Baglioni querela Ricci, aperto un fascicolo per diffamazione: la replica del Patron di Striscia

Baglioni querela Ricci dopo le dichiarazioni al vetriolo rese durante la sua prima conduzione del Festival di Sanremo.

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Baglioni querela Ricci dopo le dichiarazioni al vetriolo del patron di Striscia la Notizia, rese durante la sua prima conduzione del Festival di Sanremo.

A qualche settimana dalla conclusione della manifestazione, si apprende che il cantautore romano non è rimasto ad ascoltare inerme ma si è mosso nelle sedi opportune, tanto che la Procura di Roma ha deciso di aprire un fascicolo per diffamazione per dare seguito alle richieste di Baglioni, al vaglio del pubblico ministero Rosalia Affinito.

Pesanti le dichiarazioni di Antonio Ricci che, in quell’occasione, si espresse in questi termini: “Non penso che sia capace di essere disonesto: il botulino gli ha intoppato il cervello”. Il leader di Striscia la Notizia ammise anche di non essere mai stato suo fan.

“Non l’ho mai sopportato, da quando ero ragazzo. Sono cresciuto nel ’68, negli anni della protesta, quelli di Tenco e Paoli, Guccini e De Andrè. Poi è arrivata questa creatura melensa della maglietta fina che canta passerotto non andare via. Era il preferito dei fascisti. In uno dei suoi spettacoli ho pensato di tiragli una molotov, ma ora se gli dai fuoco si sparge odore di plastica che semina diossina”.

All’epoca dei fatti, Claudio Baglioni scelse di non rispondere ma si è mosso decidendo di adire alle vie legali. La replica di Antonio Ricci, ancora una volta, non si è fatta attendere:

“La querela è la riprova di come il piccolo grande amore abbia affascinatoi fasci. Non mi pento, confermando tutto quello che ho detto sulla melensa creatura che trasuda Baci Perugina da ogni poro, contestualizzato negli anni Settanta, gli anni di piombo. Per quanto riguarda le overdose da botox, sarò in grado di scientificamente in tribunale che quando bacia la fidanzata ciuccia botulino”.

Il patron di Striscia si sofferma poi sul repertorio dell’artista, dando una sua personale visione di Sabato Pomeriggio:

“Nonostante abbia migliaia di fan, voglio ribadire che “accoccolati ad ascoltare il mare” per me è un verso cacofonicamente osceno, meritevole di essere radiato dall’Alta Cantautoreria Italiana. Confermo che, tra le canzoni che hanno come tema l’abbandono, per me Sabato pomeriggio non rientra neppure nelle ultime posizioni”

Il Tribunale dovrà ora dirimere la questione, per la quale è stato appena aperto un fascicolo per diffamazione.