“Gimme some truth (Datemi un po’ di verità” è una canzone di John Lennon, che poi fu ripresa dai Generation X di Billy Idol, dove John chiedeva di avere un po’ di verità. Le parole “verità” e “libertà” sono tra quelle più usate e rivendicate, forse perché quasi mai esistono. La televisione è falsa fino al midollo, tutta una rappresentazione scenica di emozioni create ad arte per colpire lo spettatore e tenerlo incollato allo schermo, ma soprattutto a quella trasmissione. L’inganno sta che, mentre al cinema sai che è una finzione, la TV ti fa il lavaggio del cervello per farti credere che tutto sia vero e spontaneo.
A Trapani, mentre aspettavo l’aliscafo per l’isola di Favignana, sono stato incuriosito da un nugolo di operatori, con tanto di drone volante, assistenti, organizzatori che gravitavano attorno a quattro personaggi sconosciuti. Pensavo fossero giapponesi, poi il loro organizzatore italiano mi ha chiarito che stavano girando una sorta di Pechino Express per la TV coreana, dal nome di Mago di Ozzy. I quattro personaggi erano famosi in Corea: due attori, uno chef e una miss.
Stavano facendo l’autostop per andare alle saline dove svolgere un compito. Chiaramente, se si fermava davvero qualcuno per dar loro un passaggio sarebbe stato fatto allontanare, perché c’era già, prevista dall’organizzazione, un’auto predisposta a fermarsi “spontaneamente” per caricarli. Naturalmente all’interno della vettura c’erano già montate le telecamere per poter riprendere il viaggio.
Quindi?!? Eh sì, anche quelli che si chiamano “reality” sono pilotati, con storie non affidate agli accadimenti ma previste da copioni. Ho avuto anche la conferma di una cosa che dentro di me sapevo: le lettere che i genitori scrivono ai figli prima di una gara di un talent non sono vere, ma “provocate” e suggerite dagli autori del programma. Mi ha raccontato un ragazzo che, dopo essere uscito da un talent, aveva chiesto alla mamma perché gli avesse scritto una lettera così commovente, inusuale per lei. La risposta fu che erano stati gli autori a scriverla, dicendole che se l’avesse letta avrebbe fatto del bene al figlio.
Quale lo scopo? Nella tensione di una gara (anche se ricordo sempre che la musica è emozione e non competizione) quel ragazzo sicuramente si sarebbe messo a piangere e le lacrime fanno audience. Quale la controindicazione? Che chi guarda la TV pensa: “I miei genitori queste cose così belle non me le hanno mai dette, quindi non sono bravi genitori”.
Ma gli spettatori non sanno che neppure quei genitori avevano mai detto quelle cose, ma solo letto un copione. Questo è davvero esasperare, drogare le emozioni.
Gli unici scopi dei reality o talent sono: fare audience e far spendere soldi per votare il proprio preferito. Votazioni a volte inutili perché anche i nomi dei vincitori sono già stati scritti. Tutto il resto non conta.
La verità? Quella non abita lì.
Red Ronnie