True Detective 3 torna in provincia e abbandona la linearità: tre piani temporali per una tragedia che sconvolge

Nic Pizzolatto taglia via i rami vecchi e riporta True Detective 3 sulla retta via, sarà proprio quella del successo?


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True Detective 3 è finalmente realtà. Qualche ora fa Nic Pizzolatto ha messo a segno un punto a favore della sua serie antologica emozionando e coinvolgendo seppur senza ottenere l’ottimo risultato del primo capitolo. L’unicità dei primi episodi non è ripetibile ma sicuramente il mistero e la tragedia che hanno sconvolto la piana dell’Ozark ci sono andati molto vicini in questo primo episodio della serie.

La scrittura è sottile e si libera di alcuni eccedenze della seconda stagione, via la coralità del cast, la linearità e l’impronta cittadina, “benvenuti ratti”, linguaggio scurrile e tre piani temporali per raccontare una tragedia che avviene sotto gli occhi di Hays chiamato adesso a ricordare quello che è successo trent’anni prima.

Una panoramica sulla tranquilla cittadina, i raggi della ruota di una bicicletta che girano per una strada deserta e poi lui, Mahershala Ali che ripete: “Certo che mi ricordo” e qualcuno gli chiede: “Non è passato troppo troppo?” e lui che continua: “Dieci anni non sono troppi. Ricordo tutto”. Il racconto prende inizio da qui, dalla presentazione di Ali ormai anziano, nel 2015, alle prese con la sua demenza, e il suo ricordo solo dieci anni dopo i fatti che hanno cambiato la sua vita per sempre, il caso Purcell o, come lui precisa, i casi.

Sullo sfondo rimane l’America di ieri, quella razzista, forse troppo per un detective di colore, e bigotta per pensare che forse l’abito non fa il monaco. Sin dai primi minuti il pubblico conosce i soggetti al centro del caso ma anche i possibili criminali, il resto lo fa Ali con la sua eccellente interpretazione di un uomo dilaniato dai sensi di colpa e poi dalla malattia a voler sottolineare ancora una volta che, in True Detective, il male è sempre dentro di noi.

I continui salti temporali non frammentano il racconto che, seppur muovendosi su tre piani, appare lineare e ben chiaro grazie alla scrittura di Pizzolatto e agli stessi attori che non lasciano mai nessun dettaglio al caso evitando di risultare monodimensionali e vittima degli stereotipi. In True Dective 3, Al fianco del premio Oscar Mahershala Ali (sicuramente premiato in futuro anche per il suo vulnerabile Hays) ci saranno Stephen Dorff, Carmen Ejogo e Scoot McNairy.

Tutto sembra essere perfetto e forse chi si trova per la prima volta a guardare la serie, senza essere influenzato dal capolavoro rappresentato dalla prima stagione o dal flop della seconda, lo farà con piacere promuovendo l’intelligenza del mystery-crime, la recitazione, gli spunti e la bella e scorrevole scrittura di Pizzolatto, ma gli altri? Chi ha avuto modo di rimanere rapito della prima stagione sentirà un po’ la nostalgia di una serie di ingranaggi che avevano reso i primi episodi quasi magici. Nonostante questo, True Detective 3 è sicuramente promossa.