Riki e quell’ “avete rotto i coglio**”: quantità e qualità tra dischi di platino ed “escamotage promozionali”

Riki risponde a modo suo alle critiche dopo l'esibizione ad Amici di Maria De Filippi.

Riki ad Amici di Maria De Filippi

INTERAZIONI: 415

Adoro Riccardo Marcuzzo perché ha il coraggio di mettersi contro il sistema, che all’epoca era quello di Amici di Maria De Filippi, rispondendo a tono ai docenti senza pensare alle conseguenze.

Di Riki ho sempre apprezzato il suo essere testardo, caparbio, cocciuto e puntiglioso, “maniacale” nella cura ai dettagli. Audace, deciso, intrepido nel programma e nella vita, a tratti – forse – un po’ troppo polemico ma in situazioni in cui non gli si può dare di certo torto. E questa è una di quelle.

Riki ha fatto ritorno ad Amici di Maria De Filippi sabato 18 novembre. Nella puntata di formazione della nuova classe ha presentato Se parlassero di noi e Perdo le parole tra le urla dei fan. Cantare dal vivo, letteralmente coperto dalle grida, e portare a casa un’esibizione dignitosa è compito assai arduo ma Riccardo Marcuzzo ci è riuscito. Dopo alcuni errori innegabili su Se parlassero di noi, è riuscito a riprendersi per una Perdo le parole da apprezzare.

A non perdonare è il web. Se noi infatti, abbiamo ben chiara la non infallibilità di un artista, c’è una categoria di persone che, sì, effettivamente “rompe i cogli***”. Stavolta, però, c’è da dire che ha ragione. Riccardo Marcuzzo ha sulle spalle onori e oneri di un vincitore (categoria canto) di Amici di Maria De Filippi e con dischi di platino a gogò e sold out in tutta Italia ha di gran lunga alzato le aspettative.

Nella maggior parte dei casi a fregarci, infatti, è proprio l’aspettativa, la pretesa che un cantante sia infallibile, sempre perfetto. Quanto ci sia di giusto o di sbagliato in un simile desiderio non è argomento di questo post, fatto sta che neanche io, dopo aver assistito al concerto di Riki all’Alcatraz, mi sarei mai immaginata una esibizione del genere. Però c’è la diretta, c’è la confusione dei fan in studio, c’è anche l’emozione di tornare nel programma che lo ha lanciato solo pochi mesi fa e c’è qualche problema tecnico: il risultato è una performance da 6 meno meno con enormi margini di miglioramento.

Riki su Instagram risponde senza mezzi termini a chi lo critica e lo accusa di essere stonato: “Ci può stare un’esibizione storta come quella ad Amici soprattutto se in cuffia hai solo un pianoforte bassissimo coperto dalle urla”. E poi aggiunge: “Avete rotto i cogli**”, probabilmente rivolgendosi a chi deve sempre trovare un modo per criticarlo.

Ti avrei appoggiato in pieno, Riki, se non fosse per il riferimento ai cinque dischi di platino. Qui i “rompicogli***” potrebbero farti notare che la quantità (le vendite) e la qualità sono due cose molto diverse. Nel tuo caso la qualità c’è, è fuori da ogni dubbio, e anche la quantità. Ma a fare cinque dischi di platino mettendo in palio i migliori cimeli da collezione, pregando i fan di riacquistare il disco in una settimana ben precisa per evidenti questioni di classifica FIMI, siamo bravi (quasi) tutti.

Chiudiamo gli occhi per non vedere i listening party su Spotify con annesse, quanto ovvie, certificazioni per i singoli e non contiamo neanche le copie di Mania che ogni fan porta a casa spinto dal desiderio di vederti più volte nel corso dello stesso instore tour. Scelte loro, sì, ma vendite tue.

Accetta due consigli, Riki:
1. Non confondere la qualità delle esibizioni con le vendite. Se è vero che un’esibizione può non andare bene (e può succedere a tutti i più grandi artisti italiani ed internazionali), non saranno di certo le vendite a giustificarla soprattutto se frutto (anche, non solo) di qualche “escamotage promozionale”. 
2. Prima di scrivere o parlare, conta fino a 10. Ed evita di sclerare, come al fotografo di Sorrisi e Canzoni in pieno concerto, perché chi ti conosce si fa una grassa risata e finisce lì. Il problema è chi non ti conosce.

Avrei scommesso su di te come erede di Tiziano Ferro, il Re indiscusso del cantautorato italiano che per determinazione e talento nella scrittura dei testi un giorno, lontano, avresti potuto avvicinare. Per ora sei l’erede di un Lorenzo Cantarini particolarmente spocchioso in un Sanremo 2015, dopo un’esibizione poco soddisfacente dei Dear Jack.

Sbagliare è umano e sai cosa bisognerebbe fare in questi casi? Scusarsi. E basta.