C’era da aspettarselo. Senza Kevin Spacey, House of Cards 6 su Netflix è un flop. I risultati parlano chiaro: la metà degli utenti della scorsa stagione ha deciso di non guardare l’atto finale della serie.
Nel particolare, il primo degli otto episodi di House of Cards 6, in cui Claire Underwood è il nuovo presidente degli Stati Uniti, è stato visto da due milioni e 900mila spettatori contro i quattro milioni e 400mila della quinta serie. Il pubblico è ulteriormente diminuito nel resto degli episodi, assestandosi sul milione e mezzo.
Un flop definitivo per una delle serie che ha portato Netflix al successo. Era il 2013 quando House of Cards debuttava sulla piattaforma – in Italia giunse su Sky Atlantic l’anno seguente. Una partenza in sordina guidata dal one man show, Kevin Spacey, che forte del suo carisma e delle sue doti attoriali (non ha vinto due Oscar per sport) ha fatto sì che Netflix potesse diventare una compagnia competitiva a livello mondiale.
Lo scandalo sessuale che l’ha travolto lo scorso anno ha costretto il colosso a sbarazzarsi di lui: licenziamento in tronco e addio a Frank Underwood. House of Cards 6 è stato riscritto, e gli sceneggiatori hanno concentrate le loro idee su Robin Wright (brava e impeccabile, ma forse non abbastanza), realizzando un’ultima stagione che doveva rappresentare la rivincita sull’uomo Spacey, e invece ha rischiato di far chiudere la serie.
In realtà, Netflix ha condannato se stessa. Tolto il “cattivo” dalla storia, il pubblico non ha gradito il lieto fine. Con questo non stiamo difendendo Kevin Spacey. Lui ha sbagliato e ha pagato – forse lo sta ancora facendo – i suoi errori. Dovremo fare come Robin Wright e chiedere una seconda possibilità per lui? Troppo tardi. Col suo gesto, Netflix si è dimostrata ipocrita e autolesionista.
Anche voi fate parte del gruppo no Kevin Spacey, no House of Cards?