Aria nuova in Grey’s Anatomy 13×07, Eliza punta Arizona tra le note dolenti di Owen e Japril (recensione)

Non si è presentata come un mostro di simpatia, ma la new entry Eliza può essere la chiave per una nuova avvincente storyline in Grey's Anatomy: la recensione dell'episodio 13x07

Grey's Anatomy, recensione 13x07

INTERAZIONI: 799

Finalmente dopo un paio di episodi dalla trama piuttosto stagnante Grey’s Anatomy 13 ha regalato una ventata di novità che promettono bene per la seconda parte della stagione. A pochi episodi dalla pausa invernale, nell’episodio 13×07 l’inserimento di un nuovo filone narrativo che si innesta sul precedente di cui è conseguenza diretta (la punizione di Alex Karev dopo l’aggressione a DeLuca) è la novità che serviva ad imprimere una marcia più sincopata alla trama.

La novità in questione è lei: Eliza Minnick, interpretata da Marika Dominczyk, meglio nota nell’universo Shondaland per essere la moglie di Scott Foley (ex Henry Burton in Grey’s Anatomy e ancora Capitano Ballard in Scandal). Ebbene, quando è stato annunciato il suo arrivo abbiamo pensato un po’ tutti che anche in Shondaland valesse il principio del “tengo famiglia”, riservandoci di valutare la performance della signora Scott una volta apparsa sullo schermo. Ovvero nell’episodio 13×06 in onda il 3 novembre su ABC: bellissima è bellissima, non c’è che dire, ma almeno in questa prima apparizione in cui ha dominato la scena per l’intero episodio non ha certo mostrato particolari doti recitative. Sarà per la volontà di calarsi nel suo personaggio che per ora è relegato al rigido ruolo del consulente formativo esterno, che entra al Grey Sloan per controllare e valutare i metodi di insegnamento, ma la Dominczyk è parsa piuttosto rigida e poco brillante. A differenza di altri storici ingressi nello show, il suo non fa faville, non innesca empatia immediata nello spettatore. Per intenderci, anche Owen Hunt quando è apparso per la prima volta era inviso ai colleghi dell’ospedale che lo hanno letteralmente odiato a primo impatto, ma per il pubblico è stato amore a prima vista. Sarà che è sceso per la prima volta da un’ambulanza mentre faceva una tracheotomia con una penna, ma di sicuro ha avuto un impatto enorme sul pubblico. Lo stesso dicasi per l’apparizione di Arizona Robbins in corsia sui pattini a rotelle.

https://youtu.be/qoKybVBLUto

Invece col suo cipiglio la nuova arrivata, mettendo becco su ogni procedura di insegnamento e spingendo perfino uno specializzando ad intervenire mettendo a rischio la vita di una paziente purché imparasse qualcosa di nuovo, è riuscita nel miracolo di far sembrare simpatiche persino Maggie (che è tutto dire) e Meredith (che quando opera non è proprio il massimo della simpatia coi suoi modi autoritari). Il miracolo le è riuscito addirittura con Stephanie, forse la più odiata tra gli specializzandi di nuova generazione.

https://youtu.be/OzQ7DdvSxwI

Dunque stavolta il primo approccio non è dei migliori: certo non aiuta l’atteggiamento da maestrina saccente che le è stato cucito addosso, perfettamente coerente col ruolo che le è stato affidato in ospedale. Ma se il destino della Dominczyk è quello di rimanere a lungo in Grey’s Anatomy, come sembra confermare il tweet di benvenuto di Shonda Rhimes su Twitter, sarà meglio che questo personaggio venga sviluppato dagli autori con la giusta dose di profondità ed emotività.

C’è da dire, però, che la scena in cui si è scontrata con Richard Webber apre uno spiraglio: due generazioni, due metodi di insegnamento e due indoli completamente diverse si contrappongono realizzando plasticamente quello che la Bailey intende per evoluzione della medicina (“il cambiamento è costante, i medici devono adattarvisi o rischiano di restarne esclusi“). Questa contrapposizione può certamente innescare un’evoluzione interessante dei personaggi coinvolti, portarli ad un nuovo livello di introspezione come avvenuto in altri momenti cardine di Grey’s Anatomy.

https://www.youtube.com/watch?v=OP3T6ABn8ok

In quest’episodio ha fatto una certa tristezza vedere i Japril trattarsi, nonostante l’imbarazzo che tradisce i loro sentimenti reciproci, come due amici che si confidano sulle rispettive frequentazioni. Dopo tutto quello che hanno passato insieme, pensare che siano entrambi su Tinder come due adolescenti in cerca di avventure, quando invece sono i genitori di una bambina, vivono insieme e sono destinati ad amarsi (lo sanno loro, lo sappiamo noi) è un po’ straniante: questo esplorare nuovi territori in un modo che poco si addice a due chirurghi, adulti e genitori, è un poco credibile, per quanto le loro scene risultino godibili sullo schermo. Peccato non aver visto l’appuntamento di April col tizio adescato su Tinder, conoscendo il personaggio ci sarebbe stato da ridere.

