Brillante e promettente première per Grey’s Anatomy 14 (recensione): perché Krista Vernoff salverà la serie

Un'ottima première per Grey's Anatomy 14, ecco cosa è successo nei primi due episodi scritti dalla sceneggiatrice storica Krista Vernoff

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Il ritorno di Krista Vernoff tra gli sceneggiatori di Grey’s Anatomy 14 è stato davvero provvidenziale: la première con doppio episodio del 28 settembre negli Stati Uniti, Break Down The House e Get Off on the Pain, ha quasi rasentato la perfezione. La sua penna brillante, la sua originalità, la sua capacità di tenere insieme riferimenti a personaggi e fatti in modo coeso e fluido ha fatto la fortuna di tante stagioni del medical drama e, se queste sono le premesse, la farà ancora.

Probabilmente è troppo presto per dirlo, ma a guardare i primi due episodi di Grey’s Anatomy 14 sembra proprio di essere tornati all’età aurea del medical drama, che nelle stagioni dalla terza alla sesta ha espresso al meglio le sue potenzialità ed è diventato uno dei cult della tv popolare del nuovo millennio.

Lo avevamo già previsto all’annuncio del suo ritorno e la première coi due episodi scritti dalla Vernoff lo ha confermato: il suo talento salverà Grey’s Anatomy dalla brutta piega che aveva preso la tredicesima stagione, con storyline aperte e lasciate in sospeso, portate avanti a sprazzi senza alcuna compattezza: basti pensare al secondo film dedicato a Japril, un episodio a se stante completamente avulso dal resto della trama, le cui conseguenze – pur potenzialmente enormi per i personaggi – non sono mai state esplorate in tutto il resto della stagione, un assurdo senza precedenti nelle cronache di Grey’s Anatomy (per parafrasare Meredith).

Su tutto, spicca il ritrovato gusto per i dialoghi sincopati e trascinanti, come non se ne ascoltavano da tempo: i personaggi di Grey’s Anatomy si erano ridotti a parlare per frasi fatte, parolacce (tante) e monosillabi. Ascoltare Maggie interagire con Teddy e Nathan per convincerlo ad essere sincero, Meredith parlare a cuore aperto con Megan, per non parlare dei fratelli DeLuca che fanno intere conversazioni in italiano è davvero una manna dal cielo che rende le interazioni accattivanti e godibili.

A brillare per qualità è più il secondo che il primo episodio di questa première, decisamente sorprendente per le dinamiche tra i personaggi e il finale drammatico che spunta all’improvviso da un contesto ironico: questo vuol dire saper scrivere una sceneggiatura e la Vernoff ne ha dato prova ancora una volta.

La critica che si può muovere alla première di Grey’s Anatomy è quella di aver riservato poco pathos al cliffhanger che ha aperto la stagione: il ritorno di Megan dalla sua famiglia è stato liquidato con poca tensione drammatica, a partire dall’abbraccio con Owen e Nathan stemperato da frasi ficcanti ed ironiche della protagonista. Conoscendo Grey’s Anatomy, ci si sarebbe aspettati un episodio dai toni fortemente drammatici. In fin dei conti, una sorella, figlia e fidanzata che torna a casa dopo dieci anni in cui è stata creduta morta dovrebbe per lo meno trovare i suoi ad attenderla in una valle di lacrime, seppur di gioia. Il fatto che la Hunt sia invece perfettamente lucida, presente a se stessa e capace di spiegare la sua vicenda come qualcosa che tutto sommato le ha regalato anche una dose di felicità ha fatto mancare quell’intensità tipica di momenti come questo. Ma anche quest’aspetto straniante ha trovato poi la sua giustificazione nel secondo episodio: Megan non ha vissuto in prigionia seppure reclusa in un contesto che non le apparteneva, “ostaggio” da miliziani che non le hanno permesso di abbandonare l’Iraq perché hanno preteso che diventasse il loro traumatologo. Lì si è in parte rifatta una vita, diventando madre di un piccolo rifugiato siriano, pur non riuscendo ad adottarlo legalmente: il fatto che voglia tornare in Iraq per stare con suo figlio lascia presumere che il triangolo Meredith-Nathan-Megan avrà presto o tardi un lieto fine.

https://youtu.be/ijoufkozdqE

A proposito di triangoli, quelli che erano sembrati noiosi e prevedibili nella precedente stagione ora acquistano una nuova attrattiva: la première di Grey’s Anatomy 14 è riuscita a rendere interessanti intrecci amorosi che erano sembrati quantomeno strampalati fino a qualche mese fa.

