WhatsApp a pagamento da sabato mattina 30 dicembre, ancora una bufala di fine 2017 (tanto per gradire)

Per concludere in bellezza questo 2017. Nuova diffusione in queste ore di un messaggio che oramai conosciamo a memoria.

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Non potevamo certo farcela mancare: la nota relativa a WhatsApp a pagamento da questo sabato mattina del 30 dicembre è di certo l’ultima di questo genere di questo 2017 (ma giusto perché non c’è abbastanza tempo per un’altra prima della mezzanotte di domani che segnerà l’inizio del 2018). Ebbene, la bufala ritorna in gran forma sull’app delle app con il solito messaggio allarmistico e che invita tutti a mettersi all’opera per fare in modo che l’evento apocalittico non accada.

L’ultima volta che avevamo registrato il diffondersi del messaggio di WhatsApp a pagamento era stato a metà novembre. In sostanza, in queste ore, il messaggio in voga è praticamente identico e prevede l’invito ad inoltrare la nota in questione almeno ad altri 20 contatti per far diventare il fantomatico logo del proprio logo di colore blu e per mantenere l’utilizzo dello strumento completamente gratuito (altrimenti ogni invio di un messaggio costerà 1 centesimo che, moltiplicato per tutti quelli giornalieri, sarà una gran bella somma).

Ad accompagnare il messaggio in questione anche questa volta ci sono le dichiarazioni dei fantomatici direttori di WhatsApp Andy e John e a confermare l’autorevolezza della notizia ci sono anche i TG nazionali che hanno allertato la cittadinanza. Una bufala insomma costruita con tutti i crismi e che purtroppo gli italiani non hanno imparato ancora a conoscere vista la nuova capillare diffusione della nota anche in queste ultime ore del 2017. Meglio precisare dunque ancora una volta che WhatsApp era a pagamento in passato ma che non tornerà mai più ad esserlo per stessa dichiarazione dei fondatori e conferma da parte di Mark Zuckerberg, CEO Facebook che ha acquistato pure la società in questione da tempo. Inutile dunque condividere ancora una volta l’inutile catene, ciò servirebbe solo a infastidire ancora una volta qualche nostro destinatario.