Anche Vasco Rossi vittima della truffa dei diamanti per 2,5 milioni di euro insieme ad altre celebrità

C'è anche il nome di Vasco Rossi nell'elenco delle vittime della truffa dei diamanti, che vede coinvolte due società e cinque banche

data zero di vasco rossi a lignano sabbiadoro

INTERAZIONI: 228

Spunta anche il nome di Vasco Rossi tra le vittime della presunta truffa nella vendita di diamanti a danno di risparmiatori e investitori che avevano deciso di acquistarne attraverso degli sportelli bancari.

L’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Riccardo Targetti e dal pm Grazia Colacicco della procura di Milano si allarga ad una serie di banche molto popolari, tra cui Banco Bpm e Banca Aletti, Unicredit, Intesa Sanpaolo e Mps: secondo l’accusa, gli istituti bancari, facendo da intermediari, avrebbero permesso a due società – la Intermarket Diamond Business spa (Idb) e la Diamond Private Investment spa (Dpi) – di vendere diamanti a risparmiatori ignari di pagare un prezzo molto superiore al loro effettivo valore di mercato.

I fatti sarebbero avvenuti tra il 2012 e il 2016 e tra i truffati che hanno speso molto più di quanto i diamanti meritassero ci sarebbero molte celebrità, tra cui proprio il rocker di Zocca. Come Vasco Rossi, avrebbero pagato più del dovuto quelle pietre preziose anche Federica Panicucci, Simona Tagli e l’imprenditrice del settore farmaceutico Diana Bracco.

Indagando sulla truffa dei diamanti gli inquirenti hanno ricostruito le posizioni di circa un centinaio di clienti: il cantautore Vasco Rossi avrebbe investito 2,5 milioni di euro dei suoi guadagni nell’acquisto delle pietre, mentre Federica Panicucci circa 54mila euro.

Nata da un esposto dell’Antitrust, l’inchiesta ha fatto un enorme passo avanti quando il 19 febbraio la Guardia di Finanza ha eseguito un sequestro preventivo di oltre 700 milioni di euro a carico di 7 persone iscritte nel registro degli indagati, delle 5 banche citate e delle due società di investimento responsabili della commercializzazione dei diamanti: le ipotesi di reato formulate per una settantina di indagati in totale sono molto gravi e vanno dalla truffa aggravata all’autoriciclaggio.

Nessun commento, al momento, da parte dei diretti interessati dalla truffa sull’evoluzione delle indagini.