Sanremo 2019, le mie pagelle: Daniele Silvestri mi piace sempre di più, Nek sempre di meno

I miei voti alla seconda serata del Festival della Canzone Italiana


INTERAZIONI: 948

Ferdinando Salzano: 10

Avete presente il dottore con l’accento tedesco che mangiava le polpette di fronte a un Fantozzi in dieta ferrea? Ecco, Salzano si è mangiato tutte le polpette e ha detto agli altri “tu mangia?”. Un vero King.

Claudio Baglioni: 3

Quando le cose non girano non girano. Quest’anno è così. Il merdone di aver fatto arrivare a Sanremo tutti i finalisti di Sanremo Giovani per interpretare con lui Noi no e poi averli rimandati a casa senza averli fatti salire sul palco grida vendetta. Come se fossero mancati altri motivi per polemizzare con lui. Poi, vabbeh, paragonare L’essenziale di Mengoni a Emozioni di Battisti.

Bisio e Virginia Raffaele: 4

Due comici e un cantante, senza conduttore sono monchi. Ne facciamo le spese noi.

Achille Lauro- Rolls Royce: 4

Sid Vicious è morto esattamente quarant’anni fa. E aveva dietro Malcolm Mc Laren. Come dire, altra storia. Ma più che altro c’è già stato e abbiamo già vista tutto questo. E la canzone ascolto dopo ascolto perde pezzi, annoiando a morte, anche per assenza di ritornello. Poi l’autotune al contrario non si può proprio sentire. Comunque, fossi Billy Corgan chiederei i diritti d’autore.

Einar- Parole nuove: 2

Sei carino. Hai gli occhi verdi. Guarda che sono cose belle, mica qualcosa di brutto di cui attribuirci la colpa. Perché devi ammorbarci con una canzone così inutile?

Il Volo- Musica che resta: 7

Canone adatta alle loro corde. Interpretata con mestiere, e talento. Fossi uno che si appassiona per il bel canto plauderei, ma così non è. Mi limito a questa constatazione amichevole.

Arisa- Mi sento bene: 7,5

Madonna se è brava Arisa. Non sbaglia neanche volendo. La canzone è oggettivamente difficile, ma a lei non lo hanno detto e la canta con una naturalezza che lascia a bocca aperta. Perfetta.

Nek- Mi farò trovare pronto: 0

Ar cavaliere nero nun je devi cagà er cazzo. Per dire.

Daniele Silvestri e Rancore- Argento vivo: 10

Questa canzone ascolto dopo ascolto ti si pianta in quella porzione di cuore che tendenzialmente vorremmo tenere chiusa dentro una cassaforte, al riparo da emozioni troppo forti. E nel piantarsi lì apre la strada a emozioni difficili da gestire, specie per chi come me è padre e padre di adolescenti. Un capolavoro vero, nella parte di Silvestri come nella parte di quel genio assoluto di Rancore. Un capolavoro, ripeto.

Ex-Otago- Solo una canzone: 4

Prendi i Thegiornalisti. Ecco. Fagli scrivere una canzone bruttina anche per i loro standard. Ecco. Shakera. Fetta di limone. Ghiaccio tritato. È viene fuori solo una canzone scialbetta. Forza Grifone, comunque.

Ghemon- Rose viola: 7

Quest’anno la quota Urban se la giocano Ghemon e Mahmood. Tutti e de con belle canzoni. Ghemon è più di esperienza, e si sente.

Loredana Bertė- Cosa ti aspetti da me: 6

Secondo me è più brava lei che bella la canzone. E grazie al cazzo, è la Bertė. Doveva andare da superospite, altro che Amoroso e Mengoni.

Paola Turci- L’ultimo ostacolo: 9

Paola stasera dimostra, ce ne fosse bisogno, che si può prendere un cuore, il mio ma quello di chiunque sia in grado di ascoltare la musica e riconoscerne la bellezza, e farlo in ostaggio in poco più di tre minuti. Un gigante in un mondo di nani. Da brividi.

Negrita- I ragazzi stanno bene: 7,5

Ci voleva un po’ di attitudine rock, stasera. E a portarla non potevano che essere i ragazzacci di Arezzo. Canzone solida, che si impone ascolto dopo ascolto. Di legno e metallo. Con un testo tra i più importanti tra quelli in gara. Massicci.

Federica Carta e Shade- Senza farlo apposta: 6

I due ragazzi sono fragili. O meglio, lo è la loro canzone, che ha si il ritornello più orecchiabile insieme a quello di Ultimo, ma rimane una canzone esile. A portarli alla sufficienza è la loro attitudine, e la loro leggerezza. Ce ne fosse.

Fiorella Mannoia: 5

La canzone nuova è assai debole e lei va di routine. Peccato.

Mengoni: N.C.

Mi rifiuto di considerare Mengoni un superospite.

Pio e Amedeo: 8

Pio e Amedeo si mangiano il palco e con la loro ironia fintamente triviale ma in realtà raffinatissima e molto profonda mandano a casa Bisio e la Raffaele. Una ospitata meritata sul campo.

Riccardo Cocciante: N.C.

Notre dame de Paris è una eccellenza di Riccardo Cocciante che ha fatto il giro del mondo. Piacevole, anche più che piacevole, ma a mezzanotte e quaranta anche no.