Le promesse di Claudio Baglioni per Sanremo 2019 in 10 punti: duetti con ospiti, niente politica e il ritorno di Favino

Cosa dobbiamo aspettarci dal bis di Claudio Baglioni a Sanremo 2019: gli intenti della vigilia nella prima conferenza stampa


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Alla vigilia del debutto le promesse di Claudio Baglioni per Sanremo 2019 si riassumono in un Festival della Canzone Italiana improntato a tre parole chiave: armonia, varietà e italianità. Il direttore artistico della kermesse – che quest’anno ha scelto di ribattezzarsi “dirottatore” anziché “dittatore” come infelicemente aveva fatto lo scorso anno – prova a fare slalom tra le polemiche di queste settimane, dal suo intervento sui migranti al tema dell’enorme ed evidente conflitto di interessi di cui è portatore (ribattezzato dalla direttrice di Rai1 Teresa come “filiera amicale” che fa da valore aggiunto) e spiegare in che direzione vuole condurre il suo Sanremo bis in onda dal 5 al 9 febbraio su Rai1.

Come sempre, da musicista e cantautore, il focus è sulle canzoni in gara, stavolta senza eliminazioni nella competizione per favorire un clima di sereno confronto tra i brani, mentre l’aspetto più meramente televisivo seguirà le orme del format già collaudato lo scorso anno con Hunziker e Favino, con qualche sketch, momenti musicali, ospiti e intermezzi comici.

Ecco cosa ha promesso Claudio Baglioni alla prima conferenza stampa per Sanremo 2019 alla vigilia del debutto, il 4 febbraio: una linea creativa che si può riassumere in 10 punti.

1. Sarà simile allo scorso anno
Non sarà una “replica” come suggerito ironicamente da Fabio Fazio visto il successo della precedente edizione, ma la formula di questo Festival sarà molto simile a quella del 2018, ovvero molto spazio alle canzoni, un intrattenimento che faccia da contorno e collante tra le varie esibizioni, tanti ospiti italiani per omaggiare la musica italiana (molti dei quali in promozione, per risparmiare sui cachet).

2. Un Festival che insegue l’armonia
Se l’anno scorso il tema portante era l’immaginazione, quest’anno è l’armonia: nella musica, nei testi, nella parte più prettamente di intrattenimento, si cercherà di portare in scena un omaggio all’arte della canzone, in una cornice nazional-popolare o popolar-nazionale, come ama definirla Baglioni. Armonia che vuol dire, mai come quest’anno, varietà di generi: “La mia missione è avvicinare tutti al Festival affinché ciascuno abbia la possibilità di riscoprire la forma della canzone italiana ricca di memoria, onori, capace di viaggiare nel mondo“.

3. Una scenografia dinamica
Si è cercato di recuperare il più ampio spazio possibile nel piccolo teatro Ariston per permettere ai protagonisti di muoversi con agilità e leggerezza: “Il palco sarà come una grande onda che si muove” ha specificato Baglioni, e qualcuno potrà leggervi l’idea del mare, per restare al tema che ha suscitato polemiche in queste settimane prefestivaliere, anche se il direttore artistico assicura che non ci saranno messaggi politici inviati dal palco. A riprendere lo spettacolo 12 telecamere, 8 di cui con una tecnologia speciale, ha spiegato il regista Duccio Forzano, per uno sforzo tecnico che non ha precedenti.

4. Politica al bando.
Parlando di satira e comicità, in conferenza stampa è stato chiesto quali temi saranno trattati nei monologhi e nei testi dei conduttori: “Non è un festival politico, a meno che non succedano cose a mia insaputa” ha specificato Baglioni, sostenendo che “il chiacchiericcio inutile intorno al Festival su cose che non c’entrano nulla danneggia la musica“. Ma la migliore risposta l’ha data Claudio Bisio: “Non parlerò di migranti, del Venezuela, di crisi economica, del buco dell’ozono, dello spostamento dell’asse terrestre… ah no forse sull’asse terrestre qualcosa la dirò“: come a dire che la comicità non si può certo imbrigliare e tenere lontana dalla realtà. Ma ha assicurato, perfino con troppo zelo, che “lo farò con grazia, senza turpiloquio, ma chi mi conosce sa come sono, conosce la mia storia personale e la mia comicità, non posso snaturarmi“. Un colpo al cerchio e uno alla botte?

