Recensione Outlast 2: il brivido giusto in vista dell’estate – PS4, Xbox One, PC

Un titolo non adatto ai deboli di cuore, ma che saprà ricompensare i più audaci con un'esperienza ludica decisamente godibile

Outlast 2

INTERAZIONI: 15

L’arrivo sul mercato di Outlast 2 non poteva che essere salutato in maniera a dir poco calorosa dai fan del genere survival horror, con gli occhi ancora pieni del recente Resident Evil 7 ma con lo stomaco che mugugnava, pronto a digerire un’altra esperienza dall’altissimo contenuto di tensione: il lavoro svolto dai ragazzi di Red Barrels sul predecessore non lasciava spazio a scetticismi di sorta, e le aspettative sul sequel non potevano che essere adeguatamente elevate, visti anche i rinnovati e potenti mezzi a disposizione degli sviluppatori.

Riuscire a spaventare, al giorno d’oggi, potrebbe essere impresa decisamente non da poco: (de)merito della quotidianità che, con le immagini truculente che girano in rete hanno permeato di pelo lo stomaco degli utenti, ma Outlast 2 in questo si dimostra magistrale, finendo per spingere ben più di qualche volta a saltare letteralmente da sopra la sedia.

 

A spasso per i boschi

Il gioco dei Red Barrels metterà gli utenti nei panni del cameraman Blake che, assieme alla sua compagna e collega Lynn, si vedono catapultati in quella che a tutti gli effetti potrebbe essere la caccia allo scoop che potrebbe garantirgli tranquillamente un Pulitzer: le zone battute dai due reporter sono infatti quelle che hanno visto la scomparsa di una donna incinta, e l’estrema ruralità dell’area non permette l’arrivo con altri mezzi se non quelli aerei. Ecco quindi che i due non si perdono d’animo e, noleggiato un elicottero con annesso pilota, si catapultano da subito nel vivo dell’azione giornalistica, con i primi minuti che, oltre a dare ai giocatori i dovuti aggiornamenti riguardo le vicissitudini che fanno da sfondo a Outlast 2, consentono anche di prendere confidenza con i comandi. Peccato però che un misterioso guasto al mezzo sancisca la rovinosa caduta dello stesso in mezzo ai boschi sottostanti: minime le conseguenze per i due protagonisti della vicenda, con il buon Blake che, non perdendosi d’animo, recupera la propria attrezzatura per le riprese e si lancia alla ricerca di una dispersa Lynn, ignaro della schiera di folli seguaci di un (a dir poco) atipico culto che si preparano a sbarrargli il cammino.

La penna fa più male della spada… e la videocamera?

Premesse a dir poco banali quelle che portano i giocatori al contatto vero e proprio con la cruenza di Outlast 2, un gioco che fa della crudezza la sua arma vincente, con gli utenti che non possono far altro che sentirsi vittima delle circostanze, con la sola possibilità che gli viene concessa dal gameplay che risiede nel nascondersi o nello scappare, evitando categoricamente qualsivoglia contatto, tanto fisico quanto visivo, con i nemici che si paleseranno sullo schermo. A tal scopo utilissimi sono i tanti nascondigli presenti nei variegati stage confezionati dai Red Barrels, dal classico posticino sotto al letto ai canonici armadi, finendo per i barili (talvolta anche pieni d’acqua) in cui trovare rifugio dalle ronde nemiche.

Unica vera “arma” a disposizione di Blake all’interno di Outlast 2 è la sua videocamera d’ordinanza che, alla stregua di quella già apprezzata all’interno del capostipite della serie, consentirà di evitare le insidie sparse lungo tutto il percorso che condurrà ai titoli di coda: dalla visione notturna, utile a esplorare gli ambienti meno illuminati, finendo al microfono direzionale, indispensabile per ascoltare i passi in lontananza dei nemici evitando così di finire tra le loro grinfie, varie saranno le strade che si apriranno dinanzi ai giocatori, che potranno trovare la propria via di fuga in diversi modi, sebbene la furtività andrebbe pur sempre preferita al caotico fuggi fuggi, causa molto spesso di rovinosi game over: l’effetto trial and error all’interno di Outlast 2 è innegabilmente presente in maniera massiccia, sebbene la distanza tra i vari checkpoint che garantiscono il salvataggio automatico dei progressi di gioco limiti il senso di frustrazione del dover affrontare svariate volte le stesse sequenze. Fondamentale sarà poi un’attenta gestione delle risorse a propria disposizione: la visione a infrarossi prosciugherà infatti senza alcuna pietà la batteria della videocamera, così come l’uso del microfono direzionale, e sarà quindi importantissimo centellinare l’uso dell’una e dell’altra feature, oltre che reperire nel mondo di gioco le utilissime batterie di riserva.

Non solo balzi sulla sedia

Sotto il profilo tecnico, è innegabile che Outlast 2 sorprenda, con un progresso rispetto al capostipite netto ed evidente: non stiamo ovviamente parlando di un titolo che fa della grafica il proprio punto di forza, vista l’alternanza di scenografie particolarmente ispirate ad altre molto più grezze, ma bisogna rendere onore agli sforzi profusi dai Red Barrels per confezionare un’esperienza gradevole da ogni angolazione. È infatti sotto il profilo acustico che il gioco mostra senza alcun dubbio i propri muscoli digitali, con scelte azzeccate sotto tutti i punti di vista: il ritmo dell’azione beneficia infatti della giusta musica e dei giusti effetti sonori, che accompagnano i giocatori esaltando il senso di angoscia oppure calmando i sensi, nell’attesa del sussulto decisivo che potrebbe arrivare da un momento all’altro.

Conclusioni

In sostanza quindi Outlast 2 è uno dei giochi che gli amanti del genere survival horror duro e puro non dovrebbero lasciarsi sfuggire per nessun motivo: angoscia e difficoltà (a tratti) elevata sono infatti i punti cardine del successo di Red Barrels in questo loro secondo appuntamento con la serie, e il prezzo contenuto (rispetto ad altre produzioni simili), che si attesta sui 29,99€, ne fa un must per chi è in cerca del giusto brivido su PS4, Xbox One e PC in vista di una torrida estate.

Pro

Contro

VOTO GLOBALE: 9/10