un brano rock. Ciò che si percepisce è un brano soffocato secondo lo schema della sottrazione tanto caro a certi produttori che cercano lo schianto dopo le pause. Il testo pone diversi interrogativi, dalla possibilità di una storia inutile che si perdono nel tempo come astronauti, appunto, alla possibilità di ridere per non pensare più ai problemi. Il groove si apre solamente nel finale, mentre nei minuti precedenti abbiamo una canzone che si muove a singhiozzi. Celebrativa e decisa, ma tuttavia con poco mordente.

Se vogliamo riscoprire le doti canore della nostra ragazza di periferia, tuttavia, dobbiamo cercare le ballad che “La Fortuna Sia Con Me” di Anna Tatangelo propone a partire da Le nostre anime di notte, il brano sanremese così semplice e delicato da sembrare un “già sentito”, ma è l’etichetta destinata ad appartenere ad ogni brano pop che la musica italiana propone. Del resto, se si vuole parlare di un amore in cui la complicità sfuma e minaccia di svanire, c’è poco da restare spensierati. Se il brano incoraggia da una parte, dall’altra rivela una tremenda verità: «Ormai non serve illuderci, non c’è bisogno di fingerci forti, ed in fondo lo sai». Una carezza, in fondo, tra due persone che stanno per dividersi.

Perdona segue idealmente Le nostre anime di notte, con un arrangiamento leggermente più movimentato ma sempre nel mood della ballad. Il clap e la cassa più presente rendono meno malinconica l’amara sviolinata presente nel testo: «Se ritorni per davvero a spazzar via il dolore, da pietra sarò gesso, si sbriciola il mio cuore. Perdonami». La condanna e la felicità celebra l’amore vissuto serenamente su una base elettronica dove i pad e i cori fanno da muse ispiratrici, da sirene per un migliore attracco di un brano che altrimenti sarebbe troppo piatto e banale. La stessa formula è ripresa in Amami domani, che si distende su un buon riff eseguito su synth nel canale destro che rende l’atmosfera più sognante. Di sogni e speranze, infatti, parla il testo che racconta una nuova possibilità messa in discussione in un momento di decompressione: «Amami domani, qualcosa ha spento la mia mente, resto ferma e arresa al mio presente».

La title track de “La Fortuna Sia Con Me” di Anna Tatangelo è l’addio inaspettato, da metabolizzare su una base pop sostenuta da una cassa continua. Le dinamiche, affidate alle pennate delle chitarre acustiche, si spostano di tanto in tanto su picchi ben disposti dopo i vari stop presenti all’interno del brano. L’attesa è una richiesta prima sussurrata, ma che diventa una pretesa quando l’arrangiamento si fa più deciso e quando la voce di Anna Tatangelo si sposta di un’ottava, elevandosi alla posizione di evidenziatore di concetti.

Tutt’altro che audace, purtroppo, è la versione della storica Ragazza di periferia insieme ad Achille LauroBoss Doms, e non tanto per la scelta degli altri attori del featuring, ma perché l’accostamento della purezza della voce di Anna Tatangelo con l’artificio dell’autotune tanto inflazionato crea un certo scompenso stilistico che non rende gradevole il pezzo.

Al termine dell’ascolto de “La Fortuna Sia Con Me” di Anna Tatangelo resta un forte vuoto, perché si ha l’impressione di aver ascoltato solamente poche tracce: alcuni brani non restano impressi e per accorgersi di averne ascoltato ben undici è necessario tornare indietro. I testi di Giovanni Caccamo, Matteo Buzzanca, Federica Camba, Daniele Coro e Lorenzo Vizzini funzionano ma il disco, come si usa dire nel gergo tecnico, “non viene fuori”.

Una voce come quella della nostra ragazza di periferia merita decisamente di più, e soprattuto merita una maggiore attenzione da parte degli arrangiatori. Anna Tatangelo non merita il nobile pop né la classica ballad: Anna Tatangelo merita la canzone d’autore e siamo tutti convinti che il suo stile troverebbe valore e nuovo vigore anche oltre le colorazioni sentimentali che sempre ricorrono nelle sue produzioni.

Se “La Fortuna Sia Con Me” di Anna Tatangelo dovesse trovare un posto nella musica contemporanea, potremmo parlare di uno stipetto tra i dischi di Laura Pausini e tutto ciò che è il revival ’80 che in Italia sta tornando popolare, e per questo lo ripetiamo: merita di più e probabilmente lei lo sa.