Fortnite crea dipendenza, esperto paragona il gioco a una vera e propria droga

Il Battle Royale provoca evidentemente grave assuefazione in alcuni utenti che approcciano alle sue dinamiche ludiche

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Il successo di Fortnite appare ogni giorno sempre più inarrestabile. Il Battle Royale targato Epic Games continua infatti a macinare incessantemente numeri da paura, con l’ultimo traguardo raggiunto, come riportato nella tarda serata di ieri, che consta in duecento milioni di utenti che hanno fatto almeno una volta accesso nella modalità competitiva. Un risultato assolutamente ragguardevole, e che lascia chiaramente ben sperare in vista del futuro, con la sesta stagione che volge alla conclusione e la settima che è ormai a un tiro di schioppo.

Ovviamente tra i duecento milioni di giocatori di cui sopra c’è anche chi è riuscito, nel corso del tempo, a ritagliarsi un posto di assoluto rispetto all’interno di Fortnite (basti pensare a Ninja e ai suoi 500mila dollari circa di incasso mensile ottenuti grazie proprio al Battle Royale, ndr). Ogni medaglia ha però sempre due facce, e per un manipolo di professionisti che sono riusciti, nel corso del tempo, a farsi un nome nell’ambiente, c’è poi chi, nella disperata ricerca di quello stesso successo, può perdere la cognizione delle cose.

In una recente intervista, una madre ha infatti riportato di come il figlio adolescente passi dodici ore al giorno circa giocando a Fortnite, un quantitativo di ore che ovviamente ha ripercussioni importanti tanto sul sonno quanto sui voti scolastici del ragazzo. Dichiarazioni forti quella della signora in questione, che ha affermato di come non abbia mai visto nessun gioco avere un simile controllo sulle menti dei bambini. Non è ovviamente questo un caso isolato, dal momento che centinaia sono le storie sparse in tutto il mondo, che riportano di casi in cui è stata necessaria una vera e propria disintossicazione, senza dimenticare poi la storia di qualche mese fa dell’ondata di divorzi causati proprio da Fortnite (qui la storia).

Parole forti quelle spese poi da uno specialista del comportamento, il britannico Lorrine Marer, che ha paragonato addirittura il Battle Royale all’eroina in quanto alla dipendenza che è in grado di provocare in chi cade nel suo vortice ludico.

Che sia arrivato il momento di segnare, al lancio del gioco sulle diverse console, il fatto che “può provocare dipendenza” alla stregua di quanto avviene sui pacchetti di sigarette?

Qui vi segnaliamo in chiusura la foltissima community italiana, Fortnite Italia Group.

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