Recensione Una Mamma per Amica Primavera, pochi spunti e molti dubbi su Rory e Lorelai

Il secondo dei 4 episodi del revival di Gilmore Girls è sì di transizione, ma aggiunge poco o nulla alla trama: recensione Una Mamma per Amica Primavera

recensione una mamma per amica primavera

INTERAZIONI: 7

Potevo passare sopra la sua assenza in Inverno, ma non si può iniziare la recensione di Una Mamma per Amica “Primavera” senza un appunto: dov’è la sigla in queste quattro puntate di revival? Dove sono le note di Carole King che ci hanno tenuto compagnia per tutti questi anni?

Scherzi a parte, se il primo era un episodio celebrativo del grande ritorno delle Gilmore Girls, il secondo – “Primavera” – è più una transizione, che aggiunge ben poco di nuovo a quanto già visto nei precedenti novanta minuti.

La diretta conseguenza del finale di Inverno è l’inizio della terapia di coppia per Emily e Lorelai, che tuttavia non porta ancora a conseguenze concrete, ma prepara solo il terreno per quanto avverrà negli episodi successivi. Rory, dalla sua, non fa altro che mostrarci quando profondo – e profondamente sbagliato – sia il suo rapporto con Logan, e quanto disperata sia la sua situazione lavorativa.

Mossa da un entusiasmo dato dalla rivincita più che da altro, Rory trascina la madre a New York per un servizio sulle file interminabili della Grande Mela, e finisce per avere la sua prima avventura di una notte con un ragazzo misterioso vestito da Wookie – esperienza che, se posso permettermi, ha ben poco senso sia per quel che riguarda il personaggio di Rory, nella quale è stata inserita a forza una frivolezza forse troppo out of character, sia per quanto riguarda la trama, dal momento che questa “botta e via” non aggiunge né toglie assolutamente nulla allo svolgimento degli episodi.

Paradossalmente, in questo secondo episodio del revival di Una Mamma per Amica, la parte migliore è rappresentata dall’amarcord per eccellenza: la riunione degli alumni della Chilton. Al di là del discorso di Rory e della proposta avanzatale dal preside Charleston di diventare docente presso l’istituto, la vera star della situazione è Paris, che forse è il personaggio migliore dell’intera miniserie: la Geller è cresciuta, è diventata una donna in carriera che ha fatto fruttare la sua laurea in medicina, ma sotto sotto è rimasta la ragazzina cocciuta e amabilmente antipatica delle prime stagioni di Gilmore Girls. Gli incontri con Tristin, tragicamente vittima di un recast per il rifiuto di Chad Michael Murray di tornare per il revival, e Francie sono studiati a regola d’arte per riportare in superficie la Paris di un tempo, che convive perfettamente con la stessa donna che sta divorziando dal fidanzato del college.

Tra parentesi, il grado di sopportazione di Rory nei confronti delle delusioni lavorative deve essere particolarmente alto: com’è possibile che nemmeno il rifiuto da parte dell’appiccicosa Sadie le faccia rivalutare l’offerta di lavoro alla Chilton, che universalmente potrebbe essere riconosciuta come molto dignitosa? E tra parentesi, parte seconda, come tralasciare la vera star di questo episodio: il padre di Lane, che finalmente dopo sette stagioni e mezza ha un volto!

Anche qui non mancano le stramberie gentilmente offerte dalla cittadina di Stars Hollow, tra il film di Kirk e il festival del cibo dal mondo organizzato da Doose, ma di ciò non ci si deve stupire: praticamente ogni episodio delle prime stagioni di Una Mamma per Amica era infarcito di simili momenti di vita cittadina. Ciò che manca in Primavera, la pecca di questo episodio di transizione, è un vero momento narrativo che riguardi Rory e Lorelai: le Gilmore Girls sono al centro della serie tv per antonomasia, ma passati i novanta minuti dell’episodio sembra di non saperne né più né meno riguardo la loro situazione rispetto ai precedenti episodi.