Gianmarco Saurino in Non Dirlo al Mio Capo 2, intervista esclusiva OM: “Un segreto lega Enrico (Lino Guanciale) e Massimo”

La nostra intervista esclusiva a Gianmarco Saurino in Non Dirlo al Mio Capo 2, l'attore racconta il rapporto con Lino Guanciale e anticipa la seconda stagione della fiction.


INTERAZIONI: 1207

Gianmarco Saurino in Non Dirlo al Mio Capo 2 interpreta Massimo Altieri, giovane avvocato che entra a lavorare nello studio Vinci (Lino Guanciale) nella seconda stagione. L’attore è un astro nascente nel panorama televisivo italiano: lo abbiamo già visto in Che Dio ci Aiuti 4 (tornerà per il quinto ciclo di episodi) e nella miniserie C’era Una Volta Studio Uno.

L’interprete foggiano ha mosso i primi passi a teatro, che ha rappresentato il suo trampolino di lancio per il mondo dello spettacolo. Saurino si racconta in questa intervista esclusiva di OM-OptiMagazine, in cui anticipa cosa accadrà al suo personaggio in Non Dirlo al Mio Capo 2 (dove ha ritrovato Lino Guanciale) e in Che Dio ci Aiuti 5, dopo l’addio di Diana del Bufalo.

Hai iniziato a lavorare a teatro, e dopo una lunga gavetta sei approdato in televisione. Quando hai scoperto la passione per la recitazione?

Nel teatro ho visto un inizio e un principio ma soprattutto il motore di quello che è diventato poi il mio mestiere. La costante di tutti questi anni sono state le tavole del palcoscenico, quindi mi piace dire che sì, io ho cominciato a teatro ma è stato il teatro che ha cominciato me a tutto quello che è arrivato dopo e che arriverà poi. Non ho mai creduto “al fuoco dentro”, a quelle frasi fatte che in genere si sentono in risposta al come hai cominciato.
Io so solo che a 16-17 anni, con zero esperienza nel campo, in un paesone pugliese avvolto dagli ulivi e dall’afa, mi sono chiesto: “Che cosa voglio fare da grande?” E la risposta è nata così, spontaneamente. Credo che essere un attore per me sia parte di quell’infinito processo della vita alla ricerca della versione migliore di noi.

In Non Dirlo al Mio Capo 2 hai ritrovato Lino Guanciale, con cui hai già lavorato in Che Dio ci Aiuti 4. Com’è condividere il set insieme a lui? Raccontaci qualche curiosità.

Credo sia noto oramai a chiunque che Lino Guanciale è un attore straordinario. Chi riesce a seguire i milioni di progetti che fa, in TV o a teatro, si è reso conto di avere davanti un attore poliedrico, preparato e con un senso del dovere e di deontologia che questa professione nel corso degli anni ha purtroppo perso. Quello che in molti ignorano è che prima di essere un artista eccellente, Lino è una persona meravigliosa. Sempre pronto all’ascolto, sempre pronto a condividere la propria esperienza. Quindi ecco, l’incontro con lui e il condividerci il set è stata una fortuna.

Nella seconda stagione di Non Dirlo al Mio Capo, il personaggio di Guanciale sta dando filo da torcere al tuo. Puoi anticiparci qualcosa sui prossimi episodi e in particolare su Enrico e Massimo?

Enrico ha un segreto nascosto e dimenticato. Massimo ha una storia viva e pulsante, che non lo molla un secondo. Al centro di questo segreto e di questa storia, c’è il punto di incontro dei loro destini. E sarà pesante da gestire per entrambi: qual è il confine tra la vita e la professione? Dove comincia l’etica e dove finisce l’ambizione? Chiedetelo a loro.

Tra i personaggi che hai interpretato, c’è qualcuno che ti somiglia maggiormente?

Tutti. Nessuno. Tutti e nessuno. Sono dell’idea che in ogni personaggio convivono creatività e firma attoriale. Tant’è la parte che puoi creare(la più divertente), tant’è la parte di te che deve galleggiare nel personaggio.

La quarta stagione di Che Dio ci Aiuti si era conclusa con un finale aperto per Nico e Monica. Diana del Bufalo, però, non tornerà nei nuovi episodi. Dove ritroveremo il tuo personaggio?

L’assenza di Diana del Bufalo è stata una brutta perdita, per la serie, per Gianmarco e per Nico. Per la serie in generale, perché credo che due anni fa abbia fatto veramente un ottimo lavoro, uscendo dai suoi standard e dalla zona di “confort” dove la vediamo generalmente e sperimentando e rischiando, in un prodotto così complesso e lungo come Che Dio ci Aiuti. Per Gianmarco, perché nonostante arrivavamo da poli diversi, il sodalizio che siamo riusciti a creare artisticamente e umanamente è stato molto vero, e mi basta dire questo. E per Nico, perché la sua partenza è una coltellata. E si riparte proprio da questo. La botta è stata forte e Nico conosce un unico modo per reagire al dolore, inscatolarlo e fuggire. Ma credo che qualcosa di “grosso” lo costringerà a rimanere.

Sei al lavoro su qualche nuovo progetto di cui puoi parlarci?

Continuamente a teatro, con un progetto europeo che comincerà a Maggio e che porterò in giro assieme a Mauro Lamanna, co-fondatore con me della compagnia teatrale Divina Mania. E ancora a teatro con “L’importanza di leggere i classici” per la regia di Davide Sacco e assieme a Francesco Montanari, col quale non vedo l’ora di confrontarmi, e che debutterà al Teatro Vittoria di Roma ad Aprile 2019 per poi muoversi verso altri lidi. E poi ancora… e ancora e ancora.