Proprio non ce la fanno Vodafone, TIM e Wind Tre a non perdere terreno sotto i colpi di Iliad: un nuovo report di Mediobanca, come potete voi stessi osservare dal grafico in basso, definisce i valori dell’ARPU (ricavi medi per ogni cliente) dei vari provider nazionali, da cui possiamo constatare il calo cui è stato soggetto l’indice quest’anno rispetto al quinquennio 2013-2017.
Fino ad ormai due anni fa, Vodafone deteneva una maggioranza consolidata, con un ARPU di 14.80 euro (in crescita dell’8% rispetto all’anno 2013), contro i 12.50 euro di TIM (in perdita del 4.6%), e gli 11.3 euro di Wind Tre (-4.2% in confronto al 2013). I dati rivelano anche i dati di alcuni altri operatori telefonici: solo 6.10 euro per Tiscali Mobile e 4.40 euro per PosteMobile, non avendo fornito Fastweb alcuna informazione a riguardo. Nel periodo compreso tra il 2013 ed il 2017, soltanto Vodafone aveva mostrato una parabola di crescita, a dispetto degli altri gestori, tutti in flessione (salvo poi dare qualche accenno di ripresa nei primi mesi del 2017).
L’arrivo di Iliad ha stravolto tutto, affievolendo ancora di più gli ARPU di Vodafone, TIM e Wind Tre. A settembre 2018, il valore ARPU fatto registrare da Vodafone risulta essere sceso fino a toccare quota 14.50 euro (dopotutto, non una decrescita così importante), mentre TIM, dai precedenti 12.50 euro è passata a 11.80 euro, con Wind Tre calata da 11.30 a 10.50 euro. In caduta libera anche PosteMobile, con un ARPU di 4.20 euro (in riferimento sempre ai dati aggiornati a settembre 2018).
L’effetto Iliad si è fatto molto sentire, inutile negarlo: la concorrenza nazionale ha perso, dal suo ingresso in scena nel nostro Paese, la bellezza di 300 milioni di euro (una cifra sicuramente esorbitante, oltre che significativa del malcontento generale che già da prima caratterizzava l’utenza italiana). Gli altri gestori avranno capito l’antifona o continueranno ad insistere a suon di rimodulazioni?