Gli addii hanno influito sul contratto di Ellen Pompeo di Grey’s Anatomy: “I miei 20 milioni? Sono stata fortunata”

Il contratto di Ellen Pompeo di Grey's Anatomy, 20 milioni a stagione, è frutto anche delle defezioni importanti di questi anni: l'attrice ne parla a Cannes


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Il contratto di Ellen Pompeo di Grey’s Anatomy, rinnovato quest’anno per altre due stagioni del medical drama con uno stipendio da oltre 20 milioni di dollari a stagione, è tornato al centro delle cronache con la partecipazione dell’attrice al Festival della Creatività di Cannes.

Tornata sull’argomento che tanto ha fatto scalpore all’inizio di quest’anno, ovvero il suo primato di attrice più pagata della tv, la Meredith Grey della serie cult di Shonda Rhimes ha ribadito di aver raggiunto quel traguardo dopo aver fatto un po’ di conti, scoprendo che il suo compenso non era proporzionato ai guadagni miliardari della rete che trasmette lo show.

La Pompeo ha spiegato di aver reso noti i dettagli del suo nuovo contratto non senza qualche remora, ma di aver pensato che nell’era MeToo con un nuovo movimento femminista pronto a dare battaglia per la difesa dei diritti delle donne sui luoghi di lavoro, la sua storia potesse essere di esempio per chi pensa di non essere valorizzata e remunerata abbastanza per il proprio impegno.

La Pompeo ha detto di essere stata “abbastanza fortunata” da avere accesso ai dati e ai bilanci, così da essere in grado di negoziare un aumento di stipendio sulla base di numeri inconfutabili. Ed essendo anche l’ultimo baluardo della serie dopo i tanti addii nel cast, oltre che produttrice dello show, si è ritrovata in una posizione di potere nella gestione della trattativa: “Gli studios non avevano due attori chiave da sfruttare contro di me. Non avevano più Patrick Dempsey o Shonda (la Rhimes ha firmato un contratto con Netflix per nuove serie in esclusiva, nda). Non è rimasto nessuno su cui il franchise potesse contare“.

Come riporta Ernesto Assante su Repubblica, la Pompeo ha raccontato di aver agito con razionalità nella scelta dei metodi di negoziazione, ovvero…

Cercando di capire esattamente come stavano le cose, facendomi dare numeri e dati, riuscendo a fare i conti e arrivando a discutere su basi indiscutibili. Non c’è ragione al mondo per cui le donne debbano essere pagate meno degli uomini, e non c’era alcuna ragione per cui uno show che fa guadagnare 3 miliardi alla Disney non dovesse pagare molto di più la sua attrice principale.

E pensare che l’opportunità di Grey’s Anatomy arrivò quindici anni fa in un periodo difficile per l’attrice, che decise non certo volentieri di dedicarsi alla tv nonostante il suo sogno fosse il cinema. Non poteva immaginare che in quel ruolo sarebbe rimasta per 15 stagioni, al punto che oggi in molti la identificano col suo personaggio.

Provate a immaginare come mi sentivo: avevo fatto un film, Moonlight mile – Voglia di ricominciare, era andato molto bene, tutti mi avevano fatto straordinari complimenti. Registi importanti avevano lodato la mia performance, Sam Mendes, Steven Spielberg, Warren Beatty. Era il 2002 e pensavo di avere un grande futuro davanti e invece non accadde nulla per due anni, stavo per finire in miseria. Quando il mio agente mi disse di andare a fare il provino per Grey’s anatomy gli risposi che era pazzo, che ero un’attrice, che non mi sarei chiusa nello stesso ruolo per cinque anni. Poi però, visto che dovevo pagare l’affitto accettai di fare il provino.

Ora, oltre a Grey’s Anatomy 15 e 16, sogna di lasciare un’impronta anche al di là dell’iconico ruolo della dottoressa Meredith.

Ho tanti progetti tra le mani. Come ho già detto, ho 48 anni e ho ottenuto quello che meritavo. Qualcuno pensa che io non sia un’attrice particolarmente rilevante, quando parlano di grandi attrici di certo non citano me. Chiunque può avere una serie fortunata per una o due stagioni, ma averne quattordici come ho fatto io vorrà pure dire qualcosa…