Riso di plastica dalla Cina, video bufala con catena per riconoscerlo in 3 passaggi

Filmato fake come pure fasullo il vademecum per verificare la bontà dell'alimento non originale

Riso di plastica

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Ma davvero esiste il riso di plastica proveniente dalla Cina e che sta invadendo i nostri supermercati? La già nota bufala corre in particolar modo sul social network Facebook, corredata da un video che mostrerebbe la fabbricazione del finto prodotto alimentare. Ci sarebbe poi anche una catena di tipo testuale che spiegherebbe nel dettaglio come riconoscere il finto prodotto in 3 semplici mosse. Inutile negare che il contenuto virale ha attecchito con i suoi toni allarmistici nelle bacheche di molti e dunque meglio chiarire subito che la news è un clamoroso fake, tra l’altro già noto in passato.

In questo datato articolo di approfondimento di Bufale.net, ecco che abbiamo la dimostrazione di almeno due ricorrenze della bufala del riso di plastica, nell’estate 2017 ma pure in quella 2016. In entrambe le occasioni, a circolare su Facebook in particolar modo, è stato lo stesso identico video ora in giro sul web. Nella clip, ecco che un lavoratore asiatico, forse cinese o anche vietnamita (l’etnia non è chiara visto che il lavoratore è ripreso di spalle), inserisce dei blocchi di plastica in una sorta di mixer per ricavarne dei piccoli pezzi. Questi ultimi vengono passati  in quella che sembrerebbe essere una padella, dando vita prima ad un fenomeno di fusione e poi ad una materializzazione in granelli. Sarebbero questi ultimi i chicchi di riso poi commercializzati in Italia come in tutto l’occidente ma in realtà si tratterebbe solo di una procedura per ricavare del pellet industriale. Niente a che fare con gli alimenti insomma.

Il video bufala del riso di plastica, come già accennato, si accompagna ad una catena che invita tutti a testare le confezioni di alimento presenti in casa per sincerarsi si tratti di riso appunto originale e non di quello contraffatto. Anche questo inutile vademecum risulta una fake news naturalmente e dunque speriamo che i nostri lettori non cederanno ai consigli di mettere il proprio riso in acqua per vedere se galleggia, in un mortaio per confermare la sua riduzione in polvere e ancora meno di bruciarlo (azione senz’altro pericolosa) per verificare se emana un cattivo odore.

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