Riki si attribuisce un altro record ma dimentica i “cereali sottomarca” che deve ancora mangiare e i Dear Jack di Alessio Bernabei

In altre parole: affannarsi per inseguire un record che vale zero tra furbate promozionali della nuova generazione di ex talent.


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Se c’è qualcuno che ha scritto la storia della musica italiana è da ricercare alla lettera B di Bernabei, Alessio. 

Il confine tra la consapevolezza e l’autocelebrazione è così labile che, se ti chiami Riccardo Marcuzzo, negli ultimi mesi – probabilmente – lo hai di gran lunga superato ripetutamente tra un “non rompete i cogl***” di qua e una decina di presunti record di là, frutto di numeri gonfiati a dovere da escamotage promozionali che dovrebbero essere bandite.

Se anche voi avete più volte sperato, se anche voi avete più volte sognato qualcuno che mettesse a posto una buona volta Riki, siamo felici di annunciarvi che quel qualcuno da ringraziare non spunta fuori oggi, esiste da qualche anno. Corrisponde al nome DEAR JACK, quelli che Riki ci fa rimpiangere ogni giorno mentre tra una sparata e l’altra sui social sottolinea involontariamente l’umiltà di un gruppo di ragazzi di provincia che in pochi mesi si sono trovati a calcare i palchi dei palazzetti italiani in una lunga tournée sold out che ha gettato le fondamenta per un indimenticabile concerto-evento all’Arena di Verona.

Record è… non vincere un talent show, non vincere neanche la categoria del canto e poi fare un tour nei palazzetti e arrivare all’Arena di Verona dopo una manciata di mesi.

I Dear Jack sono stati il primo gruppo ad accedere ad Amici di Maria De Filippi, il primo gruppo a conquistare il premio della critica (assegnato dai giornalisti!!!!), il primo a ribaltare il risultato finale a suon di numeri. Numeri reali. Non c’erano listening party su Spotify & simili, non c’erano ascolti da falsare perché non venivano considerati gli streaming ai fini della classifica FIMI degli album più venduti in Italia. Se l’album vendeva 100.000 copie, vendeva 100.000 copie, e basta.

I Dear Jack sono quelli che hanno sperimentato un contratto con un’etichetta indipendente ignorando che da lì a poco avrebbero fatto i conti con una gestione altrettanto “indipendente” e con una struttura nettamente diversa da quelle delle major. Sono stati catapultati direttamente dalla finale di Amici di Maria De Filippi sul palco dello Stadio San Siro di Milano e su quello dello Stadio Olimpico di Roma.

Il tour di debutto lo hanno tenuto nei palazzetti dello sport.
Non una data al Mediolanum Forum di Assago e poi club e/o piccoli teatri di provincia, come va di moda oggi, ma una intera tournée nei palazzetti italiani, che ha fatto registrare il tutto esaurito. E poi il Teatro Antico di Taormina e la prestigiosa Arena di Verona, in un concerto unico che da lì a poco sarebbe stato sinonimo di addio.

Se non nella musica italiana, quantomeno nei talent show il tempo andrebbe misurato in avanti Dear Jack e dopo Dear Jack perché volente o nolente (e per tanti dolente!) il libro dei primati è stato scritto lì.

I Dear Jack hanno fatto scuola, anche a Riccardo Marcuzzo. Se non fossero esistiti i Dear Jack, probabilmente con quell’etichetta indipendente ci avresti firmato tu, Riki, sparato in orbita e bruciato in tempi da record, se proprio ci tieni a parlare di record.

Se i Dear Jack non avessero fatto i palazzetti dello sport al primo tour, tu, Riki, non avresti mai compreso la necessità di NON fare i palazzetti proprio per far lievitare il numero di biglietti venduti, ancora, e ancora, e ancora. Non avresti capito che è molto meglio raddoppiare e triplicare piccole location piuttosto che fare un palazzetto perché, a conti fatti, i biglietti venduti sono di più. Alla stessa gente, ma sono di più.

Se non ci fossero stati i Dear Jack forse non avresti avuto la possibilità di vedere COSA realmente porti con sé una mania: fan disposti a tutto, anche a trattenersi in città 3 giorni di seguito per vedersi 3 concerti di seguito, uguali, identici, comprando 3 biglietti (anzi 6, perché nella maggior parte dei casi si portano dietro quantomeno un accompagnatore). Ecco, se non ci fossero stati loro, il tuo concerto nella suddetta città sarebbe stato uno, in una location capiente da accogliere tutti in una sola sera, come hanno fatto i Dear Jack all’epoca. E sarebbe stato un errore perché non avresti spremuto abbastanza chi oltre a vederti 3 volte di seguito vuole anche farsi leccare 3 volte di seguito al tuo instore e quindi è disposto a comprare 3 CD a data per fare il giro 3 volte, magari in 4 date diverse che fa un numero esorbitante di CD in circolazione nelle stesse case, e questo sì, è un altro record. 

Ben venga Riccardo Marcuzzo, sbocciato nell’anno 3 D.D.J. (leggi: Dopo Dear Jack) e il suo record di biglietti venduti nel primo tour che gli arriverà mentre siamo intenti a tralasciare chi ha fatto molto di più, molto meglio e molto prima, chi lo ha fatto senza troppe escamotage in un momento storico in cui va di moda fare posti ben al di sotto della capienza adeguata al numero di richieste perché, boh, fa record. 

Ben vengano anche i The Kolors e il loro sound originale ma insignire Stash Fiordispino & soci del titolo di “da anni non c’era qualcuno di successo che usciva da un talent” vorrebbe dire dimenticare i meriti e i traguardi dei Dear Jack, il loro successo che ancora oggi resta ineguagliato ed incontrastato soprattutto dal basso di qualche data estiva e di un album che, almeno numericamente parlando, non ha soddisfatto pienamente le aspettative.

Alla data odierna, considerando il tour dei Dear Jack per Domani è un altro film (prima e seconda parte), dai palazzetti all’Arena di Verona (unico album diviso in due parti, quindi unico tour), dalle nostre verifiche risulta che il numero di biglietti venduti attualmente da Riki sia inferiore a quello venduto dai Dear Jack. Pertanto il record di biglietti venduti per il primo tour al momento è dei Dear Jack.

Non è detto che Riki non arrivi a superare il numero di biglietti venduti dai Dear Jack nel corso del primo tour, anzi fin da ora vi assicuriamo che ancor prima dell’estate Riccardo Marcuzzo potrà ufficialmente fregiarsi del record che decanta tuttavia va considerato che in ogni caso:

Nel frattempo, Riki, sai quanti “cereali sottomarca” (cit.) devi ancora mangiare prima di scrivere la storia della musica italiana?!