Video e testo Un Respiro di Irama, commosso nel nuovo inedito dedicato alla nonna morta

Irama dedica un brano a sua nonna scomparsa.

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Un Respiro di Irama è la canzone inedita con la quale l’artista prova ad accedere al serale di Amici di Maria De Filippi. Nella puntata di Amici 2018 in onda sabato 24 marzo, alcuni ragazzi hanno avuto la possibilità di provare a convincere le commissioni di canto e di ballo aspirando all’unanimità per l’accesso immediato al serale.

Irama era tra questi e si è esibito in puntata presentando un nuovo brano inedito dedicato alla sua nonna scomparsa, Un Respiro. Anche la lettera scritta dal giovane concorrente di Amici di Maria De Filippi è per sua nonna.

Le parole di Irama sono indirizzate ad “Adry” con la quale si scusa per non aver pianto. Poi racconta il suo “approccio ansiogeno alla scrittura, di certo non ho preso da te ma gli occhi sì, freddi come il ghiaccio”, continua Irama spiegando qualcosa in più sul suo conto.

“Spesso non riesco a farmi capire”, aggiunge, prima di precisare che in realtà a volte è lui che non vuole farsi capire dagli altri, non vuole spiegarsi perché “Ho imparato che certe cose non vanno dette”. Il ragazzo spiega di aver imparato che non sempre ci si può permettere il lusso della sincerità e ricorda la sua sofferenza nell’ascoltare le persone parlare di lui come di quel cantante “sparito” dopo qualche canzone. 

In realtà non è mai sparito ma non poteva parlare. Ad Amici di Maria De Filippi Irama si rimette in gioco a partire dai suoi inediti, l’ultimo in ordine di tempo presentato nel programma è Un Respiro che però non è riuscito a fruttargli la maglia verde del serale.

Il primo cartoncino aperto da Maria De Filippi è un “no”. Irama non accede, per ora al serale di Amici 2018.

L’esame di ammissione al serale di Irama:

La lettera di Irama a sua nonna:

https://www.youtube.com/watch?v=cHWxFF-Ko-8

TESTO Un Respiro di Irama
Un respiro si toglie solo se il cuore ti batte di più
o col bacio sul collo di un’altra bottiglia che butterò giù, che butterò giù
con la faccia pulita e una pelle più sporca dei lividi blu, sempre di più, come un tattoo
stessa terra, chissà Dio se c’eri anche tu, hey, hey
Mi manchi tu, questo è un deja vu
lo riconosco perché non piango
quel giorno sembravo un mostro, quel giorno è durato un anno
le nuvole e il fango, un prete prega per farlo
nel nome del padre, del figlio, dello spirito salto questa messa in scena
me ne vado, mi ricordo un lago, faceva molto freddo
ed io da solo in isolamento mentre col tempo crescevo con un’isola dentro

Se non ho più parole e non sei qui con me
un ricordo banale è tutto ciò che resterà di te

Ringrazio il mio ego, non so se mi spiego
sono cresciuto pure senza te ma sai
quanti tagli ormai che non saprò mai più nascondere
Con la faccia pulita e la pelle che è sporca di lividi blu
non mi manca più il fiato ma mi manchi tu
Oggi è venerdì, scrivo un po’ di più
non mi sento giù, non mi sembro io mentre guardo in su
stringo dentro gli occhi la tua stessa luce mentre un ricordo mi strappa il cuore
c’è un altro che lo ricuce
vita toglie vita da
vieni su al solito bar
fingo di aspettarti ma il ghiaccio si scioglierà
so che non tornerai, e no che non tornerai
ho ancora il biglietti per quel concerto a cui non verrai
Dammi solo un buon motivo, dammene uno, solo il perché
sei partita senza dirlo a nessuno, niente di che
mi aspettavo solamente un saluto, siamo io e te
a guardarci tra le nuvole
Vorrei tornare indietro solo per un addio
e dirti “quel concerto era il mio”
per dirti “quel concerto era il mio”
se non ho più parole