Nessuno mi può giudicare, stasera in tv Paola Cortellesi in versione escort

Alle 21.25 su Rai Uno c'è la commedia d'esordio di Massimiliano Bruno. Alla morte del marito imprenditore, la Cortellesi scopre di non avere un soldo. E per tirare avanti cambia decisamente vita. Un film divertente ma acerbo, di un regista che sta dimostrando di saper crescere.

Nessuno mi può giudicare

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Massimiliano Bruno fa parte di una nidiata di autori e sceneggiatori (lui è anche attore) che stanno cercando di ripensare la commedia in una chiave più adulta, che guarda all’inaggirabile (e impegnativo) esempio della commedia all’italiana classica. Di quel cinema questo gruppo vorrebbe riprendere l’attenzione sociologica al proprio tempo, la cattiveria (nei casi migliori) e la condivisione delle idee, che della generazione dei Monicelli, Scola, Risi costituiva un segreto fondamentale.

Oltre a Massimiliano Bruno parliamo di Edoardo Leo (i due condividono persino l’ufficio), il Sydney Sibilia di Smetto quando voglio (a febbraio esce il secondo episodio), Paolo Genovese, che con Perfetti sconosciuti – 17 milioni d’incasso e David di Donatello come miglior film – ha innescato un fortissimo processo di rispecchiamento del pubblico. Il che la dice lunga sulle potenzialità di quest’idea di commedia innervata su un fondo serio di storie che appartengano all’esperienza condivisa degli spettatori.

I temi scelti da Bruno evidenziano un’apprezzabile crescita di impegno e ambizioni, che l’hanno condotto dall’esordio di Nessuno mi può giudicare (2011) alla riflessione sulla tarda Seconda Repubblica di Viva l’Italia (2012) e al più maturo Gli ultimi saranno ultimi (2015), sull’incandescente questione lavoro.

Nessuno mi può giudicare racconta la storia di Alice (Paola Cortellesi), villa, famiglia e domestici extracomunitari a Roma Nord, che improvvisamente perde per un infarto il marito imprenditore. Scopre che la sua vita dorata nasconde una voragine di debiti: per farvi fronte vende la casa, finisce col figlio in un buco al Quarticciolo e si mette a fare la escort grazie alle dritte della professionista Eva (Anna Foglietta). La vita in periferia è difficile ma con incontri gratificanti, soprattutto quello con Giulio (Raoul Bova), gestore d’un internet point idealista e perennemente in bolletta, di cui Alice s’innamora. Ma come fare a mantenere il segreto sul proprio lavoro?

Lo scenario di Nessuno mi può giudicare, scritto da Bruno con Fausto Brizzi ed Edoardo Falcone, è troppo edulcorato, soprattutto nella descrizione del quartiere multietnico, in cui pure il razzista di turno (Rocco Papaleo) attende solo l’occasione giusta per redimersi (ovviamente per amore). Risaputa è la sfilata dei clienti con cui l’improvvisata escort ha a che fare, con questi italiani puttanieri che al massimo sono degli innocui stravaganti. Troppo buonismo insomma, e il timore di incidere più a fondo con cattiveria: quella che, pur con esiti altalenanti, hanno cercato di infondere Genovesi in Perfetti sconosciuti, Leo in Che vuoi che sia, lo stesso Bruno di Gli ultimi saranno ultimi, dove emergono con più nettezza disperazione e sgradevolezza (e la commedia si fa amara).

La nota migliore di Nessuno mi può giudicare è l’interpretazione di Paola Cortellesi, che recita con piglio autoironico un personaggio spiazzato dalla realtà. Ed è un elemento importante dato che, per restare alla commedia all’italiana, un suo fondamentale segreto era rappresentato dagli attori che la incarnarono, con una credibilità che li fece percepire agli spettatori come loro fratelli (e specchi). Una lezione di cui la Cortellesi, anche di più in Gli ultimi saranno ultimi, ha saputo tenere conto con risultati convincenti.