Noi e la Giulia, stasera in prima tv la commedia di Edoardo Leo

Appuntamento su Canale 5 alle 21.10 con la commedia del regista e attore romano. Una favola sporcata di realtà, che racconta il sogno di un gruppo di quarantenni falliti di aprire un agriturismo.

Noi e la Giulia stasera in prima tv la commedia di Edoardo Leo

INTERAZIONI: 9

Stasera in prima tv su Canale 5 alle 21.10 c’è la commedia Noi e la Giulia, terzo film da regista di Edoardo Leo. Il quale appartiene a una cordata di autori trenta/quarantenni, tra cui Massimiliano Bruno, Sydney Sibilia, Paolo Genovese, che stanno cercando di dare alla commedia italiana un profilo moderatamente più adulto, facendo filtrare nelle storie dosi più consistenti di realtà e puntando su una scrittura più solida.

A ben guardare, la realtà preme sempre più sui confini della commedia nostrana, anche nei film dei comici-comici. Ovviamente è il caso del Checco Zalone del politico (sì, politico) Quo vado?, e pure de L’ora legale di Ficarra e Picone, in uscita questa settimana. I pochi film di successo recenti italiani – Quo vado? e Perfetti sconosciuti su tutti – vengono quasi tutti da questo eterogeneo filone. E intanto forse l’ultima strage natalizia di cinepanettoni e surrogati spingerà anche i più pigri produttori italiani ad archiviare il genere e puntare su storie in cui il pubblico possa rispecchiarsi.

E allora gli spettatori possono rispecchiarsi in Noi e la Giulia? Tratto dal romanzo Giulia 1300 e altri miracoli di Fabio Bartolomei, il film è la storia di tre disgraziati: un grigio venditore d’automobili (Luca Argentero), un imbonitore televisivo (Edoardo Leo), un depresso fallito (Stefano Fresi) che fanno società per aprire un agriturismo. A loro s’aggiungono un comunista nostalgico (Claudio Amendola) e una ragazza incinta un po’ new age e molto confusa (Anna Foglietta). Tutti insieme per dare una scossa alle loro esistenze al capolinea, cullati dal sogno bucolico della vita in campagna. La realtà però bussa immediatamente alla porta, col camorrista che viene a chiedere il pizzo (Carlo Buccirosso). Ma il comunista guerrigliero si ribella e il gruppo, pur timoroso, decide di seguirlo.

Da spettatori (target quarantenni, classe media o quel che ne resta) si aderisce facilmente a Noi e la Giulia. Non è difficile proiettarsi sullo sfondo di questa contemporaneità precaria, tra crisi economica e assenza di punti di riferimento – famiglie, associazioni, partiti – che guidavano il nostro senso dell’orientamento. Nello smarrimento generale appare credibile che questo gruppo composito – il comunista, il fascista, l’immigrato clandestino, forse persino il camorrista – crei un’allenza per immaginare un altro modo di stare al mondo. E basta un elemento magico, una musica che proviene da sottoterra – è l’autoradio della Giulietta del camorrista seppellita – a far credere che la favola sia possibile.

Se poi lo guardi troppo da vicino, il film ha diverse pecche: troppo politicamente corretto, col volemose bene ruffiano tra multietnico e vintage, agricoltura biologica e quando c’era Berlinguer. I personaggi sono monocordi – ognuno col suo tormentone che serve a far scattare la battuta – e ci sono incertezze nella sceneggiatura. Ma c’è un voluto tentativo di compromesso tra favola e realtà. E nonostante il gusto dolciastro, ci si affeziona ai personaggi, dando credito a quelle che, però, restano soltanto illusioni. Tutto sommato quindi, sarà il caso di sintonizzarsi stasera su Canale 5 per la prima tv di Noi e la Giulia, la commedia di Edoardo Leo.