La Reggia di Caserta festeggia l’8 Marzo aprendo il primo Baby Pit Stop. Il Teatro di San Carlo cerca invece la nuova Cenerentola. L’8 Marzo mette in scena due iniziative rivolte ad altrettanti archetipi femminili che sono ormai fuori moda: le donne che allattano e le donne che sperano d’incontrare il Principe Azzurro. Due iniziative brillanti e meritorie che mettono finalmente al centro della scena le donne.
Proprio l’8 marzo entra in funzione il servizio di Baby Pit Stop alla Reggia di Caserta. Si tratta di un ambiente riservato nel quale le neo mamme potranno allattare in totale serenità il proprio bebè. La visita alla Reggia dunque sarà finalmente possibile anche per le donne che allattano, fino ad ogni costrette a porgere il seno al neonato in pubblico.
Il Teatro di San Carlo invece, l’8 marzo, inviterà le gentili donzelle a provare la scarpetta di Cenerentola, il balletto attualmente in scena. Coloro che l’indosseranno perfettamente avranno diritto non ad un bacio del Principe Azzurro ma ad un biglietto gratis per assistere allo spettacolo.
Le donne che allattano sono ormai purtroppo una rarità, ed ancora più rari sono i Principi Azzurri. L’8 Marzo serve anche a ricordarci questi terribili problemi che funestano la società italiana. La crisi economica e sociale ha drasticamente abbassato il tasso di natalità nel nostro Paese. Sulla famiglia si combattono tante battaglie etiche, politiche ed ideologiche ma gli incentivi fiscali ed i servizi per mamma e bebè sono ridotti ai minimi termini.
Del Principe Azzurro si sono perse le tracce. Troppe donne convivono con un fidanzato, un marito, un compagno violento. Troppe donne, anche l’8 marzo, invece di andare al ballo sono costrette in ospedale o a fuggire di casa. Altro che Principe Azzurro in grado di assicurare benessere, amore ed il classico ” e vissero tutti felici e contenti”. Tra seni gonfi di latte e scarpe da provare le donne provino a festeggiare l’8 Marzo con la pazienza di scusare noi uomini incapaci di dargli affetto ed attenzione. E provino anche a non perdere la fiducia nell’altra metà del cielo nonostante che gliene combiniamo ogni giorno di tutti i colori.