Il grano Barilla utilizzato per la pasta è davvero ammuffito, ossia con tassi di micotossine altissime? Tanto più l’azienda non è più italiana e al contrario americana? In questi giorni sui social sta circolando una catena tristemente nota che ha fatto la sua prima apparizione addirittura nel lontano 2012. Da allora ritorna ciclicamente e anche a settembre 2018 ci ritroviamo a commentarla e smentirla in ogni sua parte.
Come segnalano anche i colleghi di Bufale.net c’è da dire che prima di tutto Barilla è ancora italiana, anzi dopo qualche anno di cessione ad una multinazionale statunitense (più esattamente dal 1971 al 1978), è ridivenuta “nostrana”, grazie all’operazione condotta da Pietro Barilla nel 1979.
Cosa dire invece delle notizie relative al grano ammuffito Barilla utilizzato si per la pasta ma anche per i prodotti da forno come i noti e molto diffusi bioscotti Mulino Bianco? La catena continua a circolare identica dal lontano 2012 con la speculazione su un presunto complotto che danneggia i coltivatori di grano del sud Italia a favore dell’importazione di materie prime di dubbia qualità e con la percentuale di micotossine ma pure pesticidi e OGM elevati. Allora come ora la notizia non trova riscontro in alcuna fonte accreditata e riconosciuta come veritiera.
Diremo di più: la faccenda del grano ammuffito utilizzato da Barilla porta la firma di un’esperta, ossia Giuliana Icardi attiva presso l’Universita’ del Piemonte Orientale ed in particolare presso la Biblioteca DiGSPES “N. Bobbio” di Alessandria. Da molto tempo la diretta interessata ha smentito la specifica dichiarazione e la stessa Barilla ha pure sottolineato la natura di bufala del messaggio social. Non sarà l’ultima volta che vedremo circolare il messaggio in questione su social come Facebook o su app come WhatsApp. Il boicottaggio dei prodotti del brand sarà ancora una vollta promosso ma sulla base di notizie infondate che dovrebbero essere, al contrario, verificate per non creare allarmismo e disinformazione.
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