Giovedì 16 novembre alle 15.00, presso il Complesso di San Marcellino e Festo dell’Università Federico II, si terrà il seminario I linguaggi della creatività. Conversazione con Mogol, promosso dall’Osservatorio Territoriale Giovani del Dipartimento di Scienze Sociali dell’Ateneo Federico II, in collaborazione con Optima Italia, nell’ambito delle attività di StartUp Music Lab. Nel corso del seminario, il Rettore consegnerà a Mogol il Sigillo dell’Università Federico II per il rilevante ruolo che ha svolto, in qualità di autore, nell’ambito dell’industria culturale italiana.
Il giorno dopo Mogol incontrerà i ragazzi nella sede di Optima e lì lo intervisterò.
Giulio Rapetti, in arte Mogol, è un poeta (anche se lui mi ha detto che deve essere la gente a decretare che uno sia davvero un poeta e questo almeno 50 anni dopo la sua morte). Ha scritto quasi 2.000 canzoni, tante con Lucio Battisti, altre con Gianni Bella per Adriano Celentano o con Mango, Riccardo Cocciante… Le sue composizioni sono presenti in 520 milioni di dischi venduti. Sì, 520 milioni, una cifra record. La sua attività è iniziata negli anni ’60. Tutti conoscono le canzoni con Battisti, ma pochi sanno che è lui l’autore di canzoni come “Una lacrima sul viso”, “Sognando la California, “Senza luce”, “E’ la pioggia che va”, “Riderà”, “Se stasera sono qui” con Luigi Tenco, “L’immensità”, “Impressioni di settembre”, “Australia”, “Oro”, “Vita”, “Varietà”, etc.
Ha anche fatto testi italiani di canzoni di Bob Dylan, Beatles o David Bowie.
Il 15 febbraio 2015, al Roxy Bar, gli ho consegnato il Gandhi9.11, l’opera luminosa creata con Marco Lodola, che viene assegnata a tutti quelli che con il loro lavoro o arte hanno portato pace nelle persone.
Da tanti anni Mogol vive nel cuore dell’Umbria, a Toscolano, dove ha creato il CET, una scuola dove insegna ai ragazzi l’arte della composizione. Si batte per la cultura, quella che lui definisce popolare. In uno dei miei tanti incontri con lui, mi ha colpito quando ha detto che nel mondo del business dei talent di oggi lui e Battisti non sarebbero emersi. In seguito anche Paul McCartney ha dichiarato che oggi i Beatles non avrebbero avuto spazio, confermando che oggi stiamo facendo cambiare mestiere ai possibili veri geni musicali del futuro. Anche se Mogol dice di non essere un genio e che tutta la sua creatività è frutto di tanto lavoro e studio, lui è un genio.
Se hanno dato il Nobel per la poesia a Bob Dylan, sicuramente lo merita anche Mogol.
Red Ronnie