Ma la nota davvero dolente dell’episodio è certamente la faccia di Owen di fronte all’ennesimo sgretolamento del suo sogno di avere una famiglia, quando Amelia gli urla in faccia che il suo distacco ha una sola ragione: “Non voglio avere un figlio“. Lapidaria ed efficace. In assoluto il personaggio maschile migliore di Grey’s Anatomy (forse insieme a quello di Alex Karev), su Hunt c’è un accanimento da parte degli autori che non sembra avere fine. Per lui l’impossibilità di raggiungere una felicità che sia minimamente compiuta è ormai acclarata. Se volessimo usare un termine colloquiale lo definiremmo l’emblema del “mai una gioia”. Resta da capire cosa vuole davvero Amelia, perché se nella scorsa stagione immaginava di mettere su una famiglia numerosa e adesso, più che essere colta dal panico, sembra decisa a non volere bambini, o c’è un incoerenza di fondo da parte degli autori nella costruzione del suo personaggio oppure questo cambio di rotta va giustificato con delle motivazioni più profonde del solo (per quanto ingombrante) trauma della perdita del suo primo bambino emerso in tutta la sua forza nell’episodio 13×06. Peccato aver interrotto il dialogo tra i due proprio nel momento clou: la confessione di Amelia di non volere un figlio non può essere lasciata così senza un prosieguo e meritava almeno un approfondimento seduta stante. E resta da capire anche che progetti abbiano gli autori per questa coppia: nelle ultime tre stagioni sembra quasi che vogliano mantenerla in bilico per sempre. Forse perché non è amatissima dal pubblico come lo furono Owen e Cristina, e magari proprio in attesa che un giorno o l’altro (quando arriverà il finale di Grey’s Anatomy, come da sempre sostenuto da Sandra Oh) la Yang faccia il suo ritorno a Seattle. Ma se per lui si è definitivamente aperto un capitolo nuovo, sarebbe il caso di dare una coerenza a questo nuovo progetto di famiglia, che al momento viene costruito e disfatto continuamente come una tela di Penelope.

La forza di Alex e nel cercare di spingere Amelia verso Owen è apprezzabile tanto quanto averla accolta in casa per raccogliere il suo sfogo, liberando così Meredith da un’incombenza che (Alex lo sa bene) le pesa non poco. Anche se il suo sforzo, appena un episodio fa, sembrava voler essere quello di spingerle l’una verso l’altra, perché finalmente provassero a diventare una famiglia. Ora invece “lei si confida con me“, spiega Alex, con gran sollievo di Meredith.

Tra le scene certamente più interessanti di quest’episodio c’è quella tra la Minnick e Arizona: la scelta dell’ascensore per il loro primo incontro non è casuale, non può esserlo. L’ascensore in Grey’s Anatomy è l’afrodisiaco per eccellenza, come spiegava perfettamente Addison Montgomery nel pilot di Private Practice.

https://youtu.be/4A45E-DtN68

Per il pubblico questo è un segnale ben chiaro, unito al fatto che la nuova arrivata abbia già impresso in testa il volto e il nome della Robbins. Il loro primo incontro-scontro, con Arizona che teme di essere penalizzata dalle sue valutazioni e la Minnick che la rassicura sul fraintendimento, è praticamente una dichiarazione di intenti: dal modo in cui l’ha già puntata, è chiaro come sia lei il personaggio prescelto per essere il nuovo amore della Robbins.

La rivoluzione che Eliza porterà nel programma di specializzazione dell’ospedale mettendosi in contrapposizione con l’ex capo Webber, ignaro di doversi fare da parte per lasciare spazio alla “poppante” (Bailey dixit) saputella, potrebbe essere la chiave per aprire una storyline destinata a durare nel tempo, con più scene corali e più interazioni tra singoli personaggi, che poi è sempre stata la chiave del successo di Grey’s Anatomy. Why Try to Change Me Now è stato episodio con un ottimo ritmo, dai dialoghi brillanti e mai scontati (di questi tempi sono una rarità in Grey’s Anatomy, se confrontati con quelli delle stagioni 1-10), che pone delle ottime premesse per il futuro. Sempre se questo potenziale sarà sviluppato con maestria.