6. Non sarà il jukebox di Baglioni.
Se l’anno scorso quasi si erano sentite più canzoni del direttore artistico che inediti, stavolta, assicura Baglioni, non sarà così: “Non ci saranno duetti di mie canzoni con altri perché già l’ho fatto l’anno scorso, peraltro su richiesta degli ospiti stessi come Sangiorgi in Poster perché era la canzone amata da suo padre e Laura Pausini in Avrai ricordando l’attesa di sua figlia, con Antonacci c’è stata una sfida di estensione, ma non duetterò più su miei brani“. Questo ovviamente non vuol dire che non ci sarà tanto Baglioni anche in questo Festival bis: “Apriremo tre serate con mie canzoni e il concetto del kolossal, cioè un po’ di teatro totale sul palco dell’Ariston, per questo ho portato con me una parte squadra che mi ha seguito negli ultimi concerti“. Con gli ospiti, assicura, “non ci saranno duetti su canzoni mie ma canteremo le loro canzoni o di terzi autori“. Vedremo se la tentazione di autocitarsi non risulterà più forte.

7. Cause sociali
A chi chiede se sul palco ci sarà questo o quel tema sociale, questo o quell’appello, questa o quella richiesta d’aiuto, Baglioni risponde nell’unico e serio modo possibile, ovvero che è il Festival della Canzone e non il palcoscenico su cui portare parte del dibattito pubblico italiano (la domanda è nata sulla scorta dell’annunciata presenza di rappresentanti della categoria Ncc a Sanremo): “Sembra che ogni volta Sanremo diventi luogo salvifico in cui tutti i mali del mondo devono essere rappresentati, ad esempio io stesso ho ricevuto 50 richieste di associazioni – alcune che conosco personalmente – per appelli su varie cause, ma non possiamo ospitare tutto: rispetto le istanze di tutti ma è il Festival della Canzone, non il luogo del casino dove vale tutto, non credo che Sanremo sia un santo capace di risolvere i problemi dell’universo intero“. Fin troppo onesto.

8. Niente Big internazionali, c’è la spending review
Come l’anno scorso, saranno privilegiati gli ospiti italiani, al più gli italiani famosi all’estero, ma di grandi nomi internazionali nemmeno l’ombra. La questione è tutta economica (ma anche un po’ una scelta di tipo creativo) e Baglioni la spiega così: “Qualche ospite internazionale ci sarà ma il discorso è che alcuni anni fa la situazione discografica permetteva agli stranieri di venire qui e avere un grande auditorium per promuoversi senza pretendere enormi cachet, ma ora che i dischi non si vendono più gli stranieri bisogna strapagarli. Stiamo facendo un festival dal punto di vista dei costi inferiore all’anno scorso, perché le risorse sono poche, ma non è una diminutio. Piuttosto che il gruppettino dell’ultimo momento che nessuno conosce che fa un francobollino in playback meglio artisti nostri“. Nessuno, però, parli di Festival autarchico o sovranista: “Bocelli è il più internazionale dei nostri artisti e avremo anche Cocciante che è strafamoso all’estero“. Insomma, internazionali sì ma pur sempre di casa nostra.

9. Gli ospiti della prima serata e non solo
A proposito di Bocelli, martedì Baglioni duetterà con lui ne Il mare calmo della sera, pezzo con cui lui vinse Sanremo, e lo farà nella tonalità del tenore: “Poi, a proposito di conflitto di interessi, ci sarà un episodio di nepotismo perché Andrea passerà il testimone al figlio per continuare la sua carriera” ha scherzato Baglioni. Sempre la prima sera ci sarà Giorgia con “due pezzi e una sorpresa“, arriverà Claudio Santamaria e ci sarà l’apprezzato ritorno di Pierfrancesco Favino, rivelazione dello scorso anno, per un’esibizione con Virginia Raffaele e un’apparizione con tutti gli altri nel finale. Baglioni ha anche confermato che nel corso del Festival duetterà su Almeno tu nell’universo con Serena Rossi, protagonista del film su Mia Martini in onda la prossima settimana su Rai1 (“Sono stato autore di cinque pezzi nel ’71 per il suo primo disco, parteciperò a questo ricordo di Mimì con cui avevo un rapporto speciale“), e in Un’avventura con Laura Chiatti, per presentare il film omonimo dedicato alle canzoni di Lucio Battisti.

10. L’incognita Virginia Raffaele
Già ospite dello scorso Festival e conduttrice nel 2016 con Conti, stavolta Virginia Raffaele esordirà senza maschere sul palco dell’Ariston “perché Claudio Baglioni mi ha chiesto di metterci la faccia“: ma le sue celebri imitazioni (“Ormai fanno tutte parte di me“) faranno sicuramente capolino qua e là durante la settimana.