Kim Rossi Stuart racconta il commissario Maltese, dal “modello Piovra” a Ninni Cassarà (video)

Dopo oltre dieci anni dall'ultima fiction, Kim Rossi Stuart interpreta il commissario Maltese: un eroe ispirato ai grandi servitori dello stato

Kim Rossi Stuart è il commissario Maltese

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Kim Rossi Stuart torna in tv nei panni del commissario Maltese, per la fiction in onda dall’8 maggio su Rai1 per quattro puntate.

MALTESE – IL ROMANZO DEL COMMISSARIO: RECENSIONE IN ANTEPRIMA

La sua ultima apparizione in un format tv risale al lontano 2004 ne Il tunnel della libertà, miniserie di Canale5 diretta da Enzo Monteleone che a detta dello stesso Kim “non fu un successo“.

Con lo stesso produttore di quella fiction, Carlo Degli Esposti e la sua Paolmar, ha deciso di ritentare dopo anni di solo cinema e teatro la carta della tv, per interpretare una storia di eroismo civile. Lo fa impersonando Dario Maltese, un commissario antimafia che si fa precursore dei tempi nella lotta alla criminalità organizzata, individuando trame e connessioni che in molti continuano a negare in nome di un’omertà diffusa.

La scelta di calarsi nei panni di Maltese è stata quasi istintiva, ha raccontato l’attore in conferenza stampa di presentazione della fiction.

Di solito sono portato a ponderare moltissimo, fino alla noia, ma in questo caso invece ci siamo accordati su un’idea di massima quando Carlo mi propose di tornare a fare qualcosa per la televisione. E da quell’idea di massima che si ispirava un po’ al modello Piovra, due anni dopo mi sono ritrovato con questa sceneggiatura tra le mani, a poche settimane dalle riprese, e mi sono accorto di non poterla affrontare come inizialmente mi ero promesso di fare, ovvero andandomi un po’ a riposare su un set televisivo – che di solito per una serie di motivi sono meno impegnativi perché ti puoi permettere di approfondire di meno. Invece mi sono sentito questo macigno meraviglioso di avere a che fare con un essere umano che è disposto a sacrificare la propria esistenza per una sorta di vocazione che lo porta a pensare il proprio mestiere come l’occasione per portare avanti qualcosa che non tutti possono fare.

Tra i riferimenti di Kim Rossi Stuart nella costruzione di questo personaggio ci sono i grandi servitori dello stato che hanno speso la propria vita, in molti casi perdendola, per difendere il principio di legalità e affermare un ideale di giustizia. Oltre alle grandi icone dell’antimafia, l’attore si è ispirato soprattutto alla figura del capo della sezione investigativa della Squadra Mobile di Palermo Antonino Cassarà, ucciso insieme al suo agente di scorta a colpi di kalashnikov da Cosa nostra il 6 agosto del 1985, a soli 38 anni.

Facendo delle ricerche in rete mi sono imbattuto in Ninni Cassarà, che è diventato un mio riferimento – non so quanto lo fosse per gli sceneggiatori – ma ho trovato che avesse delle assonanze molto evidenti con Maltese: stiamo parlando di uomini molto colti, sofisticati, capaci di ragionamenti raffinati, che però hanno fatto una scelta di combattere in prima linea partecipando alle azioni, ai blitz a alle indagini sul campo. Di fronte ad un esempio così alto e commovente come Ninni Cassarà, per me è diventato un percorso quasi liturgico, sacro. Ma mi sono soffermato in modo istintivo anche su alcune immagini fotografiche molto famose di Falcone e Borsellino, mi sono fatto delle domande in merito al sorriso di certe foto di Falcone, per esempio, che raccontava tantissimo di lui, o la sigaretta di Borsellino, che tanto diceva di lui. Mi sono lasciato molto trasportare da questo tipo di suggestioni.

Rossi Stuart ha aggiunto che in un panorama come quello moderno in cui “è più facile promuovere la cultura del male, non mi è sembrata un caso questa possibilità molto preziosa di raccontare un eroe positivo“.