Anteprime 2.0 e artisti da social tra informazione e omini delle fotocopie

Da redattori a omini delle fotocopie: a cosa si riduce l'attività di chi fa informazione ai tempi dei social? Ecco cos'è successo a All Music Italia.


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Stare sul pezzo: un dictat, un modo di vivere e un imperativo categorico per chi, ogni giorno, sceglie di fare informazione su qualsivoglia mezzo di comunicazione. Avete mai visto Tempi Moderni? Sì? Bene. Allora potrete facilmente capire di cosa stiamo per parlare. Quello stare sul pezzo deriva da lì, da quella catena di montaggio: ognuno di noi è costantemente concentrato su “un pezzo”, un lavoro ripetitivo che consente di non perdere di vista l’obiettivo.

Il lavoro del blogger – o del giornalista – è sostanzialmente questo. Fissare un obiettivo e non perderlo di vista. Tra questi obiettivi, vi è certamente quello di “arrivare primi”. Ecco quindi che chi subisce l’agognata anteprima diviene l’emulo del più veloce, che vince su tutti per un pugno di minuti destinati a essere triturati dalla corsa al doppione.

Arrivare primi è difficile, restare primi lo è ancora di più. Nel continuo sgomitare per accaparrarsi la vetta del motore di ricerca, c’è ancora chi riesce a fornire delle anteprime e a “farsi citare”. C’è chi lo fa bene e chi lo fa meno bene. Nessuno dà delle anteprime per puro narcisismo, lo fa per fornire un servizio quanto più completo possibile.

Tra i tanti siti che possono vantare questo tipo di servizio, c’è All Music Italia. Ora, vi starete chiedendo il motivo di tutto questo farneticare ma la ragione è semplice e si può ricondurre una sola parola: rispetto. Qualche settimana fa, All Music annunciò in anteprima la data d’uscita del nuovo disco di un gruppo italiano, senza attendere la sacralità dell’annuncio che – oramai – è atteso sui social network.

Dopo poco tempo, il gruppo in questione è intervenuto su uno dei suoi canali social ufficiali per smentire l’annuncio e per ricordare che qualsiasi tipo di notizia attendibile sarebbe arrivata – di lì a poco – dai diretti interessati. Inutile sottolineare che All Music Italia non ha alcun potere di far uscire o meno i dischi altrui, ma si limita a divulgare una notizia che peraltro non ha potuto inventarsi di sana pianta.

In questo carnaio social, nel quale gli artisti si ergono a delle divinità intoccabili, crescono e si fortificano anche i nuovi fan, quelli che proteggono in tutto e per tutto i loro idoli anche a costo di rasentare l’assurdità. Non troppi anni fa, quando ancora i social non esistevano e tutto – forse – funzionava con meno frenesia e più raziocinio, essere fan di un artista significava prenderlo come esempio.

Nella lunga riflessione di Massimiliano Longo, direttore e ideatore di All Music, non si condannano i fan, che comunque fanno il loro. Il comportamento che stupisce è quello degli artisti. Chi fa informazione, a qualsiasi livello, cerca di farlo nella maniera più imparziale possibile e nel rispetto del lavoro altrui. Si dovrebbe finalmente capire che chi fa questo lavoro, chi dà le anteprime, chi recensisce album (anche quelli che preferirebbe mettere in mezzo al panino a pranzo piuttosto che ascoltare) non lo fa per gioco. Chi fa questo lavoro lo fa con rispetto e con passione.

I ragazzi di All Music Italia, come quelli che lavorano per gli altri siti concorrenti, sono blogger, giornalisti, amatori ma di certo non possono essere schiavi di una dittatura autoreferenziale che ultimamente sta diffondendosi causa sovraesposizione social della maggior parte degli artisti, oggi più che mai in contatto diretto con la loro cerchia di fan.

Perché Massimiliano Longo avrebbe dovuto aspettare a diffondere la notizia ottenuta da una fonte attendibile? In che modo All Music Italia ha mancato di rispetto agli artisti – o ai fan – divulgando una news corretta seppur in anteprima assoluta?

È chiaro che a All Music Italia non entra un soldo bucato di quanto l’artista andrà a guadagnare con l’uscita di un nuovo album. Pubblica un’anteprima per fornire un servizio e lo fa a gratis. La storiella dei siti che cercano visibilità è vecchia quanto il mondo. Sarebbe ora di capire che chi scrive su internet non lo fa per il clickbait (l’acchiappaclick), che comunque può dare risultati sul breve periodo, ma alla lunga ti fa andare in pensione prima del tempo.

Se dietro al lancio di un disco e alla sua promozione c’è un piano di marketing ben definito che richiede impegno, lo stesso metro di giudizio deve valere per i blogger, i giornalisti, editor e lascio a voi la definizione che più vi piace. Peraltro, la visibilità che in molti condannano non si ottiene con un’anteprima e nessuno viene pagato per quanto in alto riesce ad arrivare.

La costruzione di un progetto – come può essere quello di un sito che tratti di musica – richiede impegno, dedizione, sabato e domenica trascorsi a lavorare. La ricompensa più preziosa è certamente la stima dei lettori ma anche degli artisti che ogni giorno supportiamo. E quella stima – che un sito come All Music Italia merita – dovrebbe essere il giusto compenso per chi ci mette del suo e ha voglia di far crescere una realtà che crede valida.

In questo discorso rientra, senza dubbio, la necessità di trovare un proprio spazio con la qualità del suo lavoro, senza essere relegato alla mansione di omino delle fotocopie che ha stancato tutti. Il rispetto sta alla base di ogni collaborazione, anche quella che ogni giorno, chi scrive di musica, fornisce agli artisti. A gratis.