Recensione Syberia 3: storia di uno “scongelamento” scomodo – PS4, Xbox One, PC

Un titolo a tratti controverso, che unisce buone idee a una realizzazione non eccelsa: attesa ripagata o buco nell'acqua?


INTERAZIONI: 11

L’avvento di Syberia 3 è stato di certo atteso tantissimo dai fan storici della serie, approdata inizialmente su PC per poi sconfinare anche sulle console dell’epoca, rispettivamente PS2 e Xbox: un’attesa, dicevamo, che si è protratta ben oltre i limiti dell’umana sopportazione, con il secondo capitolo che si è palesato sugli scaffali nell’ormai lontano 2004, e con il seguito che ha fatto parlare tanto di se, prima di finire nel dimenticatoio.

La release avvenuta nelle ultime settimane ha quindi colto un po’ tutti di sorpresa, soprattutto considerato il fatto che l’entusiasmo della stragrande maggioranza dell’utenza che aveva giocato quei primi due capitoli si era effettivamente raffreddato, e con le nuove leve videoludiche che magari non avevano nemmeno mai sentito parlare del brand: non si è di certo perso d’animo Microids che riprende il progetto messo in piedi nell’ultimo ventennio da Benoit Sokal, appositamente richiamato per scrivere la trama anche di questo episodio, pronto per continuare a scrivere la storia di una delle serie più seguite, al suo tempo.

 

Alla (ri)scoperta della… Siberia!

La crescita di Syberia 3 rispetto al passato si vedoe fin dai primi frame di gioco: abbandonati infatti i canonici fondali in due dimensioni che hanno caratterizzato i primi due capitoli della serie, questa volta i giocatori potranno muovere il proprio alter ego digitale all’interno di ambienti in tre dimensioni vividi più che mai, con tantissime interazioni possibili, sempre segnalate sullo schermo: nei panni di Kate Walker tanti saranno i misteri cui venire a capo, primo fra tutti il motivo per cui un misterioso colonnello voglia catturarla a tutti i costi. Dopo alcune vicissitudini poco piacevoli, la nostra protagonista si risveglierà all’interno di una clinica, con la matrona di turno che dimostrerà di essere pronta a tutto pur di impedirle di lasciare il suo luogo di prigionia: palesemente in combutta col colonnello di cui sopra, non rappresenterà di certo un ostacolo insormontabile, con le avventure che non si fermeranno di certo per i capricci di una caposala. Sullo sfondo corre poi via veloce la vicenda degli Youkol, già apparsi nel capitolo precedente, bloccati da strani fenomeni atmosferici e impossibilitati a spostarsi seguendo la migrazione degli struzzi delle nevi.

Il compito che spetterà ai giocatori sarà quindi quello di svelare i numerosi rompicapo che i ragazzi di Microids hanno confezionato, sparpagliandoli sapientemente all’interno delle variegate ambientazioni, per una sfida che non risulterà mai banale e che, sebbene costringa a spremere le meningi per non finire inesorabilmente bloccati, riuscirà a gratificare appieno tutti coloro che proseguiranno nella particolarissima avventura, seguendo un filone già ampiamente tracciato dai predecessori. Tante le opzioni di dialogo a disposizione dei giocatori, che potranno effettuare le proprie scelte contando sulle immancabili opzioni multiple, richiamabili durante determinate fasi dei dialoghi, sulla falsariga di altri titoli recenti come possono esserlo quelli dei Telltale Games.

Una dimensione di troppo?

Se dal punto di vista della narrazione Syberia 3 riesce a intrattenere più che degnamente, con un’alternanza di fasi ispirate e fasi più tranquille, parole di elogio non si possono certo spendere per il comparto tecnico che, a più riprese, mostra evidenti segni di inadeguatezza: non mancano i cali di frame rate, disseminati in maniera omogenea lungo tutto l’arco narrativo, che vedranno i fotogrammi al secondo calare vertiginosamente nelle fasi più affollate (e per più affollate intendiamo con tre o quattro personaggi su schermo, ndr) compromettendo in maniera più o meno decisiva la godibilità del titolo. Sofferente anche per quanto concerne il rilevamento delle collisioni questo Syberia 3, con alcuni passaggi che risulteranno difficili da attraversare a causa di alcuni “ostacoli invisibili” che occluderanno l’attraversamento dei varchi – come possono esserlo porte ma anche gli spazi tra due diversi oggetti – e con i giocatori che, in alcune occasioni, riusciranno a passare per puro caso.

Un passaggio alle tre dimensioni che quindi ha indubbiamente complicato le cose per Syberia 3, che può fare affidamento su un buon doppiaggio inglese con sottotitoli in italiano che permettono di godere appieno dei risvolti della trama, sebbene sia fuori discussione che l’assenza del parlato in italiano, presente nei predecessori, sia un altro punticino a sfavore del gioco dei ragazzi di Microids.

Conclusioni

Un titolo che avrebbe meritato sicuramente maggiore cura, soprattutto in virtù dei tempi biblici che sono stati necessari per la release: oltre tredici gli anni necessari a Syberia 3 per vedere gli scaffali e, purtroppo, con un risultato del genere, sarebbe stato meglio se la serie fosse rimasta solo un bel ricordo.

Pro

Contro

VOTO FINALE: 5/10