Showtime ha rilasciato il primo trailer per la sesta stagione di Homeland che prevede altissima tensione per i suoi personaggi. Carrie Mathison torna in suolo americano con una nuova vita e un nuovo lavoro: insieme a lei c’è ancora sua figlia, quella avuta dal defunto Nicholas Brody, mentre cerca di dimenticare gli eventi accaduti a Berlino, tra l’attacco terroristico e l’aggressione all’amico Peter Quinn, che ha rischiato di vederlo morire davanti ai suoi occhi.
La pluripremiata Claire Danes riprende i panni di Carrie Mathison, l’anima di Homeland, una donna affetta da bipolarismo che la porta ad avere momenti di lucidità ed altri di atteggiamenti problematici. Nonostante questo, l’ex agente della CIA ha sempre risolto brillantemente ogni crisi internazionale, prevenendo ogni tipo di attentati ed esplosioni varie.
Dal Medio Oriente, fino a Berlino, dove l’azione si era sposata nel corso della scorsa stagione, Homeland è sempre stata una serie d’attualità, presentando una trama in linea con la politica moderna, i conflitti d’interesse e gli alti poteri governativi. Carrie Mathison è una sorta di eroina che è sopravvissuta ad ogni cosa, riuscendo a controllare la sua fragile personalità e contando sulla sua grande forza di volontà, cosa che ribadirà anche nel trailer della sesta stagione
https://www.youtube.com/watch?v=m9MvePNpnGg
Lo scenario di Homeland cambia radicalmente e lo capiamo dai primi secondi del video: molti mesi dopo gli eventi di Berlino, Carrie Mathison torna a vivere a Brooklyn, New York, e lavora presso una fondazione che si occupa di dare aiuto ai musulmani che abitano negli Stati Uniti. La tensione aumenta sul volto dei personaggi, ritrovando, oltre la protagonista, anche il suo ex mentore Saul Berenson, l’ex agente Intelligence Dar Adal, un problematico Quinn, l’ex capo di Carrie, Otto During.
Homeland sembra prevedere il futuro quando introduce il presidente degli Stati Uniti donna, interpretata da Elizabeth Marvel. Nello stile di House of Cards, la sesta stagione si focalizzerà sull’elezione presidenziale, l’inizio del suo governo, evidenziando il fragile conflitto interno, tra ansie e tensioni dei diversi membri del partito.