Cast e personaggi di Liberi di Scegliere su Rai1, Alessandro Preziosi e Carmine Buschini in una storia vera di antimafia che parte dai ragazzi

Ecco la storia vera che ha ispirato il film tv Liberi di Scegliere su Rai1, con Alessandro Preziosi e Carmine Buschini


INTERAZIONI: 51

Nartedì 22 gennaio, affrontando la concorrenza della serie evento Adrian su Canale5, il film tv Liberi di scegliere su Rai1 propone al pubblico una storia vera di impegno civile e lotta alla mafia che si allontana radicalmente dagli stereotipi con cui la malavita viene spesso raccontata in televisione e in cui la battaglia tra bene e male ha dei volti ben riconoscibili, in cui non ci è possibilità di equivoco, rischio di emulazione o fascinazione.

Scritto da Monica Zapelli e basato su un’esperienza che la sceneggiatrice ha seguito in prima persona negli ultimi anni, Liberi di scegliere è la storia del riscatto di ragazzi cresciuti  e destinati a vivere nelle famiglie malavitose della ‘ndrangheta senza poter decidere cosa fare della propria vita, fin quando un giudice della Procura Minorile di Reggio Calabria, Marco Lo Bianco (nella realtà il presidente della procura Roberto Di Bella), decide di applicare le regole che vigono nei casi di abusi sui minori anche alle realtà malavitose, ovvero sottrarre i figli ai genitori e allontanarli da ambienti tossici che li costringono a crescere come dei criminali.

Togliendo la custodia e la patria podestà ai genitori che fanno parte delle famiglie mafiose, il giudice dà ai giovani una possibilità di scegliere una vita diversa che non sia destinata al crimine, alla latitanza e al carcere. Un interventismo da parte della giustizia che punta a rendere liberi ragazzi altrimenti ingabbiati in un destino già scritto. A partire dal 2012, ancora oggi la Procura continua a perseguire questa strada di messa in sicurezza degli adolescenti rispetto al contesto criminale in cui crescono, per invertire la rotta di vite segnate, allontanando dalle famiglie mafiose i minori a rischio e sottraendoli così ad un destino di illegalità con la possibilità di sperimentare altri modi di vivere. Il tribunale per i minorenni di Reggio Calabria sta adottando, in coordinamento con la Procura della Repubblica per i Minorenni, con la locale Procura Antimafia e col supporto dell’associazione antimafia Libera, dei provvedimenti civili di decadenza o limitazione della responsabilità genitoriale, fornendo ai ragazzi delle ‘ndrine tutte le tutele per crescere in sicurezza e con orizzonti di vita diversi.

Protagonista del film e del caso emblematico di quest’iniziativa giudiziaria è Domenico, figlio di una potente famiglia di ‘ndrangheta, che alla soglia dei 18 anni sta per prendere in mano le redini degli affari del clan: il Giudice Lo Bianco gli offre però la possibilità di una vita completamente diversa, senza più legami con le sue origini e con la libertà di scegliere cosa diventare. Il giudice e i suoi collaboratori, inizialmente osteggiati dal ragazzo che reagisce con sofferenza all’idea di essere strappato all’unica realtà che riconosce e in cui sente di avere un’identità precisa, diventano per lui nel corso dei mesi i rappresentanti di uno Stato che aiuta i giovani a trovare la propria strada, ad affermarsi individualmente a prescindere dal sistema sociale in cui sono nati. Domenico e sua sorella Teresa impareranno che lo Stato non è solo quello delle manette, ma anche delle mani tese a chi vuole redimersi dalle sue colpe, o in questo caso solo da un destino non scelto. Si instaura così anche un rapporto umano tra giudice e ragazzo allontanato dalla famiglia, sia pur nel rispetto dei ruoli, che comunica un’idea di giustizia improntata non solo alla repressione ma anche al recupero dei soggetti che loro malgrado si ritrovano nelle maglie della criminalità.

Girata negli esterni tra Calabria e Sicilia, la storia di Liberi di scegliere è ispirata dai tanti casi di questo genere che dal 2012 ad oggi hanno rappresentato una buona prassi nella lotta alla criminalità organizzata. Se Alessandro Preziosi interpreta il vero giudice che ha dato il via a questo sistema di prevenzione basato sulla tutela dei ragazzi dalle loro famiglie, quello di Carmine Buschini è un personaggio fittizio (per ragioni di privacy e sicurezza non è identificabile con una persona reale) in cui potranno immedesimarsi un po’ tutti i ragazzi che in questi anni hanno trovato nella Procura di Reggio l’ultima spiaggia per sognare una vita migliore.

Buschini interpreta Domenico, il rampollo di una famiglia di ‘ndranghetisti che incrocia la strada di Marco Lo Bianco, un giudice del Tribunale dei minori di Reggio Calabria che matura il sogno di strappare i ragazzi alle famiglie mafiose locali, che si assicurano il controllo del territorio grazie alla continuità generazionale costringendo i figli a succedere ai padri nella gestione delle cosche. Ultimo componente di una ‘ndrina e anche fratello minore di un ragazzo che il giudice ha inutilmente arrestato anni prima, il caso di Domenico fa scattare la miccia in Lo Bianco, che decide con una scelta senza precedenti di disporre l’allontanamento del ragazzo dalla Calabria e il decadimento della responsabilità genitoriale sia per il padre latitante, sia per la madre Enza (Nicole Grimaudo). Per il giudice Lo Bianco e i suoi assistenti inizia un difficile percorso per la reintegrazione di Domenico e di sua sorella Teresa (Federica Sabatini) nella società, in cui uomini di legge e rappresentanti delle Istituzioni sono costretti a confrontarsi con i codici di comportamento delle cosche e mostrare a chi ne è vittima una faccia amica dello Stato, pronta a dare loro una seconda possibilità.

Ecco il promo del film, in onda il 22 gennaio su Rai1, e le dichiarazioni del cast in conferenza stampa.