Massimo Ranieri sui talent e il fenomeno Riccardo Marcuzzo: “I ragazzi non hanno altre possibilità”

Massimo Ranieri sui talent e i potenziali pericoli all'epoca della tv: "Onestamente non so chi sia Riki".

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Massimo Ranieri sui talent e tutto ciò che ne consegue. Raggiunto da Libero, Giovanni Calone ha detto la sua sul nuovo fenomeno che ha invaso la musica, ma si è detto scettico rispetto ad alcuni meccanismi. L’artista ricorda i Cantagiro, Canzonissima e i Dischi per l’estate, che sotto un certo punto di vista hanno rappresentato un’anteprima dei talent, ma ammette che i ragazzi di oggi non hanno molte possibilità oltre ai talent.

“I nostri Cantagiro, Canzonissime e Dischi per l’estate erano un po’ dei talent. In questo momento, non ci sono altre possibilità per il ragazzi, anche se queste trasmissioni non sono esenti da pericoli. In molti escono dai vari programmi sentendosi già dei divi. Riki? Onestamente non lo conosco”.

L’artista napoletano si sente comunque di spezzare una lancia nei confronti di chi decide di partecipare a un talent, ricordando la sua esperienza al Cantagiro: “Vinsi in una categoria di serie B, ma dopo la vittoria non è accaduto assolutamente nulla, così ho continuato con la gavetta nei matrimoni, nei battesimi e nelle feste di piazza. All’epoca era più facile perché eravamo mille, ora sono un milione. È normale che la gente non sappia chi seguire”.

E sulla gavetta, sembra non avere dubbi: “I giovani hanno bisogno di farsi le ossa, di andare con la chitarrina a suonare nelle balere. Mi hanno proposto più volte di partecipare come giudice a uno di questi programmi ma ho sempre rifiutato perché non mi sento in grado di giudicare nessuno, poiché mi sento ancora giudicabile. Per quale motivo dovrei giudicare una persona alzando una paletta e dicendo no?”.

Massimo Ranieri ha però partecipato all’ultima edizione di Sanremo Giovani, dove ha selezionato i concorrenti. Un’esperienza che non ha vissuto abbastanza serenamente, a suo dire, dicendosi profondamente contrario all’ingaggio di giudici che hanno ancora molta strada da fare.

Quale può essere, quindi, il segreto del successo? Quello di portare sul palco qualcosa che ci appartiene, recuperare la nostra musica abbandonando la moda di cantare in inglese: “Cantare in inglese non è difficile. Cantare in italiano? Difficilissimo”.