Megan e Meredith sono due donne mature che non hanno alcuna intenzione di contendersi il bellimbusto di turno (“Nathan ha un ottimo gusto in fatto di donne” sostiene a ragion veduta la Hunt). E la confusione di Riggs è più che giustificata, al punto da rendere piacevole perfino la scena in cui si propone con un anello a Megan, ma ancor più interessante il travaglio interiore che alla fine lo porta a cercare Meredith. La Grey, dal canto suo, si conferma una rockstar della chirurgia facendo un pionieristico trapianto di addome alla fidanzata del suo nuovo amore.

https://youtu.be/vstd5OygxKg

https://youtu.be/QkKC8_JShrs

https://youtu.be/1DwWubaWbw8

Quello tra Alex, Jo e DeLuca finalmente comincia a delinearsi nel verso giusto, soprattutto perché quella tra i primi due comincia nuovamente a somigliare ad una relazione. Jo che va a letto con uno specializzando e finisce per capire che sta solo innamorandosi di nuovo di Alex, mentre quest’ultimo finalmente le parla apertamente confessandole di aver rintracciato il suo ex marito, è la svolta che mancava da tempo in questa martoriata storyline. Per ora DeLuca resta sullo sfondo, ma ci sono tutti gli elementi per innescare interazioni accattivanti tra i tre.

https://youtu.be/_vpdu0mwOqY

L’altro triangolo, quello appena accennato nel finale tra April-Jackson-Maggie, è la chiave per smuovere finalmente qualcosa tra i Japril: dopo averlo dimenticato e riposto in un cassetto per mezza stagione, gli sceneggiatori si ricordano che in Montana è successo qualcosa tra April e Jackson e che quel riavvicinamento non può essere ignorato.

E se proprio vogliamo continuare a parlare di triangoli, il più emozionante è quello che è venuto a delinearsi con il ritorno di Teddy Altman a Seattle: il suo personaggio si conferma straordinario. Saggia, sensibile, intuitiva, accogliente, Teddy è capace di cogliere tutte le sfumature di quel che avviene intorno a lei, dalle crisi di panico di Owen sempre dietro l’angolo al presunto conflitto di interessi di Meredith fino al distacco incomprensibile di Amelia. Teddy è la persona di Owen, dice bene Meredith, e il matrimonio in crisi di Hunt porta inevitabilmente ad un avvicinamento tra i due. Anche dopo il bacio nato dalla frustrazione del chirurgo nei confronti di sua moglie, Teddy è capace di frenare le emozioni e fare la cosa giusta, sebbene si lasci scappare un promettente: “Se siamo destinati a stare insieme in questa vita, non può cominciare col tradimento di tua moglie“. Semplicemente perfetta.

https://youtu.be/BKFiL1WqoAo

https://youtu.be/aokN9GYAHp0

https://youtu.be/XCXXhCbl3JQ

Amelia, poi, è la vera incognita di questa stagione: isolata e attaccata per la sua incapacità di amare Owen come tutti vorrebbero, ovvero standogli perlomeno vicino in un momento delicato come quello del ritrovamento della sorella, è la protagonista del grande colpo di scena finale, introdotto magistralmente. Amelia – come se in Private Practice non avesse vissuto fin troppe tragedie – scopre di avere un enorme tumore al cervello (“Un bellissimo tumore“, lo definisce la Shepherd, da sempre attratta dalle sfide impossibili, prima di scoprire che quella massa è sua) dopo essersi masturbata e sottoposta ad una risonanza per partecipare alla ricerca di Carina DeLuca. Questo spiega probabilmente molti dei suoi comportamenti assurdi adottati nelle ultime stagioni, proprio come avvenne per Izzie Stevens nella quinta. Era da tanto che uno dei medici di Grey’s Anatomy non scopriva di essere malato in senso stretto. Al di là di eventi esterni come Meredith che viene aggredita da un paziente o DeLuca che viene pestato da Karev, l’ultima grande storyline che ha riguardato un problema di salute non causato da fatti imprevedibili è stata quella di Izzie e del suo tumore della pelle che la portò quasi alla morte nella quinta (memorabile e perfetta) stagione di Grey’s Anatomy. La sensazione è proprio quella di essere di fronte ad una stagione che può tornare a quei livelli di qualità dal punto di vista della sceneggiatura.

Gli altri momenti memorabili della première sono proprio quelli che hanno visto l’ingresso nel cast di Stefania Spampinato, decisamente la new entry più promettente. L’attrice siciliana ha fatto un debutto coi fiocchi: la ginecologa impegnata in una ricerca sul comportamento del cervello femminile durante l’orgasmo – progetto subito sposato dalla Bailey – è spigliata, intraprendente, astuta, femminista. In altre parole, perfetta per Arizona. Come perfetto è il loro primo incontro con l’incursione di Andrew e il conseguente botta e risposta in italiano di fronte ad un’allibita Arizona. Le sue interazioni nella nostra lingua col fratello Andrew non possono non renderci un pizzico orgogliosi.

https://youtu.be/7zJY7G_reSY

https://youtu.be/A1HA2_h8Pg8

Ma il vero piccolo miracolo di questa première, per tornare al principio, è che tutti i personaggi interagiscono in modo ideale e calzante, soddisfacendo le aspettative degli spettatori. Il clan Hunt e famiglia, Riggs ed April memori dell’amicizia nata in Medio Oriente, Jo e Ben in quanto unici specializzandi superstiti del loro corso, Alex e Meredith come sempre sostegno l’uno dell’altra, la Bailey e Richard finalmente di nuovo al comando tra scaramucce e comunità d’intenti, le tre sorelle che si sostengono a vicenda quando qualcuno prova a ferire una di loro: tutte le interconnessioni hanno perfettamente senso. E come non notare i tanti riferimenti alla storia di Grey’s Anatomy: Meredith che legge un articolo di Cristina e lo mostra orgogliosa alla sua mentore Teddy, Megan che chiede alla Grey quale delle due mogli di Hunt abbia preferito, il fantasma di Derek che torna nel ricordo del “vero grande amore” della protagonista, Arizona che soffre per l’abbandono di Callie che ha portato con sé la piccola Sofia, Owen che ricorda a Teddy di aver sposato Henry quando era un suo paziente. Come un grande affresco in cui le piccole pennellate fanno la differenza. Qui è la memoria storica della Vernoff, sceneggiatrice veterana di Grey’s Anatomy e per anni produttrice esecutiva, a manifestarsi in tutta la sua grazia.

Il tratto che rende la première di Grey’s Anatomy 14 così entusiasmante è senza dubbio la volontà di riannodare tutti i fili che erano stati lasciati dispersi senza direzione nelle precedenti stagioni: tutto si tiene in Grey’s Anatomy 14×01 e 14×02, perché la trama si regge su un impianto narrativo solido, ragionato, volutamente votato a recuperare quella coralità che più di tutte le altre caratteristiche è stata il marchio di fabbrica del medical drama di Shonda Rhimes e che si era indubbiamente persa. Nelle ultime tre stagioni era stato impossibile non notare la trama orizzontale quasi inesistente, scollata, riversata in modo blando in episodi tutti declinati verticalmente e con connessioni tra fatti e personaggi prive di sostanza e coerenza: la mancanza di coesione narrativa aveva notevolmente abbassato il livello dell’intera serie dopo la decima stagione, nonostante i singoli episodi fossero comunque piacevoli e godibili. Ora l’asticella può essere alzata nuovamente, Grey’s Anatomy può puntare ancora in alto e raccontare storie drammatiche, esilaranti, ispiratrici, capaci di generare empatia e senso di identificazione in chi guarda.

Ciliegina sulla torta, finalmente un’ottima colonna sonora a fare da punteggiatura nella sintassi scorrevole e coinvolgente di questi primi due episodi. Le premesse per un’ottima stagione che salvi Grey’s Anatomy dallo stallo, dalla confusione e dalla mancanza di idee degli ultimi capitoli della serie, ci sono tutte.